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Rinnovabili in Europa e in Italia : costo o opportunità ?

Ultimo aggiornamento: 20-03-2011
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In Europa le rinnovabili e gli interventi per l’efficienza e il risparmio energetico vengono interpretate come un’opportunità di crescita e sviluppo, non solo come costo. La roadmap europea sulle fonti rinnovabili, infatti, prevede che l’ulteriore sviluppo economico e sociale del prossimo mezzo secolo dovrà avvenire non “nonostante”, ma “attraverso” le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.

La Roadmap tracciata dall’Unione per il 2050 prevederebbe il taglio (ambizioso) delle emissioni di Co2 dell’80 per cento rispetto al 1990. Questo dovrà avvenire da un lato “sviluppando le tecnologie esistenti” dall’altro attraversando in maniera trasversale tutti i settori produttivi: dall’agricoltura, all’edilizia, fino ai trasporti.

La commissione europea stima che per raggiungere tale obiettivo si dovrà investire ogni anno circa l’1,5 per cento del PIL Europeo, ma le minori importazioni di gas e petrolio potrebbero far risparmiare dai 175 ai 320 miliardi di euro l’anno. Una migliore qualità dell’ambiente, inoltre, sempre secondo le previsioni di Bruxelles, potrebbe apportare benefici economici stimabili a circa 88 miliardi l’anno.

Per far ciò saranno necessarie, non solo le tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche politiche tese allo sviluppo di adeguate infrastrutture, per es. le cd. Reti intelligenti, i trasporti pubblici collettivi, criteri di sostenibilità per l’edilizia (risparmio energetico) e per le attività produttive. Le varie forme di trasporto, inoltre, dovranno ridurre le emissioni di più del 50 per cento attraverso l’uso dei biocarburanti e dei motori elettrici.

Questo in Europa. Cosa succede in Italia?

In Italia il governo interrompe il decreto rinnovabili 2011-2013. Lo interrompe al solo quinto mese dei 36 previsti (2011-2013) Poi fa marcia indietro, poi ritorna sui suoi passi, poi rivede e prende tempo, poi….

Oggi, in risposta alle sommosse degli operatori del settore e dei singoli cittadini e in risposta alla richiesta urgente di chiarimento proveniente dalla Associazione delle banche estere che operano in Italia (Aibe), (richiesta che sollecitava al Governo regole certe e che denunciava il “rischio di inaffidabilità del legislatore italiano”), oggi il Governo si sarebbe impegnato a emanare, nel minor tempo possibile, un decreto per stabilire regole certe e un nuovo quadro di incentivi in materia.
Un consigliere del Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese) (rappresentante Confindustria in Europa) ha dichiarato che l’Italia si sta muovendo in netta controtendenza rispetto alla politica energetica europea e rischia un impatto negativo sulle imprese derivante da questo tipo di politiche.

L’ incertezza e l’instabilità non può che ripercuotersi negativamente sugli investimenti in un settore strategico come quello delle energie pulite.
Anche la Banca Europea per gli Investimenti si era già mossa, con 500 milioni di euro, per progetti di cofinanziamento, con le aziende, per le energie rinnovabili.

Dunque, rinnovabili: costo o opportunità? Un dato in Italia è presentato dall’ Ires (Istituto di Ricerche economiche e sociali) a gennaio 2011: la creazione di oltre 250 mila posti di lavoro nel settore al 2020.

Anche Confindustria nelle sue analisi prevederebbe un impatto sociale ed economico non indifferente per il periodo 2010-2020: una produzione totale corrispondente a 238 milioni di euro in più, un incremento dell’occupazione di circa 1,6 milioni di posti di lavoro e nel complesso un impatto di circa 14 miliardi di euro.

Non da ultimi sono da considerare tutti gli introiti sulle casse pubbliche: il Solar Energy Report (Politecnico di Milano) indica che lo Stato nel 2009 ha incassato, a fronte dei 450 milioni di incentivi erogati, circa 300 milioni di euro.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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