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Cooperative elettriche : un modo per compartecipare e risparmiare nelle rinnovabili

Ultimo aggiornamento: 23-03-2011
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Nell’ambito della liberalizzazione del settore elettrico la costituzione di (o l’adesione a) una cooperativa elettrica rappresenta un’interessante opportunità di risparmio o di guadagno ulteriori rispetto a quelli garantiti dal conto energia.

Cosa sono le cooperative elettriche ?

Le cooperative elettriche sono società cosiddette a mutualità prevalente, ovvero società in cui la vendita di beni e servizi viene svolta in prevalenza a favore dei soci.

Le cooperative elettriche svolgono nei confronti dei propri soci l’attività di autoproduzione di energia elettrica. L’energia prodotta, o meglio autoprodotta, viene messa in modo prioritario a disposizione dei soci della cooperativa che non deve avere, per sua stessa costituzione, ricarichi sui ricavi commerciali. L’aspetto peculiare delle cooperative elettriche è principalmente il loro carattere mutualistico, ovvero, grazie al rapporto diretto con i propri soci, la possibilità di bypassare le numerose intermediazioni commerciali e risparmiare su i profitti di altri imprenditori.

La formula societaria delle cooperative permette di offrire ai soci beni e servizi energetici con costi minori o una maggiore remunerazione per i capitali forniti alla società.

Le cooperative elettriche in taluni casi, per garantirsi la distribuzione e la vendita di tutta l’energia prodotta (o per sopperire alla mancanza di altre reti), possono divenire fornitori “standard” di energia realizzando anche reti di distribuzione proprie. In tal caso vendono di fatto a prezzi di mercato l’energia prodotta anche a clienti finali non soci. In questo caso la cooperativa è produttrice di profitti come le normali società non cooperative.

Il principio fondante di una cooperativa elettrica deve rimanere comunque quello della cosiddetta mutualità prevalente e per questo la normativa stabilisce particolari vincoli:

  • per la redistribuzione degli utili tra i soci
  • per l’indirizzamento del servizio prevalentemente verso i propri soci
  • per l’utilizzo prevalente dei fattori produttivi forniti dai soci.

Quali i requisiti della “mutualità prevalente” delle cooperative elettriche?

Principalmente tre:

  • se l’attività di vendita è svolta in favore dei soci deve rappresentare almeno il 50 per cento dei ricavi complessivi
  • se i lavoratori sono per la maggior parte soci il loro costo deve essere almeno il 50 per cento del costo del lavoro complessivo
  • se il valore dei beni e servizi è fornito dai soci, questo deve essere di almeno il 50 per cento del valore complessivo dei beni e servizi utilizzati nella cooperativa elettrica.

Le cooperative elettriche possono essere divise in due macro categorie: cooperative costituite da soli soci o cooperative “miste” (soci e non). A loro volta ciascuna di queste due categorie può avere concessioni di distribuzione dell’energia e/o proprie reti di distribuzione dell’energia autoprodotta.

Secondo i dati dell’Aeeg (2009) le cooperative elettriche sono ad oggi in Italia più di una trentina (situate per lo più nel nord-est), producono circa 400 milioni di Kwh/anno , quasi totalmente dall’idroelettrico, e servono circa 65 mila utenze tra famiglie e imprese (soci e non). Nel complesso raggiungono il fabbisogno corrispondente a circa 300 mila abitanti.

In concomitanza alle politiche di incentivazione della produzione energetica da fonti rinnovabili, ovvero gli incentivi emessi con il conto energia , si stanno delineando in Italia alcune prime sperimentazioni volte a costituire cooperative di autoproduzione energetica con impianti solari fotovoltaici. La compartecipazione ai costi, che avviene attraverso forme di “azionariato popolare”, è complementare ai risparmi collettivi derivanti dall’ autoproduzione e autoconsumo dell’energia prodotta. E’ questo il caso, ad es., della cooperativa elettrica Retenergie.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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