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Cosa sono il consorzio PvCycle e l’italiana Ecolight

Ultimo aggiornamento: 27-03-2012
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PvCycle ed Ecolight per riciclare i pannelli solari

L’argomento preferito dai “detrattori dell’elettrico”, cioè dalle persone che vogliono a tutti i costi screditare le energie alternative e diffondere l’idea che non sono un’ alternativa percorribile per il nostro futuro energetico, è lo smaltimento dei pannelli solari: “tra 20 anni, quando i pannelli non funzioneranno più, dove potranno essere smaltiti”?

Tralasciando il fatto che molto probabilmente nessuna di queste persone si preoccupa di sapere tra 20 anni che fine avranno fatto le loro automobili, o le loro scarpe, o i loro computer o cellulari, c’è anche da aggiungere una serie di fattori: il primo è che non è certo vero che i pannelli “non funzioneranno più” tra 20 anni; funzioneranno semplicemente meno rispetto al giorno dell’acquisto: un 20% in meno, che ovviamente andrà ad aumentare negli anni successivi. Il pannello produrrà quindi meno energia… ma è anche vero che saremo già rientrati dell’investimento da 10 anni o più, quindi il degrado delle prestazioni non implicherà un costo, ma solo una diminuzione del guadagno negli anni a seguire.

C’e’ poi da considerare il fatto che i pannelli saranno collocati presumibilmente su un tetto, quindi anche il giorno che dovessero esaurirsi completamente, non costituirebbero nessun tipo di intralcio, ma aiuterebbero semplicemente la funzione del tetto.

In ogni caso, già adesso stanno nascendo delle aziende e consorzi che hanno come scopo proprio il recupero e lo smaltimento dei pannelli solari fotovoltaici esauriti, come PvCycle e l’italiana EcoLight.

PvCycle

PvCycle è un servizio europeo di recupero dei pannelli fotovoltaici usati, lanciato nel 2007 come iniziativa su base volontaria senza scopo di lucro, che ha già raccolto in questi anni migliaia di tonnellate di pannelli vetusti, obsoleti, guasti ed esausti. Il fatto interessante è che lo smaltimento dei pannelli da parte dei produttori è diventato obbligatorio con l’aggiornamento della direttiva europea 2002/96/CE sui RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche), con cui sono entrati a far parte della categoria anche i pannelli fotovoltaici; eppure il servizio PvCycle è gratuito per i proprietari dei pannelli: il recupero e riciclo è a carico dei produttori/venditori.

EcoLight

Ancora più “antico” di PvCycle è invece “EcoLight” , un consorzio per il recupero delle batterie usate nato nel 2004: per i normali impianti fotovoltaici normalmente non si usano ancora batterie, essendo i pannelli connessi direttamente in rete, ma è comunque tecnicamente possibile realizzare un impianto fotovoltaico completamente sconnesso dalla rete e indipendente, in grado cioè di erogare corrente elettrica a 220V anche in assenza di corrente di rete, semplicemente trasformando in tensione a 220V la tensione a 12V proveniente dalle batterie.

Purtroppo le batterie attuali, con tecnologia al piombo, hanno vita piuttosto breve (due o tre anni al massimo), per cui in caso di cosiddetto “impianto a isola” la sostituzione deve essere frequente, e il piombo è estremaente inquinante se abbandonato nell’ambiente; ma fortunatamente è anche piuttosto facile da recuperare dalle batterie usate per essere poi fuso e rivenduto a ditte che lo utilizzeranno per costruire batterie nuove.

Anche lo smaltimento delle batterie, come quello dei pannelli, è obbligatorio in Europa, già dal 2008:  il Decreto Legislativo 188, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 283 del 3 dicembre 2008, si propone degli obiettivi di raccolta per quanto riguarda le pile e gli accumulatori portatili: entro il 26 settembre 2012 dovrà essere conseguito un tasso di raccolta minimo pari al 25% del quantitativo immesso sul mercato; questo tasso di raccolta dovrà raggiungere entro il 26 settembre 2016 il 45% del quantitativo immesso sul mercato.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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