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Ecco come un’azienda risparmia il 30% della bolletta

Ultimo aggiornamento: 24-04-2014

Ecco una altro buon esempio di “buone prassi energetiche”. Si tratta dell’allevamento Zarattini, in Friuli, e si tratta di fotovoltaico senza incentivi. L’azienda, che consuma buona parte dell’energia elettrica totale durante il giorno per far funzionare i propri macchinari, ha installato senza incentivi un impainto fotovoltaico da 130 kw di potenza di picco: un tetto di circa 1.300 metri quadrati ricoperto di pannelli fotovoltaici per sopperire a parte del fabbisogno energetico dell’allevamento.

La particolarità di questo progetto è che è tra i primi ad essere realizzati senza incentivi: l’azienda ha messo un impianto fotovoltaico da 130 kw di potenza al servizio della propria attività aziendale. Per questo motivo l’impianto non beneficia nè di incentivi economici, nè di sgravi fiscali, riservati esclusivamente a chi installa al servizio della propria abitazione.

Trattandosi di “azienda”, dunque, e non di “abitazione”, la capacità di ammortamento dell’impianto arriva esclusivamente dalla capacità di autoconsumare l’energia autoprodotta risparmiando sulle bollette elettriche. Non solo: a contribuire al rientro economico dell’investimento c’è anche il beneficio dello scambio sul posto che remunera parzialmente l’energia immessa nella rete elettrica.

La prima fonte di guadagno dell’impianto in grid parity, infatti, è l’energia autoprodotta: autoproducendo parte del proprio fabbisogno energetico l’azienda taglia le bollette elettriche del 30%. La seconda fonte di guadagno è la remunerazione garantita dal meccanismo dello scambio sul posto: tutta l’energia che non viene immediatamente autoconsumata dall’impianto, viene immessa in rete e pagata al suo prezzo di mercato. Per vedere come funziona lo scambio sul posto leggi qui la guida completa.

 

come azienda risparmia il 30 per cento della bolletta

 

L’impianto fotovoltaico da 130 kw, dunque, procura all’azienda, a conti fatti, un risparmio del 30% sulle bollette realizzando un auto-ammortamento dell’impianto in qualche anno. L’impianto da 130 kw, infatti, produrrà ad un ritmo di almeno 1.056 kwh per kw l’anno, cioè: circa 137 mila kwh/anno (ovvero almeno 2.750 MWh sui 25 anni di funzionamento impianto).

La realizzazione è stata messa a punto da ESPE, azienda nata nel 1974 nel padovano che si occupa di impianti energetici da fonti rinnovabili, e copre circa il 45% del fabbisogno elettrico dell’allevamento. Il taglio delle bollette, come detto, si aggira sul 30% degli attuali importi.

L’interesse di questo progetto è che è tra i primi ad essere realizzati in completa “grid parity“. Ovviamente a determinare la grid parity è, in questo caso, il rapporto tra i costi sostenuti per l’installazione ed i benefici che apporta l’impianto sui consumi elettrici dell’azienda. Il buon ritorno economico, infatti, è garantito da una quota minima di autocosnumo che taglia i costi in bolletta. Le stime di progetto, infatti, prevedono che verrà autoconsumata circa l’80% dell’energia prodotta.

A proposito di costi: fatti i dovuti calcoli l’impianto, secondo Tiziano Meneghetti, direttore e amministratore delegato di ESPE, fissa il costo di produzione dell’energia a 12 centesimi di euro, contro il costo di acquisto in bolletta di oltre 18 centesimi per kilowattora (leggi qui la stima della spesa annua per l’elettricità).
Questa differenza di costo sarà quella che permetterà di ammortizzare i primi anni le spese di installazione impianto e permetterà di ottenere un effettivo risparmio del 30% sui costi energetici dell’azienda.

Il vantaggio maggiore, secondo il titolare dell’azienda, è però quello di avere a disposizione energia pulita ad un prezzo fisso per almeno i prossimi 20 anni e ciò può essere un risvolto determinante per creare un vantaggio competitivo dell’azienda per i prossimi anni.

Anche i benefici ambientali non sono per niente trascurabili: l’impianto consentirà di evitare l’emissione in atmosfera di 72.872 kg di CO2 all’anno.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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