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Il Piano Energetico Regionale del Veneto

Ultimo aggiornamento: 21-10-2013

In un contesto in cui la questione energetica globale è tra le priorità, anche l’europa pone le proprie linee di indirizzo e, attraverso queste, obbliga i paesi membri ad adottare adeguate politiche energetiche. L’Italia assegna ad ogni Regione questo compito: realizzare il proprio piano energetico regionale per concorrere al raggiungimento degli obiettivi energetici nazionali.

Qui vediamo quello che sta per essere varato della Regione Veneto, dall’assessore Massimo Giorgetti.

Il piano energetico regionale del Veneto punta su due obiettivi differenti ma complementari: risparmio energetico, attraverso la riduzione degli sprechi, ed aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Due obiettivi che sono, in realtà, per una corretta politica energetica, due facce della stessa medaglia.

Il “menowatt” è l’indicatore suggerito dal piano energetico regionale: un’unità di misura ‘ad hoc’ per il risparmio energetico che sarà ottenuto attraverso l’ottimizzazione di ogni forma di utilizzo dell’energia. La priorità, dunque, al risparmio ed alla riduzione degli sprechi. A ciò farà da “contraltare” l’incremento delle fonti rinnovabili, fotovoltaico dunque, ma non solo.

La regione Veneto, dunque, stila il proprio piano per l’efficienza energetica attraverso la stesura di un chiaro documento programmatico:  gli interventi previsti riguarderanno in particolare, coibentazioni delle strutture edilizie, sistemi di produzione e cogenerazione di energia pulita, sistemi di monitoraggio e controllo degli impianti di produzione in funzione e riduzione degli sprechi e dei consumi.

 

Ecco qualche dato sul bilancio energetico regionale.

piano energetico

I consumi energetici totali dell’intera Regione ammontano a circa 11 mln di Tep (Tonnellate Equivalenti di petrolio, unità di misura dei consumi di energia) che, in wattora, sono circa 128 mila Gigawattora l’anno.
La produzione energetica interna alla Regione è di circa 4,7 mln di Tep, di cui, prodotti da fonte rinnovabile, circa 0,8 mln di Tep.

La differenza tra domanda energetica e produzione interna regionale è di circa il 57%. E’ su questo gap che la Regione vuole intervenire attraverso gli interventi di risparmio energetico, ottimizzazione dei consumi, e produzione da fonti rinnovabili.

Dunque, ricapitolando, in Tep (Unità di misura in tonnellate equivalenti di petrolio) la Regione ha:

  • domanda energetica: 11 mln
  • produzione regionale interna: 4,7 mln (di cui, da fonti rinnovabili: 0,8 mln)
  • gap tra domanda ed offerta interna: -57% da ridurre attraverso il risparmio energetico e l’incremento delle energie provenienti da rinnovabili.

In altre parole gli obiettivi riguarderanno principalmente la riduzione dei consumi da fonti fossili, l’incremento di idrico, solare, fotovoltaico, eolico ed altre rinnovabili ed l’utilizzo efficiente dell’energia, qualunque sia la fonte di produzione.

La Regione stabilisce il “come”, ma l’obiettivo del piano energetico regionale è posto in realtà dal cd. “burden sharing”.

Cosa è il burden sharing?
E’ un piano che prevede obiettivi specifici per ogni regione sulla produzione di energia da fonte rinnovabile. Si tratta di una vera e propria ripartizione regionale degli obiettivi nazionali (esiste infatti un “Piano Energetico Nazionale” che pone come target il 17% di produzione di energia fonti rinnovabili, entro il 2020).

Ogni regione deve dunque concorrere all’obiettivo nazionale di crescita delle fonti energetiche green, ed il burden sharing è lo strumento di questa ripartizione regionale.

Per ulteriori approfondimenti sul burden sharing leggi qui.

Per il Veneto l’obiettivo è che il 10,3% dell’energia elettrica, termica e dei trasporti provenga da fonte rinnovabile. Oggi è a circa il 7,5%.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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