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Progetto Eden, utilizzare idrogeno al servizio delle rinnovabili

Ultimo aggiornamento: 01-10-2015

L’obbiettivo è semplice: produrre energia ed utilizzarla in qualsiasi ora del giorno e della notte senza emissione alcuna e producendola esclusivamente con le fonti rinnovabili. Come? Il progetto Eden si propone proprio per questo: utilizzare l’idrogeno come accumulo efficiente di energia pulita.

Il concetto è semplice: qualsiasi fonte rinnovabile produce elettricità pulita. Con l’elettricità, attraverso la “elettrolisi“, si produce idrogeno stoccabile in piccole quantità e con elevatissime efficienze. Con l’idrogeno, che è un combustibile pulito, si alimentano generatori elettrici e sistemi termici per produrre energia elettrica e calore. La risultante della combustione dell’idrogeno è, infatti, solo ed esclusivamente vapore acqueo.

Il progetto Eden, presentato a Trento a fine settembre e coordinato a livello europeo dalla Fondazione Bruno Kessler, è un progetto che si propone di utilizzare l’idrogeno, stoccandolo in “nuovi materiali”, per accumulare energia da utilizzare in qualsiasi momento della giornata. L’idea del protoripo è quella di creare una “fonte” di energia pulita per le case ed i luoghi pubblici.

progetto eden per stoccaggio idrogeno

Il gruppo di ricerca, avviato già dal 2012, ha raggiunto l’obiettivo di riuscire a stoccare idrogeno in un materiale allo stato solido, a base di magnesio, in grado di catturare e trattenere gli atomi di gas sulla propria superficie.

Qual’è il reale vantaggio di questa soluzione rispetto alle tante altre già sperimentate?

Con questa opzione non è più necessario tenere l’idrogeno in contenitori sotto pressione che hanno un elevato rischio per la sicurezza (per i rischi scoppio), ma è possibile stoccare idrogeno con standard di sicurezza molto più elevati.
Con questo prototipo è possibile stoccare in contenitori di pochi litri di volume, l’energia necessaria ad un’abitazione per 24 ore. Energia sia elettrica che termica disponibile in qualsiaso ora della giornata.

Con questa innovativa (e sicura) batteria a idrogeno è possibile superare i limiti che le attuali tecnologie da fonti rinnovabili attualmente hanno: il limite dell’intermittenza e della non programmabilità delle fonti rinnovabili. Con queste batterie a idrogeno sarà finalmente possibile sfruttare appieno le potenzialità delle fonti energetiche rinnovabili utilizzando sistemi di stoccaggio sicuri, non inquinanti e, soprattutto, ad elevatissima efficienza.

Ecco come Luigi Crema, il coordinatore FBK del progetto (“Fondazione Bruno Kessner”), valuta i vantaggi del progetto e ne delinea le prossime fasi:

“Il progetto EDEN si concluderà con un sicuro bilancio positivo, dal momento che con i partner di ricerca siamo stati in grado di sviluppare i componenti della tecnologia, di metterli assieme e di validare la funzionalità dell’intero sistema. Le attività del progetto termineranno a Barcellona dove, in collaborazione con l’agenzia dell’energia, faremo la sperimentazione del progetto in un ambiente reale.”

“Il prototipo realizzato propone la tecnologia EDEN su una scala analoga all’applicazione reale. La tecnologia EDEN integra vari componenti. Una pila a combustibile, che può essere alimentata da fonti rinnovabili come il sole e il vento, permette la produzione di idrogeno dall’acqua. Un serbatoio, contenente il materiale sviluppato nell’ambito del progetto, consente l’accumulo di idrogeno. Alcuni componenti completano il sistema, per il rilascio dell’idrogeno e la produzione di energia elettrica quando necessario all’utente”.

 

La sperimentazione del prototipo in ambiente reale, dunque, si terrà a Barcellona, prima della fase di produzione e mercato del prodotto. Qui il sistema di stoccaggio verrà messo al servizio di un impianto fotovoltaico che produrrà l’energia stoccata dalla batteria per illuminare di notte una zona centrale di Barcellona.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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