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Fotovoltaico: la soluzione per dare energia all’Africa

Ultimo aggiornamento: 27-01-2015

Se il mondo cosiddetto sviluppato al tramonto si trova costretto a fare i conti con l’inquinamento luminoso, per circa il 70% della popolazione che vive in Africa il problema al calare del sole è esattamente opposto: il buio assoluto, causato dalla mancanza di una rete elettrica a cui spesso si sopperisce con illuminazione alimentata a kerosene.

L’assenza di energia elettrica non genera però solo problemi di illuminazione ma ha anche conseguenze molto importanti, come ad esempio l’impossibilità di conservare medicinali o ancora di organizzare corsi di istruzione serali.

Tuttavia se molti dei problemi che attanagliano l’Africa potessero essere alleviati dalla presenza di una rete elettrica, è bene che questa sia generata da fonti rinnovabili per non incrementare ancora maggiormente l’inquinamento presente. E’ il parere espresso dal World Future Council con l’African Renewable Energy Alliance, una fondazione creata nel 2009 per diffondere l’uso di energia da fonti rinnovabili nel continente.

solar power station

Grazie alla fortissima esposizione al sole, il fotovoltaico appare essere la soluzione più attuabile, anche grazie alla possibilità di creare impianti modulari che non necessitano di una rete estesa, una soluzione che potrebbe essere applicata anche nelle aree più remote e che permetterebbe il funzionamento anche in caso di conflitti, fattore impensabile invece con una rete elettrica alimentata da grandi centrali collegate tra loro.

L’uso del fotovoltaico è già stato introdotto attraverso appositi kit forniti ad alcuni villaggi, che hanno dato fino ad ora buoni risultati.

EPC Consortium, con le società aderenti CR Technologies e Warex, ha studiato una soluzione che potrebbe essere applicata con successo ai villaggi africani, la Solar Power Station K10, una stazione autonoma per la produzione di energia elettrica da solare, sufficiente per alimentare un villaggio di quattrocento persone. L’impianto è trasportabile e pre-assemblato e può quindi essere messo in funzione in modo molto semplice, garantendone così anche un possibile utilizzo futuro in un luogo diverso.

Durante le ore diurne la stazione mette a disposizione circa 10 kWh e parallelamente accumula l’energia necessaria per erogare fino a 30kWh nelle ore notturne. La stazione è in grado di funzionare anche in caso di cattivo tempo ed è caratterizzata da una durabilità molto più lunga rispetto ad i kit distribuiti fino ad ora.

Le società romane hanno messo a punto anche moduli con potenza superiore, denominati K30 e K60 per rispondere alle necessità di consumo maggiore.

Al momento una stazione K10 è in funzione sperimentalmente in Costa d’Avorio, ma se i dati ottenuti saranno soddisfacenti, essa potrà essere adottata anche altrove, per dare finalmente all’Africa, l’energia (elettrica) di cui ha bisogno.

 

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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