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Prezzi dei pannelli fotovoltaici: rialzo o ribasso?

Ultimo aggiornamento: 03-02-2016

La questione dei prezzi dei pannelli fotovoltaici è sempre molto delicata ed abbastanza controversa.

Questo, per un semplice motivo: se i prezzi dei pannelli fv si alzano il comparto produttivo ne trae beneficio, traendo da questo la forza per continuare a svilupparsi. Se invece i prezzi di mercato si abbassano in maniera sconsiderata, il comparto subisce  la crisi, come è stato per l’ultimo periodo, ma i clienti finali ne traggono i maggiori benefici.

Con il rapido “e ripido” ribassamento dei prezzi dei pannelli solari avvenuto negli ultimi anni molti più utenti finali hanno avuto la spinta sufficiente per scegliere il fotovoltaico. Oggi, oltre al costo di pannelli e inverter, si attende il calo dei prezzi dei sistemi di accumulo che, aumentando la quota di autoconsumo, rendono l’investimento più conveniente.

 

Come i prezzi determinano l’andamento del settore fotovoltaico

D’altro canto, il settore del solare ha assistito a parecchie chiusure societarie a causa dei bilanci in perdita: in diversi casi per i produttori ed installatori degli impianti fotovoltaici prezzi di mercato troppo bassi non hanno consentito di recuperare i capitali investiti. Rientrare dai costi di produzione (o dai costi di fornitura) non sempre è stato possibile ed i bilanci del periodo 2013-2015 si sono chiusi in passivo per molte società.

Stessa cosa per le attività puramente commerciali per la produzione e vendita di energia: per essere sostenibili devono poter installare i propri impianti a prezzi inferiori ai guadagni generati con l’energia venduta. Il prezzo di mercato dell’energia elettrica è però ancora parecchio altalenante e disomogeneo.

Come i prezzi dei moduli determinano l’andamento del settore fotovoltaico? Si tratta di un “cane che si morde la coda”? In un certo senso si: se si alzano i prezzi, tendenzialmente guadagnano i produttori, ma vengono meno i clienti finali. Se si abbassano i prezzi i clienti sono più propensi ad installare, ma i produttori rischiano di andare in perdita. E’ il meccanismo di ogni comparto “relativamente giovane” come quello del fotovoltaico.

Per questo motivo la questione dei prezzi dei pannelli fotovoltaici è sempre controversa ed abbastanza delicata, viaggiando in un difficile equilibrio tra costi di produzione, prezzi di vendita e prezzo della “energia concorrente”, quella, per intenderci, prodotta dalle fonti non rinnovabili: gas, carbone, petrolio, ecc.. In Italia, dopo l’idroelettrico, la prima fonte utilizzata è il gas nelle centrali termoelettriche a cicli combinati.

D’altronde è un po’ la situazione di ogni giovane mercato. Quello del fotovoltaico in Italia si affaccia oggi alla sua maturità, mentre è ancora un comparto abbastanza giovane a livello mondiale.  Ricerca, sviluppo e innovazione avranno ancora il loro ruolo fondamentale per aumentare l’efficienza e diminuire i costi di produzione del KWh solare.
grafico fotovoltaico, rapprto prezzi dei panelli e produzione installata

 

I prezzi del fotovoltaico ed i costi di produzione

In una nota stampa (letta tempo fa) di Trina Solar, produttore dei moduli fotovoltaici, emergeva un’ interessante considerazione sui prezzi dei pannelli fotovoltaici (pubblicata in occasione del PVSEC, conferenza internazionale sul fotovoltaico).

 

Tra il 2008 ed il 2015 il crollo dei prezzi del fotovoltaico è stato mediamente di oltre l’80%. Questo a fronte di un calo dei costi di produzione di circa il 70%. Questo calo dei costi di produzione è stato in larga parte attribuibile al prezzo del Silicio, ma non solo. Ogni pezzo della filiera ha dato (e sta dando) il suo contributo alla diminuzione dei costi verso il produttore elettrico e verso l’utente finale.

I costi annessi, escluso il silicio, sono scesi “solo” del 50% calo coerente con la normale evoluzione di un mercato che ha “impennato” i propri volumi di crescita in pochi anni, a partire da Italia, Spagna e Germania. A livello globale oggi i maggiori mercati mondiali del fotovoltaico sono USA Cina Giappone e India.

 

Prezzi: calo del 20% ogni raddoppio di produzione

In genere il modello della “curva di esperienza” (che traccia la “normale” evoluzione di prezzi di un mercato in sviluppo) prevede un calo del 20% dei prezzi ad ogni raddoppio del volume della produzione.

Per il mercato dei pannelli fotovoltaici e di tutto l’indotto fotovoltaico si prevede che la riduzione dei costi tornerà presto a seguire quella che è la normale “curva di esperienza”. Oggi, ricordiamolo, sono ancora in atto in diversi paesi dinamiche di incentivazione del settore che condiziona le dinamiche di costo.
Il prezzo dei pannelli si manterrà costante, in linea con la normale evoluzione del mercato, ed in futuro la sfida del comparto del fotovoltaico mondiale sarà quella di riconquistare un “margine lordo” sufficientemente “corposo” per riassicurare la redditività delle imprese ed una crescita sostenibile: per investire in ricerca e sviluppo bisogna creare le condizioni affinchè le aziende riescano ad avere sufficienti ricavi e sufficiente stabilità normativa come requisito fondamentale per attivare investimenti di lungo termine.

Anche le prospettive del mercato e della sua filiera hanno il loro ruolo nel determinare il prezzo della tecnologia fotovoltaica: secondo una ulteriore nota stampa potrebbero esserci in futuro ulteriori vincoli di approvvigionamento sulla catena produttiva dei pannelli a causa della variazione dei costi e della disponibilità dell’argento. Per ora, però, i prezzi di vendita dei pannelli fotovoltaici si sono sostanzialmente stabilizzati su valori già parecchio bassi. E scendere ulteriormente vorrebbe dire, in questo momento, mettere in crisi la sostenibilità dell’intera catena produttiva.

Il costo di produzione del KWh fotovoltaico, ricordiamolo, è già molto competitivo rispetto al costo del KWh prodotto dalle convenzionali fonti fossili. Si tratta, per renderlo competitivo in qualsiasi ora della giornata, di ottimizzare i costi dei sistemi di accumulo: il cosiddetto Photovoltaic Energy Storage System.

 

Se i prezzi dei moduli hanno “toccato il fondo”, su cosa puntare?

Dunque, la caduta dei prezzi dei moduli fotovoltaici per ora non riesce a scendere ulteriormente, anche se si prevede una ulteriore diminuzione del 10 per cento nei prossimi anni. Si aprono, dunque, a nuovi interrogativi: “Se i prezzi dei pannelli fotovoltaici hanno raggiunto il minimo, e si sono pressochè stabilizzati, su quali punti di forza puntare per proporre il fotovoltaico ai clienti finali?”

Bisogna puntare su almeno quattro fattori di innovazione:

  • qualità dei pannelli fotovoltaici,
  • aumento dell’efficienza (cioè maggiore produzione elettrica a costi di produzione inferiori),
  • ottimizzazione dell’utilizzo della produzione fotovoltaica,
  • sviluppo dei sistemi di accumulo (storage elettrico) che consentono l’utilizzo dell’energia fotovoltaica in qualsiasi momento, in qualsiasi stagione ed in qualsiasi ambito.

Ovviamente la convenienza dell’investire nel fotovoltaico dipende dal rapporto tra costi e benefici. Il prezzo medio dell’energia elettrica, quello disponibile giornalmente sulla borsa elettrica, è la determinante fondamentale per stabilire se il costo di produzione dell’energia solare è “competitivo” rispetto al costo di produzione di un centrale termoelettrica. Con il fotovoltaico, l’investimento deve rientrare entro i primi 7-8 anni di produzione dei pannelli, che hanno una vita produttiva di 20-25 anni, ed una stima di produzione abbastanza prevedibile. Per i produttori, il costo di vendita dell’energia prodotta deve essere tale da garantire una sufficiente remunerazione dell’investimento. Per gli utilizzatori finali, invece, il costo di acquisizione degli impianti deve essere competitivo con il costo di acquisizione dell’energia in bolletta.

Non solo. L’altra interessante opportunità è rappresentata dai sistemi di accumulo che, al servizio dei sistemi fotovoltaici o direttamente al servizio della rete, offrono l’opportunità di aumentare l’autoconsumo o, per le imprese di vendita dell’energia, di offrire al mercato elettricità solare “on-demand”. Com’è ovvio, però, anche l’accumulo elettrico ha un costo e per questo si sta, per ora, sul labile equilibrio tra costi-benefici.

 

In ogni caso, è inutile negarlo, il prezzo di pannelli fotovoltaici è direttamente proporzionale alla loro qualità ed efficienza: come misurare la qualità e l’efficienza dei moduli? Oggi i vari stakeholders, che siano installatori, investitori o utenti finali, possono avere accesso, attraverso la rete, a maggiori informazioni rispetto ad un tempo. Hanno maggiori strumenti di conoscenza e di valutazione. E possono accedere facilmente alle valutazioni di laboratori indipendenti.

Per approfondire la questione dei prezzi dei pannelli fotovoltaici puoi leggere anche questo articolo.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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Un commento

  1. piero bonicelli, il 23 Settembre 2018 ore 02:35

    Purtroppo la disinformazione colpisce sempre e questo sito non fa eccezione ! Prendo per buoni i suoi numeri cioè che un impianto fotovoltaico di 6 Kw produca 8000 Kw-ora in un anno. Ma il punto chiave è quando li produce ? Il grande problema degli impianti ad energia solare è che la produzione mensile è alta d’ estate e molto più bassa d’inverno, laddove invece il consumo privato di energia è esattamente invertito : si consuma molta energia in inverno e poca energia d’estate. Pertanto fino a che non c’è possibilità di cedere all” ENEL la energia elettrica in surplus e riprendersela d’ inverno senza extracosti , allora ogni calcolo di ritorno dell’ investimento fatto su base anno è completamente falso!. Dal 1978 studio la ipotesi di installare un impianto fotovoltaico abbinato ad una pompa di calore per il riscaldamento ed ancora non mi risulta alcuna reale convenienza economica di investimento. Se si fanno I CALCOLI CORRETTI mese x mese quanti kw-ora di produzione poi li si confronta con la energia elettrica + termica consumata mese x mese ci si accorgerà di tale realtà. Non va poi dimenticato che c’è un costo di manutenzione annuo quantomeno per una assicurazione e per tenere puliti i pannelli solari !
    Vedi http://www.mirandolameteo.it/archiviodati/oresole.pdfI laddove 4 MESI INVERNALI da Novembre a febbraio hanno mediamente 3,5 ore di sole al giorno mentre i 4 mesi da Maggio a Agosto hanno mediamente 10 ore di sole al giorno e gli altri 4 mesi hanno mediamente 6,5 ore di sole al giorno. Cosicchè il 50% della energia solare prodotta in un anno = 4.000 kWh è prodotta nei soli 4 mesi estivi mentre nei 4 mesi invernali la produzione di energia solare è mediamente solo 14/ ( 14+26 +40) = 17,5 % della produzione annua , percio solo 1400 kWh.
    Il disallineamento reale tra quanto viene prodotto dall’ impianto ad energia solare ed il consumo familiare di energia è lampante. Solo un conto energia con ENEL che sia alla pari tra dare-avere può rendere appetibile l’ investimento di un impianto solare di 6 kW o da 3 kW. Questo dare-avere alla pari non potrà peraltro mai esserci perchè addirittura la bolletta luce include un onere aggiuntivo proprio per spesare gli impianti ad energia solare ( oneri di sistema componente A3) !

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