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India, la prima rete energetica interamente solare

Ultimo aggiornamento: 23-07-2014

Greenpeace sostiene l’indipendenza energetica da fonte solare in un villaggio in India: ecco la prima rete elettrica autonoma che prende energia dal sole e la distribuisce agli abitanti del villaggio.

Potrebbe essere un interessante modello di sviluppo, replicabile ed attuabile nelle aree rurali dove non arriva l’elettricità.
Greenpeace India, insieme ai partner Basix e CEED hanno inaugurato la prima micro-rete ad energia solare per portare energia pulita agli abitanti di un piccolo villaggio nel Bihrar.

Nello specifico l’impianto, inaugurato dal contadino più anziano del villaggio, è di 100 kw di potenza e fornirà elettricità gratuita e pulita, in tempo reale, a più di 2.400 abitanti del villaggio, 450 case e 50 piccole attività commerciali comprese due scuole ed una struttura sanitaria.

Queste le parole di Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International:

“Oggi abbiamo dimostrato come le centinaia di milioni di persone al mondo che ancora non hanno accesso all’energia elettrica in maniera continuativa in un futuro non lontano potranno provvedere al proprio approvvigionamento con l’energia solare”.

“Questa micro-grid (micro-rete) solare è esattamente il tipo di innovazione necessaria per portare elettricità e sviluppo sostenibile a più di 1 miliardo di persone nel mondo che ancora non hanno accesso all’energia. Questo tipo di sviluppo è il migliore possibile perchè può bypassare il pericoloso modello di sviluppo basato sulle fonti fossili (petrolio, carbone, gas) inquinanti dannose ed esauribili. Modello che già hanno subìto le civiltà occidentali”.
“Questo nuovo modello, inoltre, permette il controllo diretto dell’energia diffusa direttamente dalle persone”.

fotovoltaico in india

Nella sola India più di 300 milioni di persone ancora vivono senza l’energia elettrica. Secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia, circa 1,3 miliardi di persone al mondo ancora vivono senza elettricità.

In questa regione indiana la gente illumina le proprie case ancora con lampade a cherosene, molto costose ed estremamente dannose per la salute. Non solo: vengono ancora molto utilizzati generatori a diesel che oggi potrebbero venire affiancati ad impianti fotovoltaici ed eolici oltre che da adeguati sistemi di accumulo elettrico.

 

Ecco le parole di un abitante del villaggio di Dharnai:

“Negli ultimi  30 anni abbiamo provato diverse strade per ottenere un adeguato approvvigionamento energetico a costi sostenibili. Mentre l’economia indiana cresceva a passi da gigante, noi siamo rimasti fermi all’uso di lampade a cherosene ed alla generazione elettrica tramite motori diesel, molto costosi. Ora possiamo dire con orgoglio che Dharnai è leader nell’innovazione ed, avendo finalmente definito la propria autosufficienza energetica, può contribuire fattivamente allo sviluppo ulteriore del paese”.

 

Questo modello energetico può aiutare a creare, peraltro, migliaia di posti di lavoro, migliora l’indipendenza energetica del paese ed il suo sviluppo economico. L’intera India, utilizzando fotovoltaico e fonti rinnovabili per alimentare reti locali, può facilmente arrivare a tagliare le emissioni di oltre l’80% entro il 2050 e porre fine all’utilizzo del carbone.

Il progetto, secondo i vertici di Greenpeace, dimostra come anche le persone, senza le multinazionali e le grandi aziende, possono creare reti di produzione energetica “dal basso” e come si possono sostituire mega progetti energetici che si basano sul nucleare e sui combustibili fossili; mega progetti che nascono già obsoleti.

Greenpeace ora chiede al governo Bihar di installare micro-reti energetiche rinnovabili per villaggi simili, e di impostare un quadro politico e normativo che sostenga questi progetti.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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