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Antifurti per impianti fotovoltaici, 5 cose da sapere per tutelarsi

Ultimo aggiornamento: 15-01-2014
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Il mercato degli antifurti per impianti fotovoltaici è un mercato che si sviluppa in parallelo a quello delle installazioni degli impianti.

Un mercato in espansione, come quello del fotovoltaico,  non poteva restare al di fuori dell’interesse della criminalità: i furti di pannelli fotovoltaici sono ormai sempre più numerosi. Pensare quindi di investire in un sistema di protezione non significa essere paranoici, ma solo proteggere nel migliore  dei modi la nostra proprietà.

Gli antifurti per impianti fotovoltaici operano con caratteristiche simili a quelle degli antifurti di casa, e in commercio ne esistono parecchie varianti, basate su tecnologie differenti e con differenti vantaggi: entrando nello specifico vediamo quali sono quelli più conosciuti ed utilizzati.

 

Antifurti per impianti fotovoltaici: dai bulloni antiscasso al GPS

Innanzitutto c’è la possibilità di non acquistare un vero e proprio antifurto ma semplicemente inserire etichette e bulloni antiscasso. Le prime rendono ogni pannello identificabile in quanto contengono un numero di serie che non è possibile rimuovere. Le etichette ostacolano la rivendita del pannello sul mercato, per questo motivo ne rendono impossibile il ri-utilizzo in Italia. I bulloni antiscasso, invece, permettono un fissaggio più sicuro e resistente dei pannelli e rendono impossibile lo svitamento per la rimozione.

antifurti per impianti fotovoltaici

Questi sistemi passivi di protezione possono rendere la vita più difficile al ladro, ma non impossibile: è possibile infatti comunque rimuovere i pannelli che potranno essere rivenduti ed usati.

Esistono poi antifurti per impianti fotovoltaici basati sul monitoraggio dei parametri funzionali: si tratta di un sistema di controllo in remoto, di solito utilizzato per i parchi solari e gli impianti medio-grandi. Esso è in grado di controllare i parametri di tutto l’impianto e in alcuni casi di ogni singolo pannello. Se viene segnalata un’interruzione nel funzionamento dei circuiti, che potrebbe indicare una manomissione, scatta l’allarme. Per sua natura, però, questo tipo di antifurto è utilizzabile solo per impianti in funzione.

Un’altra opzione è rappresentata dall’antifurto ad anello a fibra ottica: si tratta di un sistema che utilizza degli anelli chiusi in fibra ottica che passando attraverso i bulloni antistrappo forati dei pannelli rendono impossibile il furto. La rimozione anche di un solo pannello andrebbe a interrompere il fascio di luce che percorre la fibra ottica e farebbe scattare l’allarme. Questa tipologia è adatta a piccoli parchi o ad impianti domestici, è economica, evita i falsi allarmi, e visto che il suo funzionamento è scollegato da quello dell’impianto stesso, permette di proteggerlo anche durante la costruzione.

Abbiamo poi i sistemi perimetrali, che sono simili a quelli usati per le case, con telecamere di sicurezza, barre a infrarossi, sensori e sistema di monitoraggio a distanza.  Non viene però considerato un sistema molto affidabile, perché ai costi già alti della realizzazione si sommano le spese in più causate dai falsi allarmi dati dal passaggio degli animali o dagli eventi atmosferici particolarmente importanti.

Un ultimo tipo di antifurto per pannelli fotovoltaici è il GPS: all’interno di ogni pannello viene inserita una microscheda che permette di localizzare dovunque il pannello una volta rimosso. Qualora si tentasse di togliere la microscheda, anche il pannello verrebbe danneggiato. Questo sistema, quindi, non solo protegge l’impianto dal furto, ma, in caso di rimozione,  lo rende inutilizzabile.

 

Esistono insomma opzioni differenti di antifurti per impianti fotovoltaici, da scegliere in base alle caratteristiche dell’impianto fotovoltaico, del luogo di installazione e delle dimensioni impianto. Ognuno di questi antifurti elencati ha le sue peculiarità: punti di forza e criticità. In ogni caso, però, possono essere utili accorgimenti, precauzioni, per tutelare e garantire il proprio investimento fotovoltaico.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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