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Prezzo fotovoltaico e imprese: questione di sopravvivenza

Ultimo aggiornamento: 27-05-2013
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Il prezzo del fotovoltaico ha subìto negli ultimi anni un notevole calo, a livello nazionale e globale, tanto da farlo risultare conveniente anche senza incentivi. Questo è “un lato della medaglia”. Il “risvolto” è che il prezzo del fotovoltaico sul mercato è calato più rapidamente del costo di produzione, causando situazioni di insostenibilità economica per le imprese.

Secondo i dati del rapporto “Solar energy report” dell’Energy&Strategy Group (2013), parlando dei tradizionali pannelli fotovoltaici policristallini il calo complessivo del prezzo è stato di ben il 26% nel corso dell’ultimo anno (nell’anno precedente era arrivato a raggiungere un calo del 42%). A fronte di questa riduzione del prezzo di vendita, il calo del prezzo di produzione è stato di circa il 17% l’anno, per un costo di produzione medio di circa 0,63 €/watt a dicembre 2012.

Questi livelli di prezzo del fotovoltaico hanno portato le imprese italiane a ridurre sensibilmente i propri margini di guadagno, ottenendo in alcuni casi perdite anche del 5% a fine 2012. Da un lato i prezzi di mercato, dunque, e dall’altro i costi di produzione: un difficile equilibrio che ha portato nel 2012 non pochi problemi alle aziende produttrici italiane.

Per il fotovoltaico monocristallino la tendenza di prezzo è similare: riduzione di prezzo del fotovoltaico pari a circa il 20% tra inizio e fine 2012 (calo invece del 40% nel corso del 2011) e costi di produzione calati, sempre nel corso del 2012, del 13%. Il rapporto tra il costo di produzione ed il prezzo di mercato del fotovoltaico ha causato, anche in questo caso, perdite di profitto considerevoli per le imprese italiane, passando da un guadagno di circa il 4% a inizio anno ad una perdita media di circa il 6% a fine anno.

prezzo fotovoltaico

Riassumendo, ecco schematicamente la situazione di prezzo del fotovoltaico e delle imprese produttrici nel corso del 2012:

1) Fotovoltaico monocristallino (gen-dic 2012):

  • costo medio di produzione: da 0,76 €/watt a 0,63 €/watt
  • prezzo medio del modulo  : da 0,81 €/watt a 0,60 €/watt
  • margine lordo: da +6,2% a -5%

2) Fotovoltaico policristallino (gen-dic 2012):

  • costo medio di produzione: da 0,80 €/watt a 0,70 €/watt
  • prezzo medio del modulo  : da 0,83 €/watt a 0,66 €/watt
  • margine lordo: da +3,6% a -6,1%

Questi i dati del “Solar Energy Report 2013”. Da questi dati è evidente come si è sviluppata una condizione di non-sostenibilità economica per la filiera italiana portata ad operare in condizioni di perdita economica.

I motivi di questa situazione sono diversi: da un lato c’è, certo, il rapporto tra il costo di produzione ed il prezzo di vendita del fotovoltaico, dall’altro lato c’è, ed è questo il maggior responsabile, una situazione di sovrapproduzione rispetto alla domanda effettiva dei moduli: il cd. oversupply. Condizione generata  da un eccesso di capacità produttiva di celle e pannelli fotovoltaici rispetto alla reale domanda.
Solo per dare due numeri: nel mondo la capacità produttiva di pannelli fv nel 2012 è stata di circa 60 gigawatt, la domanda annua effettiva è stata invece di circa 33,7 gigawatt, poco più del 50%.

 

Il prezzo del fotovoltaico

Al di là della situazione di difficoltà per le imprese italiane dovuta al fenomeno dell’oversupply (ed al difficoltoso rapporto tra costi di produzione e prezzi di mercato), la riduzione del prezzo del fotovoltaico ha avuto la sua incidenza sullo sviluppo stesso del mercato in europa (Italia compresa) e nel mondo.

Ecco in breve il prezzo del fotovoltaico nel corso del 2012, diviso in tre fasce di prezzo, secondo i dati del “Solar Energy Report 2013”:

  • prezzo fotovoltaico “made in China” di bassa gamma  (gen-dic 2012):
    da 0,67 €/watt a 0,44 €/watt
  • prezzo fotovoltaico “made in China”  (gen-dic 2012)
    da 0,78 €/watt a 0,57 €/watt
  • prezzo fotovoltaico “made in Europe/Usa”  (gen-dic 2012)
    da 0,90 €/watt a 0,66 €/watt

Questi sono ovviamente i prezzi di mercato “alla fonte”, prezzi emessi dai produttori dei pannelli.

I prezzi dei pannelli cinesi (non di “bassa gamma”)  sono mediamente inferiori a quelli dei pannelli europei o statunitensi del 14-18%. I prodotti cinesi di “bassa gamma”, invece, sono più economici del 24-39%. Questa maggiore economicità è dovuta principalmente a due fattori: il minor costo del lavoro in Cina rispetto ad Europa ed Usa e la presenza in Cina di sussidi diretti del governo alla imprese produttrici, misure che hanno scatenato in europa e in Usa politiche anti-dumping per  fronteggiare la reale situazione di “concorrenza sleale”.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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