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Rinnovabili: le più convenienti per decarbonizzare il sistema

Ultimo aggiornamento: 11-02-2015

Le fonti rinnovabili sono la soluzione più conveniente per decarbonizzare il sistema energetico. Questa è la conclusione a cui è giunto uno studio condotto da un’università finlandese in collaborazione con diversi centri di ricerca asiatici. L’analisi ha messo a confronto diversi scenari, basandosi sui dati reali delle economie del nord-est dell’Asia e le rinnovabili si sono dimostrate non solo sostenibili, ma anche economicamente convenienti.

Lo studio guidato dalla Lappeenranta University si è concentrato sull’area del nord-est asiatico, cercando di indagare quale fosse il miglior mix energetico capace di ridurre le emissioni di CO2. Le alternative prese in considerazione sono state l’energia nucleare, i sistemi termoelettrici con CCS (i sistemi di cattura “meccanica” delle emissioni di anidride carbonica) e un sistema 100% basato sulle rinnovabili. Il risultato dello studio dimostra che lo scenario più economico e più sostenibile è proprio quello che prevede il solo utilizzo di fonti di energia fotovoltaica ed eolica per soddisfare il fabbisogno elettrico di Cina, Mongolia, Giappone e Corea. Il mix di rinnovabili ha un costo inferiore del 30-40% rispetto alle altre opzioni.

energia green per decarbonizzare il sistema

I ricercatori hanno stimato e comparato i costi dell’energia elettrica prodotta utilizzando l’energia nucleare, le fonti rinnovabili e i sistemi termoelettrici con CCS. Affinché i dati fossero confrontabili, si è tenuto conto di tutti i costi relativi agli impianti, alla distribuzione e agli investimenti da realizzare, arrivando così a definire un costo per kWh “tutto compreso” e un costo LCOE (il prezzo unitario dell’energia che tiene conto dell’insieme dei costi fissi e operativi degli impianti). Ne è risultato che il sistema più sicuro e più economico per il futuro energetico dell’area del nord-est dell’Asia è basato al 100% sulle rinnovabili.

A contribuire a questo sbalorditivo risultato è stato in parte il calo dei costi delle tecnologie legate alla progettazione e alla realizzazione degli impianti fotovoltaici ed eolici e in parte la maggiore economicità degli impianti di stoccaggio.

Per individuare la combinazione più efficiente delle energie rinnovabili sono stati messi a confronto due diversi scenari: uno che prevede la realizzazione di una grande rete interconnessa basata su grandi impianti, in grado di valorizzare e ottimizzare le risorse eoliche e solari e uno basato su tanti piccoli impianti diffusi. Entrambi questi scenari risultano convenienti rispetto alle altre opzioni per liberare il sistema dalle emissioni di gas serra, ma è il primo a garantire il maggior risparmio.

La super-grid ipotizzata dall’università finlandese garantirebbe la produzione di energia elettrica a un costo di 0,077 €/kWh entro il 2020, cifra che scenderà a 0,064 €/kWh entro il 2030.
Lo scenario che prevede la delocalizzazione degli impianti, invece, avrebbe costi leggermente superiori: rispettivamente 0,115 €/kWh e 0,081 €/kWh nel 2020 e nel 2030. La riduzione dei costi dei sistemi di storage, ad ogni modo, cambierà le carte in tavola e aumenterà la competitività economica del secondo scenario.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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2 Commenti

  1. Pier Luigi Caffese, il 13 Febbraio 2015 ore 15:11

    Dovrebbe dare lo studio al nostro Governo ed al MISE dove qualcuno dice che il gas importato costa meno dei 64-77 euro MWh dello studio filanese-asiatico.Ci sono dei cretini in Italia che sostengono che è meglio pagare 100 euro a MWh per il gas importato ,piuttosto che 20 euro del mio hydro phs contenuto nel mio progetto acqua.

    • Alessandro F., il 16 Febbraio 2015 ore 15:23

      non ho capito nulla.

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