Si può risparmiare con un impianto fotovoltaico? Se si, quanto può farti risparmiare l’installazione di un impianto sul tetto di casa? Quali benefici porta in bolletta?
Il fotovoltaico è un investimento, e come tale ha un costo iniziale ed un periodo di ammortamento per rientrare dai costi. Il resto è guadagno, o meglio: risparmio. Quanto costa, dunque, e quanto si può risparmiare sulle bollette elettriche?
Questa è la domanda che molti si fanno appena sentono parlare del fotovoltaico domestico, cioè quello che puoi mettere al servizio di casa per ridurre le bollette elettriche, sempre più elevate. La spesa energetica della bolletta, infatti, è sempre più carica di costi che poco hanno a che fare con l’elettricità acquistata: oneri generali di sistema, costi di distribuzione e dispacciamento, tasse, accise, iva, addizionali, ecc..
Tutte queste voci di costo fanno lievitare il prezzo dell’elettricità acquistata in bolletta ben al di sopra del valore economico della sola energia acquistata dalla rete elettrica: il prezzo dell’elettricità acquistata dal proprio fornitore è almeno il doppio del prezzo di mercato della sola energia per kilowattora (kwh).
Vedi qui le voci di costo della bolletta elettrica.
Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto: il fotovoltaico, certo, fa risparmiare. Non solo: fa guadagnare.
Su grande scala, il fotovoltaico sta facendo guadagnare numerosi investitori nazionali ed esteri che hanno deciso a suo tempo di investire in centrali solari e grandi progetti. Oggi, è vero, gli incentivi sono terminati, ma è anche vero che i prezzi delle installazioni si sono ridotti di circa due terzi rispetto a 5-6 anni fa. Per questo motivo, non cambiando le proporzioni tra costi e benefici, investire nel fotovoltaico residenziale ha ancora la sua convenienza. Questo perchè la convenienza di un investimento è sempre un rapporto tra costi e benefici. Se non si guadagnasse, nessun grande investitore avrebbe mai investito un solo centesimo.
Torniamo sui nostri piccoli impianti domestici.
La realizzazione di un impianto fotovoltaico in autoconsumo fa risparmiare sul lungo periodo. Certo il rendimento del solare è intermittente: è soggetto alla stagionalità della produzione ed alla ciclicità del giorno e della notte. Però nel complesso, sulle media annuale, i dati di produzione parlano chiaro. Il fotovoltaico produce:
- in nord italia almeno 1.100 Kwh per kw l’anno
- nel sud italia: fino a 1.500 Kwh per Kw l’anno
Ovviamente in inverno la produzione sarà molto bassa, in estate sarà abbondante ed in eccesso rispetto ai consumi.
Di notte la produzione sarà nulla, ma nelle lunghe giornate estive sarà abbondante.
Dunque: risparmiare con un impianto fotovoltaico è ancora possibile? Sì. Quanto può farti risparmiare? La risposta non è univoca ed è, come sempre, “dipende”.
Dipende da molti fattori: dall’esposizione dell’impianto, dai costi di realizzazione, da quanto viene valorizzata l’energia immessa in rete, ecc.. Ma soprattutto dipende da una cosa fondamentale: dalle tue modalità di consumo: quanto sei in grado di autoconsumare?
Ecco 5 cose per capire quanto puoi risparmiare con un impianto fotovoltaico.
1) Quanto costa l’elettricità in bolletta e quanto costerà nei prossimi anni
Il primo punto da capire è questo: il beneficio economico di un impianto fv è proporzionale al costo dell’elettricità pagata in bolletta: quanto paghi l’energia che viene acquistata in bolletta? Ovviamente più questo prezzo è elevato, più l’autoproduzione col fotovoltaico sarà conveniente. Si tratta di un risparmio su tutta l’energia che puoi evitare di acquistare dalla rete. Riducendo i prelievi di rete riduci le bollette.
Non solo. L’energia elettrica pagata in bolletta oggi costa da un minimo di 0,21 fino ad oltre a 0,30 €/kwh. Nel solo 2012-2013 il prezzo lordo dell’energia in bolletta è aumentato di oltre il 5%: aumento dovuto al prezzo sempre maggiore della materia prima, dei trasporti, delle tasse, dell’iva al 22%, ecc… (questo nonostante la liberalizzazione del mercato energetico).
Non solo. Quanto costerà l’energia elettrica fatta con gas, petrolio e carbone fra 20-25 anni? Se ipotizziamo un aumento minimo ‘fisiologico’ del 2%/anno, tra 20 anni potremmo arrivare ad un incremento di prezzo di circa il 50%.
Il prezzo dell’energia dipende anche dal prezzo del gas. Il gas viene quasi tutto importato dall’estero. Per questo motivo le dinamiche dei prezzi sono ben al di fuori del nostro controllo.
2) Quanto costa un impianto fotovoltaico e quanto costerà nei prossimi anni
Al contrario dei prezzi delle bollette elettriche, il fotovoltaico ha visto negli ultimi anni diminuire costantemente i suoi prezzi. Oggi siamo arrivati in Italia, per i piccoli impianti, a prezzi di circa 2.000 €/Kw “chiavi in mano”.
Un impianto fotovoltaico da 3 kw costa anche 6mila euro, 8mila euro con un sistema di accumulo con batterie.
Per i kit fotovoltaici (kit ‘pronti’ per l’installazione), invece, si trovano in rete prezzi inferiori ai 1.000 euro/Kw: vengono venduti kit preconfezionati da 3 kw (impianti standard domestici) a meno di 3.000 euro.
A ridurre ulteriormente i costi di realizzazione del fotovoltaico domestico-residenziale ci sono ancora, per tutto il 2014, le detrazioni fiscali del 50%. Con gli sgravi fiscali un impianto “chiavi in mano” che costa 8.000 euro, viene pagato, a conti fatti, la metà perchè il 50% dei costi viene detratto dalle tasse Irpef (le detrazione viene ripartita in 10 anni).
Qui puoi approfondire il meccanismo delle detrazioni fiscali per il fotovoltaico.
Già oggi, senza considerare gli incentivi nè le detrazioni fiscali, ma considerando i costi dell’energia in bolletta nei prossimi 20 anni, il fotovoltaico domestico in autoconsumo è già conveniente, soprattutto al sud Italia dove le stime di produzione sono ottimali.
3) Quanto vale l’autoconsumo e come fare per sfruttarlo al massimo
Il fattore di maggiore risparmio di un impianto fotovoltaico domestico è l’autoconsumo istantaneo. L’autoconsumo in sito, infatti, permette di autoprodurre l’energia che si andrà a consumare, senza immetterla prima in rete per poi riprelevarla. L’autoconsumo in sito evita l’acquisto di energia dalla rete elettrica, acquisto che, come visto sopra, è sempre più oneroso. L’autoconsumo diretto permette all’utente di avere a disposizione energia “a costo zero” visto che l’impianto è stato già realizzato e già pagato.
Mediamente il costo di produzione dell’energia fornita dal fotovoltaico domestico è meno di 10 centesimi per kilowattora. Se l’impianto viene fatto sfruttando le detrazioni fiscali il costo si dimezza: in questo caso il fotovoltaico produce a circa 0,05 €/kwh.
Come sfruttare al massimo l’autoconsumo? Per sfruttare al massimo l’autoconsumo in sito è necessario far funzionare gli apparecchi elettrici di casa nei momenti di produzione dell’impianto. Quindi: risulterà utile, per quanto possibile, far funzionare gli elettrodomestici, lavatrice, lavastoviglie, ecc… durante le ore diurne, ore di maggiore irraggiamento.
In alternativa sarà utile utilizzare un sistema di accumulo con batterie. Questo è il punto successivo. per accumulare di giorno parte dell’energia prodotta e consumarla la sera/notte.
4) Come aumentare ulteriormente l’autoconsumo
Ovviamente non tutti i consumi possono essere spostati nelle ore diurne.
Come utilizzare la propria energia anche nelle ore serali e di notte, quando l’impianto fv non produce?
Si può massimizzare ulteriormente l’autoconsumo utilizzando un sistema di accumulo con batterie per accumulare di giorno parte dell’energia prodotta e per consumarla la sera/notte quando, in casa, viene utilizzata gran parte dell’energia.
Sul mercato iniziano a diffondersi impianti fv domestici completi di sistemi di accumulo a meno di 9mila euro. Con questo tipo di soluzione le batterie sono in grado di accumulare parte dell’elettricità portando la quota di autoconsumo ad oltre il 70% del fabbisogno.
5) Quanto viene pagata l’energia immessa in rete
L’energia non immediatamente auto-consumata viene immessa in rete. Con il meccanismo dello scambio sul posto (o del ‘ritiro dedicato’) viene retribuita. Il riconoscimento è mediamente 0,10 €/kwh, meno della metà di quanto viene venduta in bolletta, ma questo dipende dai prezzi di mercato che variano nel tempo e nello spazio.
Solo per la parte di energia scambiata con la rete, cioè quella prima immessa e poi riprelevata dalla rete, viene riconosciuto un valore maggiore, grazie al rimborso che prevede lo “scambio sul posto” su alcuni oneri aggiuntivi.
Qui puoi approfondire il meccanismo dello scambio sul posto con una guida completa.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”