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Agricoltura, ottimizzare la produzione con il risparmio energetico

Ultimo aggiornamento: 16-06-2014

Il risparmio energetico, per chi svolge il lavoro di agricoltore, oggi è altrettanto importante dell’avere una produzione finale di qualità.

Ma come si traduce in pratica questo tipo di riflessione? Ce lo spiegano i ricercatori americani dell’Iowa State University, nello specifico del dipartimento Agricultural and Biosystems Engineering. Da oltre cento anni esso fornisce soluzioni ingegneristiche ai problemi agricoli sia per gli Stati Uniti che nel resto del mondo, per meccanizzare l’agricoltura e razionalizzare le risorse naturali che vengono utilizzate durante la produzione, la lavorazione e lo stoccaggio dei prodotti alimentari.

Il campo più importante, dove è possibile tagliare le spese, è sicuramente quello energetico  e le indicazioni date dagli studiosi sono in realtà così semplici, anche se sostenute da esperimenti e prove scientifiche, da poter essere applicate in tutte le lavorazioni agricole. Ovviamente, maggiori sono gli spazi deputati alle coltivazioni, maggiore può essere l’ottimizzazione delle spese. Se devono essere lavorati 3 ettari, il risparmio potrebbe essere piccolo, ma quando ci si trova davanti a 1000 ettari, ai campi sterminati delle aziende agricole americane il risparmio può essere davvero interessante.

Come avere un buon risparmio energetico allora? Bisogna dare meno gas e cambiare marcia, cioè utilizzarne una più alta ad esempio quando si trasportano carichi leggeri. Il risultato è un viaggiare alla stessa velocità ma con un consumo sensibilmente più basso. La quantità di risparmio può essere superiore al 20%, che tradotto sono migliaia di euro o dollari.

risparmio energetico in agricoltura

I guadagni, come succede in questi casi, sono di natura doppia: da una parte infatti gli agricoltori possono consumare meno carburante (ma con lo stesso ragionamento imparare a razionalizzare l’acqua) e quindi risparmiare, aumentando il margine di guadagno, dall’altra parte è l’ambiente a guadagnarci, ricevendo meno emissioni di CO2 e vedendo le proprie risorse idriche consumate in maniera meno rapida.

D’altronde, nel settore agricolo esistono già anche mezzi elettrici, in grado di ridurre l’impatto sull’ambiente ma allo stesso tempo di movimentare grandi quantità di materiali, trasportando carichi molto pesanti.

Ci sono inoltre, ma se per il momento dovrebbero essere solo prototipi, piccoli mezzi di lavoro mossi dall’energia prodotta da un pannello solare flessibile sistemato sul tetto. Ma si tratta appunto di prototipi, e la strada appare ancora lunga.

In ogni caso, garantire un maggior rispetto dell’ambiente, da parte di coloro che vivono di esso, dovrebbe essere una priorità persino maggiore di quella legata al risparmio, onde evitare per il futuro un impoverimento di risorse a cui nulla potrà poi porre rimedio.

 

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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