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L’inquinamento atmosferico ci costa il 5% del PIL

Ultimo aggiornamento: 06-08-2015

L’inquinamento atmosferico provoca ogni anno migliaia di morti nei Paesi europei ed ha costi esorbitanti che sono a carico della collettività. I dati più recenti sono quelli elaborati da una commissione d’inchiesta del Senato francese: ogni anno i cittadini francesi spendono oltre 100 miliardi di euro per fronteggiare le conseguenze dell’inquinamento atmosferico. La situazione è pressoché la stessa in Italia, dove i costi sono quantificabili in 88,5 miliardi, circa il 5% del PIL.

Una commissione d’inchiesta del Senato francese si è occupata di valutare qual è l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla collettività. Il rapporto elaborato dalla commissione stima i costi annuali da sostenere per affrontare le conseguenze provocate dall’inquinamento atmosferico in 100 miliardi di euro.

Si tratta in gran parte di costi di tipo sanitario: ogni anno in Francia le morti premature per patologie direttamente collegate all’inquinamento sono 42.000 e costano allo Stato tra i 68 e i 97 miliardi di euro. Oltre a quelli sanitari, la Francia deve sostenere anche costi di tipo ambientale, specie per la perdita di biodiversità, sia costi relativi alla manutenzione degli edifici danneggiati dall’inquinamento.

cambiamento climatico e salute

Tutto ciò significa che ogni cittadino francese esborsa ogni anno tra i 1.100 e i 1.600 euro per fronteggiare le conseguenze negative dell’inquinamento atmosferico. Di fronte a questi dati, il Senato ha proposto delle misure che dovrebbero alleggerire i costi. Tra le proposte più rilevanti ci sono l’introduzione di una tassa sulle emissioni di ossido di azoto e di polveri sottili. Un’altra proposta punta alla prevenzione sanitaria, con controlli finalizzati al monitoraggio delle condizioni di salute degli impiegati nei settori più soggetti a malattie respiratorie.

In Italia la situazione è del tutto paragonabile a quella francese. L’ultimo studio disponibile è quello diffuso ad aprile 2015 dall’OMS e dall’OCSE. Nel nostro Paese le morti legate all’inquinamento atmosferico (per patologie respiratorie o per forme tumorali che attaccano l’apparato respiratorio) sono circa 32.000 ogni anno. Il costo per le casse dello Stato è di 88,5 miliardi di euro.

In Italia l’inquinamento atmosferico ci costa il 5% del PIL e ha un’incidenza sul prodotto interno lordo molto più elevata rispetto ai Paesi maggiormente virtuosi a livello europeo. In cima alla classifica compaiono i Paesi scandinavi, Paesi ad alto reddito, molto sensibili alla difesa dell’ambiente e all’adozione di soluzioni poco inquinanti. In Svezia i costi sono lo 0,9% del PIL, in Finlandia lo 0,7% e in Norvegia solo lo 0,3%. L’inquinamento incide invece molto negativamente sulle economie dei Pesi dell’est Europa, dove i costi che ne derivano arrivano a coprire tra il 20 e il 30% del PIL. Secondo i dati risalenti al 2010, l’Europa ogni anno conta 600.000 vittime e spende più di 1.600 miliardi di dollari. Un motivo in più per sostituire le fonti fossili di energia, costose e inquinanti, con le fonti rinnovabili, più economiche e sicure.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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