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Conclusa la conferenza CIS-Italia 2012: nuove sfide per rilanciare l’industria solare

Ultimo aggiornamento: 06-03-2012

E’ terminata la quarta edizione della Conferenza dell’industria solare – Italia 2012. Ciò che ne è emerso è un quadro positivo, nonostante l’incertezza normativa che caratterizza la situazione italiana. L’industria del solare è lanciata ad affrontare nuove sfide le più importanti delle quali riguardano le tecnologie innovative, le smart grid, e nuovi modelli di business: dai distretti industriali alle filiere corte alle collaborazioni con le utility.

I principali argomenti di discussione hanno riguardato le questioni aperte sui grandi impianti a terra e sui tetti, sul teleriscaldamento, sui finanziamenti dei grandi progetti e sui prodotti di frabbricazione europea, “made in EU“, per i componenti fotovoltaici.

Ovviamente sulla prima questione, quella relativa ai grandi impianti a terra, è stato oggetto di dibattito l’articolo 65 del decreto liberalizzazioni che, se non verrà corretto, pone il veto definitivo e insindacabile degli incentivi sugli impianti a terra. Si è sventato, stando al maxi-emendamento all’articolo 65, il rischio di retroattività del decreto che avrebbe colpito impianti attualmente in costruzione e che contano sugli incentivi per il loro piano di rientro. Tra gli interventi si è rabadita la necessita di uscire in effetti dalla logica speculativa dei grandi impianti fotovoltaici a terra e di iniziare a pensare al superamento della logica delle tariffe incentivanti sull’energia prodotta, per prospettare la possibilità dei certificati verdi anche per il fotovoltaico. Tagliare così in maniera indiscriminata la possibilità di installare impianti a terra avrebbe l’effetto di bloccare fin da subito una parte consistente degli investimenti nel settore, è opportuno, però, emerge dagli interventi, fare una seria e responsabile regolamentazione per individuare un numero limitato di aree idonee sulle quali installare impianti a terra. L’altra priorità, per la verità non nuova, è quella dello snellimento dei processi autorizzativi per i grandi impianti fotovoltaici: si ribadisce tra gli interventi la necessità di porre un limite di sei mesi per la conclusione dell’iter autorizzativo.

Altro argomento di discussione è stato quello relativo alla produzione europea, nello specifico italiana, dei componenti fotovoltaici: quali strumenti usare per favorirne lo sviluppo? Come favorire la creazione di una filiera corta tutta italiana? Da questo punto di vista un modello riconosciuto come efficace è lo sviluppo di piccole unità produttive sparse sul territorio in grado di formare un indotto che possa costituire una filiera corta.
La situazione economica congiunturale, la situazione di incertezza normativa e la forte concorrenza cino-asiatica sono i fattori che, da questo punto di vista, maggiormente ostacolano la nascita di questo processo.

Si è parlato anche dell’ipotesi del quinto conto energia (a solo un anno dell’emissione del quarto che è previsto fino al 2016): esso dovrà favorire le soluzioni energetiche integrate, dovrà coadiuvare l’occupazione e favorire nel suo complesso la crescita dell’intero settore e dell’intera filiera / indotto del solare. L’ eventuale quinto conto energia è una discussione ancora abbastanza fumosa, ma se ne prospetta la reale possibilità anche per rivedere ulteriormente i criteri incentivanti al ribasso, vista la sensibile discesa dei prezzi dei componenti e gli elevati costi in bolletta derivanti per lo più dall’aumento del prezzo del petrolio.

Altra tematica cruciale in tema di fotovoltaico e rinnovabili è quella della ricerca e sviluppo, funzionali ad una necessaria e continua innovazione di prodotto e “di processo”. Per far questo, però si prospetta la necessità di reperire le giuste risorse, pubbliche e private.
Nella situazione di crisi in cui il contesto economico si trova, a livello nazionale ed internazionale, il solare fotovoltaico ed il settore delle rinnovabili rappresenta un punto di forza per uscire dalla crisi. In un contesto in cui la crisi congiunturale porta ad un aumento dei prezzi dei combustibili fossili e delle varie soluzioni di approvvigionamento energetico “tradizionali”, le rinnovabili rappresentano una buona soluzione per la loro sicurezza ed economicità produttiva.

Il solare quindi. Il solare termico e fotovoltaico, ma non solo, come uno dei fattori di superamento della crisi.
Queste sono state le conclusioni della conferenza.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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