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Chi inquina paghi. Manifesto sulla fiscalità ambientale

Ultimo aggiornamento: 23-05-2014

A chi inquina: niente sconti. Anzi: chi inquina paghi, visto che crea un danno alla collettività che dovrà poi rimediare ai danni subìti.
Il mondo oggi, invece, sembra andare in tutt’altra direzione.

Sussidi e sconti fiscali a chi inquina, a chi erode le risorse naturali, a chi pregiudica il futuro della natura e dell’ambiente. Sembra un paradosso, eppure è la realtà di oggi in Italia dove il sistema fiscale è studiato in modo tale da portare benefici a chi utilizza le fonti non rinnovabili.

Contro queste distorsioni del sistema è ora di dire basta e invertire rotta, trovando anche le forze per uscire da questa crisi. “Basta incentivi al consumo di risorse ambientali” è il manifesto di Legambiente e Radicali italiani con cui propongono di dire addio agli sconti e alle esenzioni di cui beneficiano imprese e soggetti che consumano fonti fossili per premiare i cittadini e le imprese che investono in fonti rinnovabili.

Per avere un’idea delle cifre di cui stiamo parlando, nel 2014 ci sono state delle esenzioni sulle accise pari a 5,7 miliardi di euro. Chi ne ha beneficiato principalmente? Coloro che operano nel settore dei consumi di fonti fossili. Altri 2 miliardi (nel 2012) sono stati sussidiati nelle bollette dell’energia, sempre a fronte del consumo di fonti fossili.

Se ci illudiamo che la distorsione si limiti al campo energetico, la realtà del campo ambientale ci farà ricredere. Canoni di concessione bassi, a volte perfino nulli, rendono lo sfruttamento di cave e fonti idriche un vero business; le spiagge vengono concesse senza procedure di gara e sono quanto più spesso oggetto di abuso edilizio, mentre gli incentivi per la riqualificazione delle aree sono così scarsi da convincere che è meglio desistere… per non parlare della lunga mano della criminalità organizzata che si allunga su questi beni.

chi inquina paghi

Auspicare che la trasparenza e la semplicità inducano una maggiore concorrenza, una spinta innovativa è più che naturale, ma non basta. Per questo, il manifesto, riprendendo il Trattato istitutivo dell’UE e il Protocollo di Kyoto, avanza un’effettiva applicazione del principio “chi paga inquina”.

Un principio che abolisca i sussidi per chi produca inquinamento e, anzi, faccia loro carico del costo sociale che le loro esternalità generano sulla collettività e sull’ambiente: dal depauperamento delle risorse al diritto delle generazioni future di ricevere in eredità un mondo vivibile.

Oltre al gettito fiscale della tassazione, la speranza è che il comportamento divenga più sostenibile, adottando fonti rinnovabili in luogo di quelle fossili.

In pratica, cosa propone il Manifesto? L’eliminazione di qualsiasi distorsione del sistema: dall’abolizione dei sussidi e l’imposizione di accise a chi inquina, a una generale revisione dei canoni e delle norme sullo sfruttamento delle risorse naturali, ogni misura che possa minare il consumo e di rendite sarà promossa, così come ogni iniziativa che favorisca l’innovazione e la trasparenza.

Con circa 10 miliardi di gettito che, ad oggi, è concesso ai soggetti energivori e sfruttatori di risorse naturali, si potrebbe uscire dalla crisi, e ripartire. Un’utopia? Non proprio: investendo queste somme per ridurre la tassazione sul lavoro e incentivando l’innovazione energetica delle rinnovabili, la competitività del paese non potrebbe che crescere.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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