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Rinnovabili e fotovoltaico: cosa è l’ officina elettrica ?

Ultimo aggiornamento: 30-03-2012
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Licenza di officina elettrica: cosa è e da chi è gestita ?

Parlando di rinnovabili, per officina elettrica, o meglio officina di produzione di energia elettrica, si intende un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili che supera i 20 Kw di potenza di picco. Requisito essenziale per gli impianti sopra i 20 Kw è che l’impianto da fonti rinnovabili deve produrre almeno in parte per l’autoconsumo

Detto in altri termini: ogni impianto fotovoltaico o da fonti rinnovabili al di sopra dei 20 Kw di potenza e installato in modo da permettere l’autoconsumo è sottoposto all’obbligo, all’onere, di denuncia di Officina Elettrica presso l’ufficio dell’Agenzia delle Dogane territorialmente competente.

Un impianto fotovoltaico sopra i 20 Kw che autoconsuma anche solo l’1% dell’energia prodotta è Officina Elettrica ed è tenuto a presentare denuncia di apertura di officina elettrica presso il competente ufficio territoriale dell’agenzia delle dogane. Perchè questo? Per un motivo molto semplice: le accise, che dovrebbero pagare i produttori di energia elettrica, vengono (come accade per l’IVA) caricate sui consumatori finali. Le accise vengono infatti pagate in bolletta dai consumatori finali in proporzione ai Kwh di energia consumati. Nel momento in cui il produttore è anche un consumatore dell’energia da esso stesso prodotta, è tenuto a pagare le Accise sull’energia autoconsumata, dovrà quindi essere correttamente registrato presso l’Agenzia delle Dogane. Per questo un impianto che autoconsuma anche solo l’1% dell’energia prodotta è tenuto ad effettuare denuncia di apertura di officina elettrica.

 

Officina elettrica : quali impianti sono sottoposti all’obbligo ?

Da questo punto di vista il tipo di installazione dell’impianto è uno spartiacque fondamentale per l’obbligo di denuncia di officina elettrica all’Agenzia della Dogane:

– se un impianto, di qualsiasi potenza, immette in rete tutta l’energia prodotta, senza possibilità di autoconsumo, non sarà sottoposto all’obbligo di denuncia di Officina Elettrica, in quanto il soggetto responsabile non dovrà pagare nessuna accisa per il consumo (autoconsumo) di corrente elettrica.

– se un impianto è sopra i 20 Kwp di potenza,  immette l’energia in rete ed al contempo permette l’autoconsumo immediato dell’energia prodotta, sarà sottoposto all’obbligo di licenza di Officina Elettrica. Al titolare dell’impianto verranno fatte pagare le Accise per la sola quota di energia autoconsumata. L’energia autoconsumata viene calcolata per differenza tra l’energia prodotta in totale dall’impianto e l’energia immessa in rete. Queste due misurazioni sono date dai due contatori installati negli impianti in conto energia: il contatore di produzione ed il contatore di scambio.

– se un impianto, infine,  è sotto i 20 Kwp di potenza e permette l’autoconsumo, non sarà sottoposto all’obbligo di denuncia di apertura di officina elettrica. In questo caso, però, sarà comunque sottoposto all’obbligo di registrazione/schedatura presso l’Ufficio delle Dogane territorialmente competente.

 

Officina elettrica: quali oneri per i titolari degli impianti ?

L’apertura di licenza di Officina Elettrica comporta per il titolare dell’impianto una seria di oneri ed obblighi:

– il pagamento delle Accise sull’energia autoconsumata (pagamenti che vengono effettuati con acconti e conguagli)

– compilazione di un registro di produzione (eventualmente la responsabilità delle misure è delegabile alla società di vendita dell’energia elettrica previo corrispettivo)

– pagamento annuale all’Agenzia delle dogane di un diritto di licenza

– eventuali variazioni della Società o dell’impianto dovranno obbligatoriamente essere comunicate all’Agenzia delle Dogane (entro 30 gg)

– dichiarazione annuale all’agenzia delle dogane sui consumi annuali effettuati (comunicazione telematiche attraverso il sito dell’Agenzia)



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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