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Il fotovoltaico tra due modelli di business

Ultimo aggiornamento: 13-08-2013
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Può la tecnologia energetica modificare l’economia energetica? Ecco il fotovoltaico, tra due modelli di business.

Lo sviluppo del fotovoltaico ruoterà sempre più intorno a due modelli di business: da un lato quello “commerciale”, di sviluppo delle grandi centrali fotovoltaiche, dall’altro quello residenziale e delle imprese, volto all’autoconsumo, volto quindi a ridurre i prelievi dalla rete.

La prima fase degli incentivi aveva spinto verso la prima direzione.
La seconda fase degli incentivi ed il post-incentivi sta spingendo verso la seconda: quella dell’autoconsumo e della generazione distribuita.

Leggi qui perchè l’autoproduzione / autoconsumo da fonte rinnovabile conviene per famiglie e imprese.

 

Il mercato del fotovoltaico, dopo gli altalenanti andamenti del 2013, che vedranno chiudere l’anno a circa 11 gigawatt di nuova potenza installata, ricomincerà a crescere dal 2014, precisamente dal secondo trimestre del prossimo anno. Ad affermarlo è la società di analisi di mercato Npd Solarbuzz che ritiene che il fotovoltaico continuerà la sua corsa in Europa dopo questo periodo di assestamento conseguente alla fine degli incentivi (in Italia).

Da oggi infatti si lavora nella direzione della grid-parity e verso nuove forme di incentivazione, come quelle, già avviate, degli sgravi fiscali o dei sistemi di accumulo (vedi Germania).

fotovoltaico due modelli di business

In Europa, dunque, il mercato del fotovoltaico, oltre ad essere condizionato come gli altri settori, dalla crisi economica congiunturale, vive una latente spaccatura tra due modelli di business e di sviluppo.

Il fotovoltaico tra due modelli di business ruota oggi intorno a:

  • da un lato, il modello della produzione centralizzata per la distribuzione e la vendita (simile al tradizionale modello produttivo energetico);
  • dall’altro, il modello “diffuso” per l’autoconsumo e la generazione distribuita (nuovo modello di sviluppo, innovativo, che nasce grazie alle nuove tecnologie energetiche pulite).

 

 
Pare dunque che proprio le nuove tecnologie energetiche siano in grado di cambiare anche l’economia energetica, ed i suoi “modelli di business”, grazie alla nascita di nuove pratiche di auto-sostentamento in grado di mettere in crisi il tradizionale oligopolio energetico delle grandi utility.

Si andrà verso una democratizzazione energetica?

 

Non si ha ancora ben chiaro se questi due modelli siano contrapposti tra loro o se possano essere in realtà complementari: due facce della stessa medaglia. Vero è, però, che il modello della generazione distribuita può andare in contraddizione con quello della produzione centralizzata nella misura in cui il primo va a ledere una fetta di mercato del secondo.

In altre parole: la diffusione distribuita dei piccoli e medi impianti finalizzati all’autoconsumo va a ledere gli interessi delle utility che saranno sempre meno “oligopoli” e sempre più dovranno avere a che fare con la concorrenza dei piccoli produttori.
Non solo: famiglie e imprese, autoproducendosi l’energia necessaria al proprio auto-sostentamento,  evitano di acquistare energia dalla rete, gran parte della quale è prodotta dalle grandi centrali elettriche e dai grandi (pochi) produttori.

 

Il primo modello di sviluppo del fotovoltaico (ma vale anche per l’eolico) si basa sulla domanda di energia elettrica e sullo sviluppo delle reti di distribuzione da grandi centri produttivi verso la vendita al dettaglio.
Il secondo modello si basa invece sull’autoproduzione finalizzata ad evitare l’acquisto di energia in bolletta. Da questo punto di vista, in effetti, lo sviluppo del secondo modello mina le basi dello sviluppo del primo.

In definitiva, la crescita del fotovoltaico in Europa dipenderà ,da un lato, da quanto i diversi paesi saranno in grado di risolvere le barriere legate alla rete di distribuzione (che accoglie ora anche le fonti rinnovabili) e, dall’altro lato,  da quanto saranno in grado di far conciliare i due modelli di business rendendoli complementari piuttosto che contrapposti.

 

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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