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Il fotovoltaico come componente architettonico : gli incentivi migliori

Ultimo aggiornamento: 14-01-2011

Il fotovoltaico installato come componente architettonico garantisce migliori tariffe incentivanti. Lo sviluppo del sistema di incentivazione del fotovoltaico ha portato a vedere questo sistema di produzione energetico non più solo come una mera tecnologia in grado di produrre energia dal sole, ma anche come un vero e proprio componente architettonico in grado di integrarsi perfettamente con le varie componenti strutturali degli edifici.

Questa tecnologia, infatti, può essere oggi perfettamente integrabile nei tetti, nei parapetti dei balconi costituendo vere e proprie parti strutturali degli edifici come pareti, finestre, basculanti, ecc.. Una innovativa componente architettonica può essere rappresentata anche dall’installazione di pannelli vetro-vetro. Questi tipi di pannelli e moduli sono in grado di sostituire perfettamente i vetri delle fineste come parti di pareti fatte di vetrate.

Il terzo conto energia va proprio in questa direzione, garantendo un premio per tutti quegli impianti in grado di integrarsi perfettamente negli edifici sostituendone intere parti strutturali. In questo senso sono state definite tariffe incentivanti che vanno dai 0,44 €/kw per gli impianti di taglia 1-20 Kwp, fino a 0,37 €/kw per gli impianti molto grandi (dai 200 Kw ai 5 Megawatt).
Con questo tipo di applicazioni del fotovoltaico, installare non coinvolge più prioritariamente impiantisti elettrici, ma anche l’intera filiera edile, in quanto i moduli fotovoltaici innovativi e architettonicamente integrati devono, oltre a produrre energia, garantire le stesse funzioni del componente edilizio che sostituiscono. In questo senso il modulo fotovoltaico speciale, cioè atto a garantire queste caratteristiche, consiste in un prodotto edilizio chiaramente identificato, anche in ambito commerciale, e certificato attraverso la normativa tenica.

Per la precisione bisognerebbe parlare, in relazione all’applicazione di questa tipologia di impianti su edifici già esistenti, non più di mera “installazione”, ma di “sostituzione“.

Cosa può essere sostituito dell’edificio?
Possono essere sostituite le coperture degli edifici, le superfici opache, trasperenti o semi-trasparenti degli edifici, le porte, le finestre o le vetrine.
In particolare i moduli possono essere progettati per andare a svolgere le funzioni di protezione e “regolazione termica” dell’edificio (mi vengono in mente i cappotti esterni di isolamento delle case o dei solai), oppure funzioni di impermeabilizzazione delle strutture.

In linea generale il concetto fondamentale è che l’impianto deve “inserirsi armoniosamente” nel disegno architettonico dell’edificio.

Quali installazioni sono invece escluse da questa tipologia di impianti?
Il requisito essenziale per poter accedere a questa tariffa incentivante è che si stia operando su un “edificio”. Sono quindi escluse tutte le installazioni poste su pergole, serre fotovoltaiche, barriere acustiche, tettoie e pensiline a sè.
Per “edificio” si intende un sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano un volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono questo volume e da tutti gli impianti, arredi e dispositivi tecnologici ubicati al suo interno. Ogni edificio ha una sua destinazione d’uso.

I criteri per farsi riconoscere la tariffa maggiorata
Come accennato il primo criterio per accedere a questo tipo incentivo è operare su un edificio, come sopra definito.
Il secondo criterio è che le applicazioni devono consistere in moduli fotovoltaici speciali, ovvero moduli e celle impiegabili ed efficaci solo per applicazioni di tipo architettonico.
Il terzo criterio è che il componente deve avere completa integrazione architettonica.
Come quarto criterio, infine, le applicazioni devono costituirsi come superfici omogenee dal punto di vista funzionale e “armoniose” del punto di vista architettonico.


“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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