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La strategia energetica nazionale

Ultimo aggiornamento: 18-09-2012

Il tema energetico è di sicuro tra i temi attualmente più determinanti, oggi e nel prossimo futuro. Qual è la strategia energetica nazionale messa in campo dalle attuali politiche ? Ridurre la bolletta energetica. Proprio come in una normale famiglia in tempo di crisi il governo nazionale punta a ridurre le spese con un ridisegno complessivo della bilancia energetica nazionale pienamente in linea con i dettami dell’austerity tanto in voga.

Obiettivo basilare:  ridurre la fattura energetica di 14 miliardi di euro l’anno, abbattendo la spesa da 62 miliardi fino a quota 48 e soprattutto riducendo drasticamente la dipendenza del nostro paese dagli approvvigionamenti dall’estero che attualmente pesano sul totale per l’84% , cifra che nei desideri del governo dovrebbe scendere fino al 67%. Questo l’elemento primo dell’attuale strategia energetica nazionale.

Obiettivi tanto lungimiranti, nell’ottica di una ristrutturazione del sistema Italia, quanto necessari nell’attuale stato dell’economia.
Tuttavia ciò che ancora lascia abbastanza perplessi è il metodo che ancora guarda prioritariamente alle fonti tradizionali. Traini del piano, la cui bozza è stata resa pubblica dalle agenzie di stampa, dovrebbero essere infatti il sostegno all’efficienza energetica e il maggiore utilizzo degli idrocarburi estratti dal sottosuolo nazionale.

Resta dunque confermato il ridimensionamento di spesa operato nei confronti degli incentivi alle fonti rinnovabili che comunque, anche se lasciati camminare “con le proprie gambe”, dovrebbero al 2020, stando alle dichiarazioni,  arrivare a coprire il 38% del fabbisogno energetico nazionale e raggiungere la quota del 20% prima di quanto imposto dalle norme europee.

strategia energetica nazionaleSe il governo ritira progressivamente il sostegno alle rinnovabili si ripromette invece incisivi interventi nel campo dell’efficienza energetica che in futuro potrebbe portare ad un taglio dei consumi del 24%. Un miliardo di euro all’anno verrà invece destinato allo sviluppo del settore termico e in particolare all’implementazione di impianti di modeste dimensioni.

Per il resto il piano, la strategia energetica,  si incentra ancora sulle fonti fossili. Uno degli obiettivi dichiarati è quello di coprire il fabbisogno dei trasporti con i biocarburanti per una quota del 10% e al contempo cercare di calmierare i costi alla pompa grazie a interventi tesi a migliorare la concorrenza quali l’obbligo di prevedere un self service in ogni stazione di servizio, la liberalizzazione dei servizi aggiuntivi e l’incremento del numero di pompe prive di marchio.

Per ridurre la dipendenza dall’estero il nostro governo ha anche in serbo l’ipotesi di accrescere l’utilizzo delle riserve poste sul territorio nazionale. Le 700 milioni di tonnellate di petrolio che si stimano essere nel sottosuolo italiano dovranno essere estratte ad un ritmo superiore rispetto alle attuali 24 milioni di tonnellate l’anno con un risparmio in bolletta che potrebbe raggiungere i 5 miliardi di euro l’anno.

Il punto più discutibile della bozza, stante la crisi di efficienza delle centrali a gas,  potrebbe essere considerato quello riguardante i sostanziosi investimenti previsti in questo settore i quali puntano a fare del nostro paese il cuore della distribuzione di gas nel mediterraneo tramite la costruzione di rigassificatori e centri di stoccaggio e costituendo reti di gasdotti che rendano possibile l’importazione di gas dall’Algeria e dall’Europa Orientale.

Si tratta tuttavia di opere di impatto non trascurabile sul territorio e per questo il governo pensa ad un ridisegno dell’art. 117 della Costituzione al fine di depotenziare la potestà legislativa concorrente delle regioni in un campo delicato per l’interesse nazionale quale la costruzione di infrastrutture per l’approvvigionamento di energia.

In definitiva: quale strategia energetica nazionale all’agenda del governo ? Si parla poco, ancora troppo poco, di rinnovabili. Si decide di stoppare gli incentivi al fotovoltaico, si ostacola l’eolico ed altre rinnovabili anche attraverso la complessificazione burocratica. In compenso si parla troppo, ancora troppo, di petrolio, carbone, gas, viadotti, ecc..

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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