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La minaccia nucleare del Giappone mette in luce le bugie sull’ energia atomica

Ultimo aggiornamento: 14-03-2011
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La minaccia atomica proveniente dal Giappone si ritorce come un boomerang sull’attuale dibattito italiano sul Nucleare e sulle fonti energetiche rinnovabili.

Il disastro giapponese rappresenta, oltre alla grande tragedia umana causata dall’onda anomala e dal numero di morti e dispersi “che ha portato con sè”, una reale minaccia di contaminazione nucleare, minaccia inizialmente minimizzata dal Governo italiano, in questo momento preoccupato solo di fare propaganda nuclearista a favore delle lobby del nucleare.

Le ultime notizie parlano di un reale pericolo di contaminazione, i reattori hanno rischiato la fusione, le barre di uranio hanno rischiato e rischiano tutt’ora un eccessivo surriscaldamento che potrebbe causare ulteriori e più gravi esplosioni con conseguenti fughe di radioattività. Per capirci, il meccanismo che si può innescare è come quello di una grande bomba atomica.

I governanti cercano di rassicurare, intanto gli Stati Uniti hanno spostato una portaerei (che era in missione umanitaria) facendola allontanare dall’area, dopo aver accertato livelli di radiazioni anormali a 160 km dalla costa.

Tornando all’Italia, le bugie più gravi che si stanno diffondendo sul Nucleare, scientemente diffuse dalle Lobby, sono almeno due: la “ sicurezza ” e l’ “ economicità ” dell’energia atomica.

Due fantomatici “punti di forza” che la realtà dei fatti di queste ore in Giappone sta, ahimè, chiaramente smentendo.

La “ sicurezza ”

Le centrali nucleari giapponesi sono costruite con standard di sicurezza garantiti per sopportare terremoti di magnitudo 8,5 gradi sulla scala Richter. Il terremoto è stato di 8,9 gradi.

Le centrali italiane dovrebbero costruirsi, stando ai progetti, con standard di sicurezza in grado di sopportare magnitudo di 7,1 gradi (già più basse rispetto ai rigorosi standard giapponesi), ma chi può assicurare che non avverrà entro il prossimo secolo un terremoto, o qualsiasi altro evento naturale o no.., in grado di mettere a rischio la sicurezza dei reattori? Nessuno può prevedere i terremoti come nessuno può prevedere possibili ed eventuali fattori di rischio sul lungo periodo.

Per avere un’idea della portata di tali fenomeni e degli standard italiani rispetto a quelli giapponesi: il terremoto dell’Aquila, che da noi ha causato 300 morti ed una città letteralmente rasa al suolo, in Giappone non avrebbe fatto danno alcuno neanche alle strutture. Come si può pretendere di parlare in Italia di “sicurezza”, dopo quel che succede in Giappone, paese tra i più avanzati tecnologicamente al mondo?

Se in una centrale nucleare si guasta l’impianto di raffreddamento, così come è accaduto ad almeno due reattori in Giappone, il “nocciolo” diventa esattamente come un’enorme bomba atomica, pronta ad esplodere.

Ricordiamo che in Francia, ad es, il 40 per cento delle risorse idriche del paese viene utilizzato per raffreddare i reattori nucleari.

La “ economicità ”

Il secondo fantomatico “punto di forza” messo in campo dalle lobby e sostenuto dal Governo è la cosiddetta “ economicità ” della produzione energetica per mezzo di centrali nucleari. L’energia prodotta dal nucleare sarebbe più economica di quella prodotta dalle altre fonti. Come qualsiasi economista insegna tra i costi ci sono le esternalità negative, ovvero, i costi economici, ambientali e sanitari a carico della collettività. In questo caso, il problema primo è il costo dello smaltimento delle scorie radioattive. Nessun paese ha ancora trovato una soluzione definitiva a questo problema. Le centrali producono scorie radioattive che rimango “attive”, appunto, per migliaia di anni. Chi paga i costi per questo smaltimento? Di certo non chi oggi costruisce le centrali, ma la collettività che si trova domani a fare i conti con questi “rifiuti pericolosamente radioattivi”.

Non parliamo poi dei costi sociali ed economici di possibili incidenti o eventi che possano mettere in pericolo la sicurezza dei reattori nucleari. Non parliamo ulteriormente di questo perchè li stiamo drammaticamente conoscendo con quel che sta succedendo in Giappone.

Questi sono oneri, esternalità negative, che i favorevoli al nucleare non conteggiano nei loro business plan perchè sono a carico della collettività e delle generazioni presenti e future.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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