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Fotovoltaico vs termoelettrico: come si misura la competitività?

Ultimo aggiornamento: 10-02-2014
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Fotovoltaico vs termoelettrico. La sfida odierna, e per i prossimi anni, è quella di rendere il solare fotovoltaico definitivamente competitivo rispetto al termoelettrico. Solo allora la produzione di energia pulita potrà sopperire appieno al fabbisogno elettrico nazionale. Ma per far questo bisogna superare alcuni limiti che frenano ancora lo sviluppo del solare su ampia scala. Tra i limiti, primi fra tutti ci sono: il costo di realizzazione degli impianti e la sicurezza/continuità dell’approvvigionamento energetico.

Il futuro del comparto fotovoltaico è legato  alla capacità delle aziende di modificare le proprie strutture di consumo, tenuto conto che a livello nazionale la maggior parte dei consumi elettrici avviene in ambito industriale, più che domestico. Ma questo è un punto a favore dello sviluppo del fotovoltaico: la maggior parte dei consumi aziendali, infatti, avviene nelle ore di maggior produzione del solare, a differenza dei consumi domestici.

 

Fotovoltaico vs termoelettrico, dunque: questa la sfida. Ma come si misura la competitività del fotovoltaico?

Oggi, la competitività del fotovoltaico non si misura più in base agli incentivi riconosciuti dell’energia prodotta, ma in funzione del vantaggio economico che può derivare dall’autoconsumo e dall’ottimizzazione delle risorse.

In altre parole: oggi conviene mettere il fotovoltaico se si riesce a sfruttarlo in maniera preminente per i propri consumi, anche nei momenti in cui il potenziale produttivo del solare non è massimo (sera, notte, inverno, ecc..).

La prima regola, dunque, è l’ottimizzazione delle risorse e dei consumi. La seconda: è aumentare l’autoconsumo rispetto all’immissione in rete dell’energia prodotta. Risparmio energetico ed efficienza, da un lato, autoproduzione, dall’altro. I due aspetti devono andare in parallelo e solo lavorando sul “sistema” elettrico, si può ottenere la vera competitività del fotovoltaico rispetto al termoelettrico (cioè: rispetto all’acquisto dell’energia dalla rete).

fotovoltaico vs termoelettrico

Fotovoltaico vs termoelettrico, come misurare la competitività?

 

Fotovoltaico vs termoelettrico in ambito nazionale

In ambito nazionale competitività significa soprattutto riuscire ad integrare in maniera completa le fonti rinnovabili nel sistema elettrico nazionale: opportuni adeguamenti tecnici di rete, dunque, ma anche sistemi di accumulo per rendere disponibile di notte l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici di giorno.

Il raggiungimento della competitività del fotovoltaico rispetto al termoelettrico si chiama grid parity.
Cosa è la grid parity del fotovoltaico? E’ una situazione di mercato in cui risulta più conveniente produrre energia col fotovoltaico rispetto al produrla con le tecnologie convenzionali (per la maggiore in Italia è il termoelettrico-gas a cicli combinati). Solo in questo modo l’energia fotovoltaica potrà avere prezzi di mercato competitivi e potrà quindi avere un vera diffusione per via della sua maggiore economicità.

Il raggiungimento della grid parity e di una effettiva parità nelle offerte tra le rinnovabili e le fonti di approvvigionamento convenzionali sono le vere sfide dei prossimi anni.

 

Fotovoltaico vs termoelettrico in ambito aziendale

In ambito aziendale la sfida fotovoltaico vs termoelettrico ha orizzonti ben più chiari e definiti. In estrema sintesi: nella misura in cui si autoconsuma direttamente la maggior parte dell’energia prodotta col fotovoltaico, è già oggi più conveniente utilizzare il solare fotovoltaico.
Dicevamo più sopra: risparmio energetico ed efficienza, da un lato, e auto-produzione, dall’altro. Questi due principi spingono il fotovoltaico ad essere già oggi competitivo rispetto al termoelettrico, ma il tutto comporta, ovviamente, una certa quota di investimento ed un periodo di ammortamento.

 

Ecco come calcolare la competitività del fotovoltaico vs termoelettrico per un’azienda

Un’azienda che ha elevati consumi giornalieri potrà trarre una buona convenienza dall’autoproduzione energetica già con costi da circa 2.500 €/kw.

Ecco perchè: per ogni kw di impianto installato l’azienda potrà beneficiare di circa 1.200 kwh/anno per almeno 20 anni, cioè: circa 24.000 kwh. Con una spesa odierna di 2.500 kwh il fotovoltaico produce circa 24.000 kwh.
In questo esempio il costo unitario dell’energia autoprodotta col fotovoltaico è di circa 0,10 €/kwh.
Qual è, invece, il costo unitario dell’energia acquistata dalla rete, ovvero il kwh termoelettrico?
Il costo lordo di acquisto dalla rete è di almeno 0,25 €/kwh (questo è il prezzo medio di oggi, ma avrà un incremento costante per i prossimi 20 anni).

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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