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Energia, come sarebbe il mondo senza fonti fossili ma solo rinnovabili?

Ultimo aggiornamento: 10-10-2014

Le fonti fossili, fino a che punto sono davvero necessarie? Uno studio della Stanford University simula cosa accadrebbe se la California abbandonasse completamente le fonti fossili a vantaggio di quelle rinnovabili entro il 2050. Lo studio fissa anche delle tappe intermedie, stabilendo il mix energetico ottimale per raggiungere l’obiettivo finale. Il risultato è piuttosto sorprendente e positivo, con la creazione di nuovi posti di lavoro, consumi ridotti, un ambiente e una popolazione più sani.

 

Lo studio della Stanford University

A coordinare lo studio che si è occupato di definire una roadmap per il passaggio all’energia pulita della California è stato il professor Mark Jacobson.

La ricerca portata avanti presso la Stanford University ha cercato di indagare sulla possibilità di soddisfare interamente il fabbisogno energetico della California tramite le fonti rinnovabili, creando un mix energetico basato su acqua, sole e vento. La prima risposta fornita dallo studio riguarda la fattibilità del progetto, sia dal punto di vista economico sia da quello tecnico.

Lo studio traccia il percorso da seguire per realizzare un’infrastruttura energetica completamente carbon-free e sostenibile. L’assunto da cui parte lo studio è che tutti i settori economici utilizzeranno esclusivamente energia elettrica entro il 2050. Se questa energia fosse prodotta da fonti naturali si otterrebbe una domanda energetica inferiore del 44% rispetto a quella che si avrebbe in mancanza del passaggio.

 

Il mix energetico ottimale

mix energie da fonti rinnovabili

Per soddisfare il fabbisogno energetico dello Stato della California sarebbe necessario installare e mettere a regime:

  • 25.000 turbine eoliche da 5MW
  • 1.200 impianti solari a concentrazione da 100MW
  • 15.000.000 impianti solari su tetto a uso residenziale da 5KW
  • 72.100 impianti geotermici da 100MW
  • 5.000 dispositivi da 0,75MW che trasformino in energia il movimento ondoso
  • 3.400 turbine da 1MW che sfruttino l’energia delle maree

In totale, il 55% dell’energia sarebbe prodotta dal fotovoltaico, il 35% dall’eolico e il resto dal settore geotermico, idroelettrico, dalle maree e dalle onde.

Per avere un’idea: attualmente in Italia in alcuni periodi estivi le rinnovabili coprono già il 55% del fabbisogno.

Il settore dei trasporti sarebbe interamente alimentato da batterie elettriche o da sistemi di combustione a idrogeno, mentre il fabbisogno energetico residenziale sarà soddisfatto tramite pompe di calore elettriche che sfruttano l’energia geotermica. Nell’industria si farebbe invece uso di elettricità e idrogeno.

 

Più lavoro, meno inquinamento e più salute

Le conclusioni a cui giunge lo studio guidato dal prof. Jacobson sono più che positive: se la California passasse all’energia rinnovabile ci guadagnerebbe in salute, qualità della vita e anche sul piano sociale.

Abbandonare le fonti fossili porterebbe innanzitutto alla creazione di oltre 220.000 posti di lavoro in più. Questo numero è stato calcolato per differenza a partire dai posti di lavoro riferibili al settore delle rinnovabili ai quali sono stati sottratti quelli persi a seguito del passaggio all’energia pulita. Il minore inquinamento atmosferico si tradurrebbe in migliori condizioni di salute della popolazione (si stimano oltre 12.000 vite salvate all’anno) e in notevoli risparmi per il sistema sanitario californiano, superiori a 100 miliardi di dollari annui (circa il 5% del PIL del 2012).

Se a questi già ottimi risultati si somma anche il risparmio collettivo dovuto al contenimento degli effetti del riscaldamento globale, il passaggio alle fonti rinnovabili non solo appare sostenibile, ma del tutto auspicabile. La ricerca “A roadmap for repowering California for all purposes with wind, water and sunlight” dimostra dunque che affidarsi al 100% alle fonti rinnovabili è una scelta sostenibile sul lungo periodo che comporta numerosi effetti positivi.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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