L’Italia è un paese sempre più verde per quanto riguarda l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. A dirlo è il rapporto Comuni Rinnovabili 2015 diffuso da Legambiente, un dossier con un’approfondita mappatura delle fonti non esauribili utilizzate nel territorio italiano.
Lo scenario nazionale
Il primo dato che emerge dal rapporto è quanto sia cambiato l’utilizzo dell’energia nel nostro paese. Secondo i dati di Legambiente negli ultimi dieci anni i consumi di energia sono calati del 2,3%, rispetto ad una crescita complessiva del 28,7% nel decennio precedente. Una forbice del 31% causata in gran parte dalla contrazione dovuta alla crisi economica in atto. Ancora più significativo il calo dell’utilizzo dell’energia termoelettrica, sceso del 34,2% nell’ultimo decennio.
Se la crisi spiega questa contrazione, sono però le fonti rinnovabili a contribuire al cambiamento maggiore, quello relativo al mix energetico nazionale. Dal 2005 ad oggi infatti l’energia elettrica derivante da fonti non fossili è passata dal 15,4% al 38,2%, con un importante incremento del 22,8%.
Questo incremento ha portato l’Italia al primo posto per utilizzo del fotovoltaico rispetto alla totalità dei consumi di energia elettrica. Il dato da solo mostra come i timori verso tutte le fonti rinnovabili fossero quindi infondati.
L’Italia vista dal basso: i comuni
Legambiente ha deciso di realizzare questa ricerca partendo dalle unità territoriali più piccole: i comuni. La scelta ha permesso di comprendere fino in fondo al situazione energetica del paese, dove, se i dati aggregati sono significativi, lo sono ancora di più quelli relativi ai singoli comuni. La presenza di impianti alimentati con energia rinnovabile, siano essi fotovoltaici, eolici, idroelettrici, geotermici o a biomasse è infatti capillarmente diffusa su tutto il territorio, senza eccezioni.
L’enorme presenza di impianti è significativa non solo dal punto di vista numerico, ma anche da quello della tipologia degli impianti stessi. A fronte delle centrali a cui altre forme di produzione di energia ci avevano abituato, molta parte degli impianti rinnovabili è di piccole o piccolissime dimensioni. 800 mila impianti dimostrano come dallo scenario gestore-consumatore si stia passando sempre di più alla figura del prosumer, un produttore consumatore che utilizza un’energia prodotta dagli impianti di cui è proprietario.
Rilevante tra i panorami ritratti dal rapporto è anche la presenza dei comuni 100% rinnovabili, in grado di fornire l’energia necessaria alla comunità locale prodotta utilizzando solo fonti rinnovabili.
Il modello dei piccoli comuni, se applicato sul larga scala, sembra essere quindi la soluzione per uno scenario energetico sostenibile economicamente, in grado di creare occupazione e sviluppo, e soprattutto sostenibile dal punto di vista ambientale. Il futuro delle fonti fossili è quindi definitivamente segnato?
Il rapporto è disponibile sul sito Legambiente Comunirinnovabili.it
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”