Nel 2014 c’è stato un caldo record: tutte le rilevazioni condotte dall’agenzia meteorologica dell’ONU, dalla Nasa e da altri organismi internazionali sono concordi nell’affermare che l’anno appena concluso passerà alla storia come il più caldo di sempre.
I dati rilevati nel periodo tra gennaio e ottobre hanno fatto registrare una temperatura media più alta di 0,57°C rispetto alla media presa come riferimento, quella relativa al periodo tra il 1961 e il 1990. Se si restringe il campo agli ultimi 10 anni, invece, l’aumento medio è di 0,09°C. Anche i numeri dimostrano che l’aumento delle temperature è una costante: da quasi 40 anni non si assiste a un anno con temperature inferiori alla media (l’ultimo anno “freddo” è stato il 1978). Il trend di crescita è una chiara dimostrazione che l’alterazione del clima non è dovuta a fattori naturali, ma sia una conseguenza delle attività umane e dell’emissione di enormi quantitativi di gas serra in atmosfera.
Secondo Michel Jarraud, direttore della WMO, l’agenzia ONU che si occupa di clima e meteorologia, “il riscaldamento globale non conosce tregua” e, anzi, sembra aver accelerato la sua marcia nel corso del 21° secolo. Nella classifica degli anni con le temperature medie più elevate di sempre, 14 posizioni tra le prime 15 sono infatti occupate dagli anni post 2000, a cui si aggiunge il 1998.
Ciò che allarma maggiormente gli esperti è l’anomalia climatica che ha caratterizzato il 2014: temperature così elevate si sono registrate pur in assenza del fenomeno del Niño anche noto come ENSO (El Niño – Southern Oscillation). Il Niño si manifesta quando la temperatura superficiale delle acque dell’Oceano Pacifico risulta superiore di almeno 0,5°C rispetto alla media per un periodo di tempo di almeno 5 mesi. Quando si manifesta, el Niño giustifica in piccola parte l’aumento delle temperature, ma nonostante la sua assenza il 2014 è riuscito comunque a strappare il primato di anno più caldo di sempre.
Le rilevazioni sulle temperature terrestri sono iniziate dal 1880 e, da allora, la temperatura è già cresciuta di 0,8°C. Il fatto che il riscaldamento globale non accenni a diminuire, secondo gli esperti, si tradurrà in fenomeni atmosferici violenti sempre più frequenti e distruttivi. Il calore, infatti, è il principale responsabile della formazione dei cicloni, che potranno abbattersi sulle coste con una forza devastatrice.
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