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Centrale fotovoltaica da una discarica a Treviso

Ultimo aggiornamento: 17-04-2013

Centrale fotovoltaica da una discarica. E’ possibile? Si: la discarica Tiretta, Treviso, è stata convertita in centrale fotovoltaica per la produzione di energia pulita.
Un esempio di buone prassi ambientali ad opera della pubblica amministrazione?

Quando si parla di discarica, di rifiuti lasciati a macerare nel terreno, rimane difficile parlare di buone prassi ambientali. Nonostante ciò possiamo marcare l’iniziativa come interessante ed unica nel suo genere.

Si tratta della riconversione di una discarica in centrale fotovoltaica da 1 megawatt, 1.000 kw, di potenza di picco.
E’ così che su un terreno ormai difficilmente ri-utilizzabile si è passati dai rifiuti alla produzione fotovoltaica.

La riconversione del sito ha portato il terreno del trevisano, di proprietà pubblica,  a passare prima da cava a discarica e poi da discarica a centrale fotovoltaica. Il sito produrrà circa 1 milione di Kwh l’anno di energia pulita trasformando l’intera area da “bomba ambientale” a risorsa energetica ad emissioni zero.

La centrale fotovoltaica, realizzata sopra una delle discariche più inquinanti del Veneto, è stata inaugurata nei primi giorni di Aprile 2013 a Paese (Tv) dal sindaco Francesco Pietrobon, dal presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, e dall’assessore regionale Maurizio Conte.

centrale fotovoltaica su discarica

Centrale fotovoltaica su discarica – immagine non rappresentativa

La centrale fotovoltaica non è il classico impianto fotovoltaico a terra con i moduli installati sulle strutture di sostegno, orientate ed inclinate verso il sole, ma è costituita da ben 3.630 moduli fotovoltaici flessibili, moduli a film sottile, apposti direttamente sul terreno a copertura della discarica esaurita. La conformazione del terreno, infatti, non è statica e non rimarrà invariata negli anni in quanto i rifiuti sottostanti in decomposizione creeranno continui smottamenti e rigonfiamenti del suolo. I moduli fotovoltaici scelti, infatti, elastici e flessibili, posizionati sopra una membrana elastica, si adatteranno nel tempo alla deformazione del terreno sottostante, garantendo negli anni il pieno funzionamento dell’impianto.

La centrale fotovoltaica “flessibile” è unica nel suo genere in europa, solo negli USA è già stata realizzata (in Georgia e nel Texas).

Ecco il nuovo volto della discarica, in numeri:

  • cinque impianti fotovoltaici da 199 Kw ciascuno
  • per un totale di 1 megawatt
  • 3.630 pannelli fotovoltaici flessibili (allacciati ai teli sul terreno con il velcro)
  • circa 24 gigawattora di energia pulita per i prossimi 25 anni
  • circa un milione di Kwh l’anno, corrispondente a:
    – fabbisogno energetico di 350 famiglie l’anno
    – fabbisogno energetico di circa mille persone l’anno
  • più di 7 milioni di euro di finanziamento regionale a Paese (Tv), da restituire in 15 anni
  • contributo a fondo perduto di poco più di 300 mila euro

L’oneroso intervento, ci tiene a precisare l’amministrazione, non grava sul bilancio comunale perchè verrà interamente ripagato dalla vendita di energia pulita sul territorio, per la precisione tra i comuni di Monastier, Morgano, Arcade e Zenson.

La progettazione della centrale fotovoltaica e la gestione dell’impianto sono , infine, a carico di un consorzio intercomunale: il Consorzio Priula. Questo gestisce già da tempo l’intero ciclo dei rifiuti urbani di 24 Comuni della Provincia di Treviso attraverso la propria società Contarina Spa.

La discarica Tiretta è una delle discariche più inquinanti del Veneto e già da tempo non più funzionante. Il sito di smaltimento è rimasto operativo dal 1994 al 1997, ma già solo dopo qualche anno sono emersi problemi relativi all’impermeabilizzazione del sito ed al rischio di inquinamento della falda.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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