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Generazione distribuita e rinnovabili: ecco le nuove prospettive di sviluppo

Ultimo aggiornamento: 04-01-2013
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Fotovoltaico, minieolico e celle a combustibile. Queste sono, secondo un rapporto di Pike Research, le fonti rinnovabili che contribuiranno alla rivoluzione energetica. Il cambiamento energetico sarà principalmente nella crescita della generazione distribuita, ovvero di una produzione di energia non più accentrata e centralizzata in grandi centrali elettriche, ma distribuita sul territorio, policentrica, più vicina ai luoghi del consumo. Un modello in cui gli utenti possono in parte autoprodursi ed autoconsumare “sul posto” l’energia realizzata attraverso fonti pulite.

Parlando di business, secondo le prospettive del rapporto dell’istituto di analisi, il giro di affari per queste tecnologie raggiungerà gli 86 miliardi di dollari nel 2017 a livello globale. Nello specifico si parla qui di impianti e tecnologie di piccola taglia, sparse sul territorio. Non più mega centrali (inquinanti), quindi, ma un nuovo modello energetico, la generazione distribuita, appunto, che porterà con sè nuovi modelli di business in grado di diffondere su ampia scala le tecnologie del fotovoltaico, del mini-eolico e delle celle a combustibile.

La generazione distribuita, quanto è diffusa oggi a livello globale?

Secondo il rapporto queste tecnologie energetiche distribuite e “su piccola scala” rappresentano ancora meno dell’1% della capacità globale di produzione elettrica. Nonostante alcuni paesi, l’Europa e l’Italia in primis, hanno dato negli ultimi periodi la giusta importanza alla questione, a livello globale la produzione energetica distribuita attraverso il fotovoltaico o l’eolico è ancora agli esordi e dovrà fare i conti con le multinazionali che detengono ancora l’oligopolio energetico fondato sulle tradizionali tecnologie improntate sul carbone, petrolio, gas e nucleare.

generazione distribuita: fotovoltaico ed eolico

Dal punto di vista economico, quindi, di strada se n’è fatta ancora poca a livello mondiale, e ce n’è ancora molta da fare. Lo stesso discorso vale a livello di ricerca e sviluppo. I grandi impianti basati sulle fonti fossili costituiscono ancora il modello energetico dominante sul Pianeta.  Su scala globale pare, però, che la questione energetica sarà tra le principali direttrici di  sviluppo e, all’interno di questa, la generazione distribuita e le rinnovabili saranno le concrete prospettive di investimento per i prossimi anni.

I punti di forza che saranno alla base dello sviluppo della generazione distribuita sono molti.

Tra i principali c’è il vantaggio di poter creare dei centri produttivi “decentrati” senza la necessità di realizzare grandi infrastrutture di trasporto dell’energia. La vicinanza all’utente finale riduce di molto le dispersioni e le inefficienze energetiche ed economiche  legate al trasposrto dell’energia su grandi distanze. Nel complesso la generazione distribuita ha quindi costi minori perchè non necessita di costose linee di trasmissione dell’energia.

I costi minori sono dovuti ad un altro fattore fondamentale: la materia prima dell’energia non è una fonte da estrarre, lavorare, trasportare e commercializzare. La materia prima è una fonte naturale presente spontaneamente nell’ambiente (sole, vento, acqua, ecc…). Non ci sono quindi costi di importazione, esportazione, produzione delle materie prime.

Parlando di fotovoltaico, infine, già si può notare con chiarezza di quanto sia sceso il prezzo di produzione a livello globale.
Parlando invece di europa, osserviamo un costante avvicinamento alla grid parity che renderà di per sè il fotovoltaico e le rinnovabili competitive rispetto alle tradizionali centrali elettriche.

Questi fattori di sviluppo, questi punti di forza della generazione distribuita, spiegano perchè il rapporto di Pike Research stima una crescita significativa degli investimenti e del giro d’affari per i prossimi anni, per la precisione per i prossimi 5 anni. Gli analisti stimano infatti un giro d’affari globale legato alla generazione distribuita in crescita dagli attuali 69 miliardi di dollari agli 86 miliardi del 2017.

 

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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