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Energia e carbone in Italia, i pericoli secondo il WWF

Ultimo aggiornamento: 05-07-2012
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Quella dell’ energia è la grande sfida di questo millennio. Trovare nuovi modi, nuove tecnologie, nuove opportunità per produrre luce, corrente, riscaldamento e refrigerio deve essere un impegno che ognuno deve prendersi cercando di non distruggere Madre Natura. Per questo bisogna dare delle serie risposte alla domanda: “Qual è il futuro energetico e climatico in Italia”.

Sfruttare i raggi solari o il vento con impianti fotovoltaici o eolici, oppure continuare a utilizzare l’acqua per generare energia sembrano ancora le soluzioni migliori, soprattutto se al loro posto si ipotizzano impianti nucleari. Eppure nel nostro paese, nonostante l’ultima ipotesi sia stata scartata dai referendum e dall’onda emotiva di Fukushima, c’è una nuova minaccia ambientale pronta a esplodere. Mentre le rinnovabili si diffondono e il petrolio perde terreno, si preannuncia il ritorno del carbone.

Alcuni eventi hanno messo in allarme il WWF e altre associazioni ambientaliste, perché si fa sempre più probabile l’utilizzo del carbone come fonte di energia. Questa tesi è avvalorata dalla riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Porto Tolle, che si trova in

energia a carbone

Gli effetti dell' energia a carbone

provincia di Rovigo. A questo si aggiunga il benestare del Governo a valutare l’impatto ambientale della costruzione di un impianto del combustibile fossile a Reggio Calabria, dove si trovano le saline joniche. Ancora un altro allarme è arrivato sempre dal Ministero dell’Ambiente, che ha ceduto alle richieste dei petrolieri di ridurre, a 12 miglia dalla aree marine protette, il limite delle trivellazioni.

Queste iniziative sono in netto contrasto con le iniziative che si stanno prendendo nel resto d’Europa e anche con le decisioni prese nel recente summit mondiale sullo sviluppo sostenibile che si è svolto a fine giugno a Rio de Janeiro, Rio+20. Inoltre va a scontrasi, questa ipotesi di carbonizzare l’Italia, con il piano di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e gas serra che il Governo avrebbe dovuto seguire per uniformarsi agli altri paesi europei.

Per questo il Wwf e altre organizzazioni ambientali sono pronte a far firmare una petizione per scongiurare il pericolo. Una raccolta di firme che è incoraggiata dalla campagna “No al carbone, Si al futuro”. Sul sito dell’associazione c’è un intenso dossier in cui vengono riportati i pericoli dell’utilizzo del combustibile fossile considerato il più inquinante e anche il più pericoloso. Infatti, il 43% delle emissioni di gas serra mondiali provengono dal suo utilizzo. Inoltre le ricerche scientifiche hanno dimostrato che il carbone provoca malattie che danneggiano il cuore, le vie respiratorie, possono provocare tumori e ictus. Tutto questo per un materiale di cui si può fare certamente a meno grazie alle nuove opportunità della tecnica unite alla bontà della natura.

Maria Grazia Midulla, Responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia, ha spiegato: “Per garantire un futuro a basse emissioni di carbonio e un’economia a basso impatto ambientale, l’Italia deve liberarsi del carbone e guardare alle rinnovabili e all’efficienza energetica. In una parola, al futuro”. Per firmare la petizione stopcarbone.wwf.it, qui troverete tutte le informazioni sul pericoli di questa fonte di energia, inoltre potrete diventare attivisti della campagna, promuovendo sui vari social network l’iniziativa.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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