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Cosa è il dispacciamento dell’ energia elettrica ?

Ultimo aggiornamento: 06-04-2012
Voto:4/5 (7696 voti)

 

Cosa si intende per dispacciamento dell’energia elettrica

Di regola l’energia elettrica non si può  immagazzinare, nasce dunque il problema di mantenere l’equilibrio tra domanda di elettricità e quantità prodotta e offerta in ogni momento, questo allo scopo di garantire la continuità dell’approvvigionamento in condizioni di piena sicurezza. La sicurezza si realizza nel momento in cui il sistema è in grado di far fronte ad anomalie, quale può essere per l’appunto uno sbilanciamento, senza ricorrere all’interruzione dei servizi e tantomeno mettendo in pericolo gli apparati.

E come è possibile leggere sul Testo Unico ricognitivo della Produzione elettrica pubblicato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, proprio in questo consiste il dispacciamento: nella “gestione coordinata delle immissioni e dei prelievi di energia elettrica e dei flussi di energia elettrica sulla rete di trasmissione ai fini del mantenimento del bilanciamento del sistema elettrico in condizioni di sicurezza”. Un servizio che in Italia è compito di Terna la quale agisce seguendo per l’appunto i dettami dell’Autorità.

 

Il problema del dispacciamento con le fonti rinnovabili …

Questo servizio diventa tanto più difficile da approntare all’aumentare delle fonti di immissioni di energia elettrica nel sistema e soprattutto qualora queste fonti non siano programmabili per motivi intrinseci alla tecnologia utilizzata.

Difficoltà che si manifestano in tutta la loro evidenza nell’attuale quadro italiano sempre più contraddistinto dalla presenza di una gran quantità di piccoli impianti da fonti rinnovabili e in particolare da impianti fotovoltaici che generano e immettono energia in rete in maniera intermittente e soprattutto in quantità non prevedibile.

Proprio l’Aeeg aveva evidenziato la problematica in un orientamento pubblicato il 9 febbraio scorso in cui si dichiarava, a fronte di una rapida crescita di fonti rinnovabili non programmabili, la necessità di un passaggio da reti di distribuzione passive a reti attive tramite l’implementazione di smart grid e rendendo i produttori maggiormente partecipi ad una gestione più efficiente e sicura del sistema elettrico generale.

 

… e i costi che comporta

In particolare l’Autorità lamenta che i costi di un procurato sbilanciamento da parte di queste fonti finiscano per essere socializzati, un approccio sbagliato indotto dall’iniziale scarsa diffusione delle rinnovabili ma che adesso appare del tutto inadeguato a fronte del boom del fotovoltaico consequenziale alle efficaci politiche di incentivo perseguite in questi anni.

Nel suddetto orientamento l’Autorità si sbilanciava ipotizzando un nuovo sistema di costi per lo sbilanciamento che dunque consentirebbe una maggiore immissione di energia elettrica proprio dalle fonti rinnovabili e non programmabili come il fotovoltaico, a parità di rete e di altre risorse disponibili.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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4 Commenti

  1. francesco, il 15 Marzo 2018 ore 19:24

    cosa si può dire..siamo in uno Stato di ladri avallati dallo Stato che è il primo ladro

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