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Solare e fotovoltaico in USA ad oltre il 22% di incremento

Ultimo aggiornamento: 14-04-2014

Il fotovoltaico in USA, come in molti altri paesi, segna ormai la sua maturità alzando l’asticella delle nuove installazioni ad oltre il 22% di incremento annuo.

Continua a crescere la produzione  e l’utilizzo del fotovoltaico negli Stati Uniti e secondo la EIA si posiziona addirittura al secondo posto, dietro il gas naturale per quantità della nuova potenza installata nell’ultimo anno. Terzo purtroppo resta ancora il carbone, ma la crescita delle nuove tecnologie sembra promettere davvero bene per il futuro.

La capacità raggiunta nello scorso anno, di 2.193 MW di nuove installazioni, è perfettamente il linea con i trend di espansione del solare fotovoltaico registrato negli anni passati, ed è sicuramente stato sostenuto dall’abbattimento dei costi degli impianti, che si stanno rivelando sempre più economici. Il fotovoltaico in USA segue anch’esso il trend mondiale di ribassamento dei prezzi. Gli impianti di maggiori dimensioni sono presenti attualmente in California per il 75% e in Arizona per il 10%, mentre il resto delle grandi installazioni solari è sparso per il paese.

Il 22% di incremento raggiunto comprende però anche il solare termico che dopo anni di scarsa attività sembra invece decisamente in crescita, grazie a parecchi impianti di grande dimensione che sono stati realizzati sempre in Arizona e California, e con ulteriori progetti in via di completamento per il biennio 2014/2016. È vero però che gli stessi annunci, fatti in passato, hanno trovato motivo di stop dovuto dall’impatto ambientale degli impianti o dagli stessi costi.

fotovoltaico in usa

Di contro resta appunto ancora il fatto che le centrali elettriche a gas naturale rappresentano il 50% dell’energia prodotta nel paese, mentre il carbone è al terzo posto.

Rimane per il momento relativamente marginale la produzione di energia dall’eolico, concentrata comunque in Stati come California e Kansas  e che ha avuto un crollo nel corso dell’anno passato, le biomasse, l’idroelettrica e quelle di altre tipologie.

C’è comunque la certezza che il solare fotovoltaico possa crescere anche per il 2014 e per gli anni successivi, in quanto sono in costruzione o in attesa di partire 6 grandi centrali realizzate e gestite da Conedison e Sempra Energy  che produrranno complessivamente 360 MW. Anch’esse come la maggior parte delle centrali fotovoltaiche presenti negli Stati Uniti, saranno nel Nevada e in California.

Accanto all’aumento della produzione si registra un aumento dei lavoratori impegnati nel settore, che secondo le ultime analisi sono passati dai poco più di 90.000 del 2010 ai quasi 150.000 del 2013.

Sembra che gli Stati Uniti, a differenza dell’Italia, abbiano capito chiaramente cosa possa realmente rappresentare il fotovoltaico negli USA, insieme alle altre fonti rinnovabili. Un’opportunità inconfutabile di crescita per il paese, per l’economia e per l’occupazione. Anche il bilancio energetico nazionale ne trae molteplici vantaggi: non solo per il risparmio sui “carburanti” (gas, petrolio, carbone o uranio), ma anche per la maggiore indipendenza dai paesi dai quali provengono le materie prime.

Se quindi un gigante come gli Stati Uniti riuscirà, nel corso degli  anni, a limitare il peso delle fonti non rinnovabili, il rientro non sarà garantito solo in termini di risparmio energetico, ma anche come ricaduta nel settore lavorativo. Con la speranza che possano essere d’esempio, insieme alla Germania, per molti altri paesi del mondo.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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