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Parco fotovoltaico senza consumo di suolo in Toscana

Ultimo aggiornamento: 15-10-2013

E’ un parco fotovoltaico, ma non toglie spazio all’agricoltura. Il più grande della Toscana realizzato senza occupare nessun centimetro di suolo coltivabile.

Si tratta di “Sol Maggiore” una centrale fotovoltaica di ben 3,7 Megawatt di potenza di picco, una vera a propria centrale elettrica alimentata dal sole e costituita da ben 15.600 pannelli fotovoltaici in silicio monocristallino.

Il grande impianto fotovoltaico è stato realizzato a Pisa nella zona Navicelli all’interno della vasca di esondazione del fiume Arno che garantisce la sicurezza idraulica di una parte della città.

Non potendo utilizzare in altro modo l’area della cassa di esondazione, si è pensato bene di sfruttarla in maniera intelligente: realizzare un parco fotovoltaico al suo interno per produrre energia pulita.

L’Area, messa a disposizione dal comune di Pisa, è grande oltre 85 mila metri quadrati non coltivabili nè destinabili a nessun altro utilizzo se non quello di contenere l’acqua in caso di piena, motivo per cui la struttura che sorregge i pannelli è alta 2,20 metri. In questo modo, in caso di esondazione, l’impianto non ostacola la funzione originaria del terreno interessato. A sua volta, l’acqua che dovesse occupare l’area, non ostacola il buon funzionamento del parco fotovoltaico.

Ecco qualche dato interessante sull’opera realizzata.

Il parco fotovoltaico ha una potenza di picco di oltre 3,7 Megawatt, ciò vuol dire che è in grado di produrre mediamente circa 5 milioni di kwh l’anno di energia pulita: pari fabbisogno energetico di circa 2.000 famiglie in un anno (o di più di 5.000 persone).

parco fotovoltaico in toscana

Parco fotovoltaico “sopraelevato”
realizzato in una vasca di esondazione

L’area utilizzata, dicevamo, è di 85 mila metri quadrati, superficie pari a quella di 12 campi da calcio.

Il beneficio ambientale prodotto ogni anno viene misurato in un risparmio di 93,5 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) e in un abbattimento di 3.750 tonnellate di Co2.

Questi i benefici dell’opera realizzata: benefici prima di tutto ambientali, ma anche economici visto che l’energia immessa nella rete elettrica pubblica viene remunerata dal Gse, Gestore dei servizi elettrici (che eroga anche gli incentivi del Conto Energia 2010).

Come dicevamo, e questo è un aspetto non indifferente: nessun centimetro del suolo utilizzato è sottratto all’agricoltura, all’edilizia o a qualsiasi altro uso civile. Ottimo esempio di sfruttamento di aree non diversamente utilizzabili.

I lavori di realizzazione, iniziati nel luglio 2010, a fine anno erano già conclusi portando a termine il progetto in meno di cinque mesi. Oggi l’impianto è in funzione e produce energia pulita per la comunità.

Il parco fotovoltaico ha ricevuto diversi riconoscimenti a livello nazionale come grande opera energetica sostenibile e non invasiva di suolo produttivo, realizzata nel rispetto della comunità e dell’ambiente.

L’opera è stata realizzata da Toscana Energia Green, società “figlia” di Toscana Energia, che si occupa in primis della distribuzione del Gas naturale in 94 Comuni della Regione, e che dal 2009 si è aperta alle fonti rinnovabili ed al fotovoltaico, sull’onda delle incentivazioni del solare.

 

 

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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4 Commenti

  1. Federico Valerio, il 28 Agosto 2014 ore 09:47

    Sarebbe utile nei bilanci ambientali questo impianto citare anche gli inquinanti tossici evitati ( polveri fini, ossidi azoto, ceneri…) in base al mix di fonti energetiche utilizzate in Europa per produrre elettricità.

    • Alessandro F., il 3 Settembre 2014 ore 17:26

      Pienamente d’accordo. Ogni impianto da fonti rinnovabili porta con sè un risparmio delle emissioni inquinanti. Questo risparmio, in effetti, si traduce in un concreto risparmio economico sui costi che altrimenti graverebbero sulla collettività: non solo importazione di gas, carbone, petrolio, ma anche risparmio su spese sanitarie, bonifiche del territorio e multe dalla CE per lo sforamento dei limiti di emissioni consentite.

      • Federico Valerio, il 3 Settembre 2014 ore 20:06

        Ad onor del vero gli impianti a combustione che utilizzano biomasse vegetali ed animali, come fonte di energia termica, hanno emissioni inquinanti niente affatto trascurabili.
        Insomma non tutte le fonti rinnovabili fanno bene alla salute.

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