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Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici

Ultimo aggiornamento: 30-08-2016
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In Italia di fotovoltaico se ne installa ormai da oltre 10 anni, da quando, nel 2006, nasceva il primo conto energia. Ad oggi gli impianti fotovoltaici in funzione sono quasi 700 mila per una potenza totale disponibile di quasi 19 Gigawatt. La gran parte delle installazioni sono costituite da piccoli e medi impianti domestici e industriali e la gran parte di questi beneficia del meccanismo dello Scambio sul Posto. Tutti questi impianti in funzione rappresentano un enorme potenziale per chi si occuperà della gestione e smaltimento dei pannelli fotovoltaici obsoleti.

Il tema del riciclo e smaltimento del fotovoltaico, infatti, dal punto di vista ambientale è importante almeno tanto quanto la produzione di energia pulita. Produrre elettricità senza emissioni, infatti, rischia di diventare “un buco nell’acqua” se non ci si occupa di smaltire gli impianti riducendo al minimo l’impatto ambientale. Anzi, più che di “smaltimento” sarebbe più corretto parlare di Riciclo. Tutte le componenti dei moduli fotovoltaici, infatti, possono e devono essere riciclati per rientrare nel ciclo produttivo. Si tratta per lo più di materie prime quali alluminio, vetro, plastica, silicio e metalli rari (ad esempio argento). Tutti materiali non nocivi e completamente riciclabili.

Per regolamentare la gestione del fine-vita impianto, il Gse, Gestore dei Servizi Energetici che gestisce gli incentivi alle rinnovabili e lo scambio sul posto, ha già pubblicato le istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici incentivati. Ne riportiamo il link a fondo articolo.

 

I pannelli fotovoltaici esausti sono Rifiuti Elettronici e come tali vanno gestiti

istruzioni operative gestione smaltimento pannelli fotovoltaici

Dal punto di vista normativo dal 2014 ogni pannello fotovoltaico è considerato un AEE, un Apparecchio Elettrico ed Elettronico. Ogni pannello che giunge “a fine vita”, ogni modulo da smaltire, dunque, rientra nella la categoria dei RAEE, Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, e come tale va trattato, attraverso la presa in carico di appositi Sistemi e Consorzi di Riciclo e Smaltimento.

Ogni produttore e importatore di pannelli fotovoltaici oggi ha l’obbligo di aderire ad un Consorzio di Smaltimento e Riciclo certificato. Il consorzio si occuperà di gestire il corretto smaltimento dei pannelli a fine vita: dal ritiro allo smaltimento. L’adesione ad un Consorzio di ogni produttore e importatore di moduli manleva gli stessi, ed i clienti finali, dall’onere di gestire lo smaltimento dell’impianto alla fine del suo ciclo produttivo.

Dunque: oggi ogni pannello fotovoltaico è un RAEE, Rifiuto di Apparecchio Elettrico ed Elettronico, ed ogni modulo fotovoltaico immesso sul mercato italiano deve essere “preso in carico” da un Consorzio di Smaltimento certificato in grado di garantire il corretto smaltimento e trattamento di riciclo.

A causa della continua evoluzione normativa, non tutti gli impianti fotovoltaici vengono smaltiti allo stesso modo e secondo gli stessi criteri. Gli impianti installati ai tempi dei primi incentivi, quando ancora i produttori non erano obbligati ad aderire ad alcun consorzio, hanno procedure diverse degli attuali impianti installati senza incentivi.

Non solo, gli impianti più piccoli hanno procedure e costi di smaltimento diversi rispetto agli impianti più grandi.

Vediamo nel dettaglio cosa prevedono le istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici incentivati dal Gse.

 

Come smaltire i pannelli fotovoltaici Domestici installati in Conto Energia

I pannelli fotovoltaici domestici sono quelli con potenza inferiore ai 10 kW e sono equiparati ai cd. “RAEE Domestici”.
I pannelli fotovoltaici del primo, secondo, terzo, quarto e quinto Conto Energia sono quelli installati indicativamente tra il 2006 ed il 2014.

Ecco la procedura. L’erogazione degli incentivi al titolare dell’impianto (da parte del Gse), come ben sappiamo, dura 20 anni. A partire dall’undicesimo anno il Gse trattiene una piccola quota di incentivo che verrà restituita al proprietario dell’impianto nel momento in cui certifica di aver smaltito i moduli correttamente.

Gli impianti, una volta smontati, vanno conferiti gratuitamente agli appositi centri di raccolta, per esempio la piattaforma ecologica più vicina. I centri di raccolta dovranno rilasciare una certificazione di avvenuto smaltimento al titolare dell’impianto che dovrà poi consegnare questa certificazione al Gse. Il Gse, fatte le opportune verifiche, restituirà al titolare la quota di incentivo precedentemente trattenuta (con gli interessi).

L’obbligo di smaltimento e questa procedura sono obbligatori anche dopo la scadenza del periodo di incentivazione e per gli impianti domestici, cioè sotto ai 10 kW, il tutto è completamente gratuito.

Tutti gli impianti incentivati sono soggetti a questa trattenuta di incentivo? No. Per i pannelli fotovoltaici i cui produttori o importatori hanno già aderito ad un consorzio di smaltimento, il costo di gestione del rifiuto fotovoltaico è già in carico al consorzio che manleva il produttore ed il cliente dall’onere di gestire lo smaltimento.

Se i moduli installati sono stati acquistati da un produttore o un importatore che aveva già aderito ad un Consorzio Certificato di Gestione e Smaltimento RAEE, allora basterà presentare al Gse il certificato di adesione al Consorzio per evitare la trattenuta degli incentivi. In realtà molti di quelli che hanno installato col IV e V Conto Energia dovrebbero aver già presentato al Gse il Certificato di un consorzio di smaltimento e sono quindi esonerati dalla decurtazione temporanea degli incentivi.

In poche parole, ciò che serve, in ogni caso, è garantire che lo smaltimento dell’impianto fotovoltaico venga gestito in maniera corretta. Ci sono due modi per poterlo certificare: dimostrare che i moduli sono stati acquistati da un produttore già aderente ad un Consorzio Certificato, oppure dimostrare che i moduli sono stati smaltiti presso un apposito Centro di Raccolta, che rilascia un Certificato di avvenuto smaltimento.

 

Smaltimento dei pannelli fotovoltaici Professionali incentivati col Conto Energia

I pannelli fotovoltaici professionali sono quelli con potenza maggiore o uguale ai 10 kW e sono equiparati ai cd. “RAEE Professionali”.

La procedura di smaltimento è come quella degli impianti Domestici, con la differenza che, per gli impianti uguali o superiori ai 10 kW, il titolare deve sostenere alcuni costi aggiuntivi. Il soggetto responsabile dell’impianto fotovoltaico deve infatti, in questo caso, rivolgersi ad operatori identificati dalla normativa vigente sostenendo qualche onere aggiuntivo per il ritiro dell’impianto, già smontato, e per il suo conferimento presso il centro di raccolta più vicino.

Nel caso di pannelli fotovoltaici professionali il proprietario dell’impianto fotovoltaico può anche decidere di delegare tutta la procedura al Gse che si occuperà della completa gestione delle operazioni di raccolta, trasporto, trattamento, recupero e smaltimento dei moduli fotovoltaici esausti.

In ogni caso, a garanzia di un corretto smaltimento, il Gse trattiene “alla fonte” una quota degli incentivi dovuti al proprietario dell’impianto fino a che non si conclude correttamente la procedura.

 

Le quote di incentivi trattenute dal Gse a garanzia del corretto smaltimento

Come detto, se i moduli fotovoltaici non sono già “in carico” ad un Consorzio di Smaltimento RAEE, il Gse, a partire dall’undicesimo anno di erogazione degli incentivi, trattiene una quota a garanzia del corretto smaltimento dei moduli a fine vita.

Quanto trattiene il Gse dagli incentivi?

Il Gse trattiene:

  • 12 euro a pannello per gli impianti fotovoltaici sotto ai 10 kW (cioè: RAEE Domestici)
  • 10 euro a pannello per gli impianti fotovoltaici da 10 kW o più (definiti: RAEE Professionali)

Nel primo caso la trattenuta viene effettuata in un’unica soluzione. Nel secondo caso la trattenuta viene ripartita in 10 anni.

Se, ad esempio, abbiamo un impianto fotovoltaico da 3 kw, composto da 12 pannelli, verranno trattenuti temporaneamente dagli incentivi 144 euro (cioè: 12×12). Questa quota sarà restituita, comprensiva di interessi, quando il Gse riceverà il certificato di corretto smaltimento dei pannelli presso l’apposito Centro di Raccolta.

Se invece abbiamo un impianto fotovoltaico da 40 kW, composto da 160 pannelli, il Gse trattiene dagli incentivi 1.600 euro (cioè: 160×10) ripartiti in 10 anni a partire dall’undicesimo anno di incentivazione.

Le quote, vista la normativa ancora in evoluzione, sono provvisorie soggette a revisione.

 

Come viene gestito lo smaltimento degli impianti fotovoltaici installati dopo gli incentivi

Nel 2012 l’Unione Europea ha emesso una direttiva che classifica i sistemi fotovoltaici come “Apparecchi Elettrici ed Elettronici”. I pannelli esausti, quindi, vanno avviati al Riciclo come tutti i rifiuti elettrici ed elettronici.

Dal 2014, con Decreto Legislativo n.49/2014 i produttori e gli importatori di pannelli fotovoltaici in Italia sono obbligati ad aderire ad un Consorzio o Sistema di Smaltimento dei RAEE (rifiuti elettrici ed elettronici). I Consorzi sono tenuti a ritirare i moduli esausti e gestire il loro smaltimento per il corretto riciclo. Il costo dello smaltimento, in questo caso, è trattenuto “alla fonte” e pagato dal produttore che aderisce al Consorzio di Smaltimento RAEE.

Lo smaltimento e riciclo del fotovoltaico è a carico del produttore. Il produttore (o importatore) delega al proprio Consorzio di Smaltimento che si occuperà del ritiro, trasporto e riciclo degli impianti “professionali” giunti a fine vita. In questo sistema, com’è ovvio che sia, ogni modulo immesso sul mercato italiano ha completa tracciabilità: dalla produzione, all’installazione, fino allo smaltimento e riciclo.

 

 

Per approfondire la procedura per gli impianti incentivati scarica le Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici dal sito del Gse.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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