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Fonti rinnovabili e web, ecco quanto investono i colossi

Ultimo aggiornamento: 09-04-2014

Un rapporto di Greenpeace si interroga su quanto i più grandi colossi del web, Apple Facebook Google Twitter e Amazon, si mostrino propensi all’utilizzo delle fonti rinnovabili. Fonti rinnovabili e web: un rapporto d’amore in alcuni casi e d’odio in altri. Vediamo perchè.

Fonti rinnovabili di energia ed internet: potrà essere una nuova forma di simbiosi tra tecnologia e ambiente? In parte già lo è, ma col web assume le più vaste potenzialità dai risvolti decisamente interessanti: dall’energia solare termica e fotovoltaica, all’eolica, fino alla fonte geo-termica.

Quanto vengono utilizzate le fonti rinnovabili dai colossi del web? Dal rapporto di Greenpeace emerge che Twitter e Amazon usano meno le fonti rinnovabili, mentre Apple, Facebook e Google sono le tre multinazionali del web più propense all’utilizzo delle energie pulite. Facebook, in particolare, farà a breve un mega investimento di impianti eolici che faranno funzionare i propri server e la propria struttura al 100% con energia pulita prodotta da fonti rinnovabili.

Nel mondo le imprese “tecnologiche”, che non sono molto energivore, ma sono molto numerose, rappresentano circa il 2% delle emissioni inquinanti in atmosfera (più o meno quanto quelle dell’aviazione). Questi tipi di attività, infatti, che sembra si muovino esclusivamente nell’etere, in realtà macinano miliardi di dati al secondo in server e centri dati che consumano molta elettricità.

Anche l’informatica ha la sua componente prettamente fisica: i video che vediamo su youtube, i messaggi che ci scambiamo tramite facebook o twitter o le foto che condividiamo su instagram possono consumare l’equivalente energetico di un’intera flotta aerea di Boeings 747. Anche l’etere, dunque, contrariamente a quel che si pensa, può assumere l’aspetto di una nuvola decisamente nera.

fonti rinnovabili e web

Una Serverfarm può diventare estremamente energivora

Il numero di utenti internet, secondo alcune stime, crescerà del 60% nei prossimi 5 anni e con questo potranno crescere le emissioni inquinanti legate all’utilizzo di queste tecnologie, ecco perchè molte multinazionali del web si stanno già muovendo per fare dei propri servizi web dei servizi green.

Anche internet sarà dunque più rispettoso dell’ambiente attraverso le fonti rinnovabili, cosa di non poco conto visto che negli ultimi anni i servizi web hanno aumentato la domanda elettrica a ritmi esponenziali: la quantità di dati in viaggio per il web aumenterà entro il 2017 a ben 121 milioni di gigabytes.

 

Fonti rinnovabili e web, amore per alcuni e odio per altri

Torniamo a noi, torniamo al rapporto di Greenpeace.

Delle 19 imprese del web analizzate dalla organizzazione ambientalista, solo 5 sono convertite in buona parte alle fonti rinnovabili.

Tre le imprese “più verdi” ci sarebbe la Apple che si è impegnata ad alimentare i propri server attraverso l’utilizzo di energia proveniente da fonte rinnovabile: costruirà grandi parchi solari per i suoi centri dati nel nord Carolina e installerà nuovi centri dati alimentati da energia geo-termica e solare.

Anche Facebook, secondo il rapporto, è oggi un altro buon esempio di impresa del web orientata alle rinnovabili. La società fu in passato oggetto di critiche da parte di Greenpeace ed altre associazioni ambientaliste per il fatto che dipendeva dal carbone per più della metà dei suoi consumi energetici. Queste critiche portarono ad una campagna mondiale che, oggi, mostra i suoi risultati: oggi la “regina dei social” alimenta per lo più con energia verde i propri centri dati ed ha in programma una serie di imponenti investimenti sull’eolico (dicono il maggiore al mondo) che convertirà al 100% i consumi di Facebook in energia green.

Nonostante questi buoni esempi, ci sono ancora, secondo il rapporto Greenpeace, diversi ritardatari. Il primo è Twitter che ancora non si è dotato di un proprio centro di dati, a differenza di Facebook e Apple.
Per questo motivo la società che gestisce il social editoriale più usato al mondo non ha saputo dire quanti dei propri consumi energetici provenissero da fonti inquinanti o rinnovabili.

Il problema più inquietante, però, secondo il rapporto, è quello dei consumi prodotti dai servizi di Amazon che gestisce un traffico veramente imponente di utenti, soprattutto in Nord America. Amazon utilizza energia proveniente da fonte rinnovabile solo per il 15% dei propri consumi. La rimanente quota è prodotta, invece , da fonti non rinnovabili: 28% dal carbone, 27% dal nucleare, 25% dal gas (questi dati, però, sarebbero controversi e oggetto di contenzioso tra l’azienda e Greenpeace).

 

 fonti rinnovabili e colossi del web



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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