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Decreto spalma incentivi: dubbi italiani ed europei

Ultimo aggiornamento: 08-07-2014

L’hanno chiamato, in maniera molto colorita, il decreto “Ammazzarinnovabili”, ma la paura che possa spegnere il mercato del fotovoltaico e delle altre energie pulite è tanto.

Di cosa si tratta? Nel decreto 1541, “Legge di Stabilità” è contenuto anche un articolo, il numero 26, che va a modificare le tariffe che incentivano la produzione di elettricità derivante dagli impianti fotovoltaici. Quindi ci sarà una diminuzione della tariffa già riconosciuta nella convenzione con il Gestore dei Servizi elettrici. Questa modifica unilaterale, porterà i produttori a veder diminuita l’incentivazione che era già stata riconosciuta e si tratta di una norma retroattiva anche se non nel senso più stretto del termine: ovviamente non si chiede di restituire quanto già ricevuto, ma si modifica una scelta già pacifica e stabilita. Per questo motivo è in atto un acceso dibattito sulla costituzionalità di questa norma, in quanto sia l’art. 3 che l’art 41 Cost. tutelano un privato che ha fatto degli investimenti per un’attività economica, facendo si che le leggi ordinarie non vadano ad annullare l’impegno economico che si è sostenuto.

Essendo poi che lo spalma incentivi andrebbe a modificare la convenzione con il GSE che è già in corso di esecuzione, si tratterebbe di una violazione di obbligazioni legate al contratto esistente tra lo Stato e lo stesso GSE.

spalma incentivi

Quali sarebbero nel concreto le modifiche? Esse andrebbero a toccare gli impianti oltre i 200kw che dal gennaio 2015 vedrebbero ridotta la tariffa incentivante che sarebbe spalmata in 24 anni invece che in 20. Del resto, su un totale di 200.000 produttori quelli toccati da questa riduzione sarebbero circa 8.600.

Lo scopo del Governo è quello di avere un immediato risparmio sulle bollette, ma forse esso va raggiunto con modifiche strutturali e non volte a tagliare su un mercato in crescita come quello del fotovoltaico e delle energie rinnovabili. Lo stesso decreto-legge non è l’arma più adatta perché in genere serve a venire incontro ad esigenze rapide e immediate, ma non a ribaltare ad esempio il modo in cui il mercato elettrico è impostato da decenni.

Ai dubbi interni sul decreto spalma incentivi si sommano quelli esteri: è infatti di queste ore la notizia che l’europarlamentare verde lussemburghese, Claude Turmes ha interrogato il Parlamento Europeo sulla compatibilità del decreto italiano con il Trattato sulla Carta europea dell’energia. Verrebbe meno infatti una delle condizioni stabilite dalla carta stessa, ovvero la stabilità delle condizioni: questa situazione porterebbe i futuri investitori ad allontanarsi da un mercato non sicuro come quello del Bel Paese. A fronte di un guadagno immediato sulle bollette, ci si troverebbe con una perdita generale non indifferente, che in realtà non converrebbe a nessuno.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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