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Superare i combustibili fossili: Greenpeace promuove l’enciclica ‘Laudato sì’

Ultimo aggiornamento: 02-07-2015

Secondo i vertici di Greenpeace International l’enciclica firmata da Papa Francesco “Laudato sì” potrebbe dare il “la” alla necessaria rivoluzione che porterà al superamento dei combustibili fossili. Secondo il commento del direttore esecutivo dell’associazione ambientalista, anche grazie alle riflessioni generate da questa enciclica, l’adozione di un modello 100% rinnovabile potrebbe essere realtà per tutti entro il 2050.

Per Kumi Naidoo, Direttore esecutivo di Greenpeace International, la prima enciclica della storia sull’ambiente “porta il mondo un passo più vicino al punto di svolta” e rappresenta un importante intervento “nella battaglia comune dell’umanità per contrastare catastrofici cambiamenti climatici”.

Sono diversi i punti dell’enciclica “Laudato si’” che sono stati apprezzati da Greenpeace International. Tra i passaggi abbracciati con più convinzione figura quello in cui Papa Francesco definisce le risorse energetiche di origine fossile “altamente inquinanti” e in cui si invita a sostituirle “gradualmente e senza ritardi”. Per Greenpeace questo messaggio è trasversale alla nostra società ed è diretto tanto agli investitori quanto agli amministratori pubblici e ai dirigenti delle aziende private.

enciclica

Nell’enciclica si riafferma il valore assoluto dell’ambiente naturale, patrimonio collettivo da difendere e preservare. La responsabilità di ciò spetta a tutti, cittadini, istituzioni, aziende, associazioni, ecc. Secondo Greenpeace la forza del messaggio contenuto nell’enciclica sta nella sua universalità: i concetti espressi dal Papa hanno una valenza universale e non si limitano a riguardare i credenti. Tutti, cattolici e laici, devono impegnarsi attivamente per combattere il cambiamento climatico e per diffondere l’uso delle risorse rinnovabili.

Un altro punto dell’enciclica sul quale le posizioni del Papa e quelle di Greenpeace International convergono è la necessità di combattere l’ingiustizia climatica e sociale che vede gli abitanti del Sud del mondo fortemente svantaggiati rispetto a quelli del Nord. I Paesi poveri stanno pagando a caro prezzo le conseguenze del riscaldamento globale, pur non avendo contribuito a causarlo.

Secondo il capo dell’unità che si occupa di clima alla Greenpeace International, Martin Kaiser, l’enciclica ha anche il pregio di lanciare messaggi chiari e diretti. Messaggi che si auspica vengano accolti e ascoltati dai capi dei governi di tutto il mondo che saranno chiamati entro fine anno a stilare un protocollo internazionale sul clima nel corso della Conferenza di Parigi COP21.

L’auspicio di Greenpeace è triplice: oltre a sperare che i governi firmino un ambizioso progetto che lasci spazio allo sviluppo delle energie rinnovabili, si augura anche che la Chiesa – facendo seguito all’enciclica “Laudato si’” – sostenga attivamente anche a livello locale la rivoluzione energetica che punta al superamento dei combustibili fossili e che, infine, avvenga un cambio di rotta anche tra gli investitori. Sono già diversi gli investitori istituzionali e finanziari che stanno puntando sulle nuove tecnologie energetiche, disinvestendo dai settori legati al petrolio, al nucleare e al carbone. Greenpeace si augura che anche lo IOR inizi a operare in tal senso, promuovendo investimenti in energie pulite.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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