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L’Italia e l’elettricità europea basata sulle rinnovabili

Ultimo aggiornamento: 19-11-2014

La sfida del produrre energia pulita a livello europeo, azzerando le emissioni inquinanti, è quella di riuscire a creare un rete interconnessa fatta di molti centri di produzione in grado di compartecipare all’approvvigionamento energetico complessivo in maniera intelligente e integrata. E’ così che i consumatori energetici potranno diventare anche e prima di tutto produttori.

L’Italia sarà protagonista del prossimo progetto energetico europeo: quello di un mercato completamente interconnesso tra i paesi della Comunità e con ¾ del totale dell’energia utilizzata prodotta da fonti rinnovabili. In questa rete tutti dovranno essere compartecipi, e sarà necessario trovare la quadratura del cerchio, tra le differenti esigenze e le disponibilità produttive dei paesi interessati.

I nodi da sciogliere sono soprattutto relativi al trasporto efficace dell’energia, senza che gli sprechi ne rendano poco conveniente lo spostamento da una parte all’altra del continente. A guidare il progetto sarà tra gli altri l’azienda italiana Terna, visto che si tratta del primo operatore indipendente in Europa e che il suo servizio è indispensabile nel nostro Paese per far funzionare tutto il sistema elettrico.

All’interno di “Best Paths”, questo è il nome del progetto europeo, sarà necessario riconvertire e modernizzare le reti già esistenti o creare ex novo delle reti a corrente continua. Il costo di tutto il progetto si aggira intorno ai 130 milioni di euro, e metà saranno stanziati dalla Comunità europea a fondo perduto.

rete unica europea

Oltre alla nostra Terna, parteciperanno quasi 40 aziende, come ad esempio la francese Rte, la belgo-tedesca 50 Hz, la spagnola Iberdrola, solo per citarne alcune. Ognuna di queste grandi realtà guida una frazione del progetto, chiamato Demo e seguito da un numero, ma poi è richiesta la loro presenza anche nelle altre parti del lavoro.

In Europa esiste già un organismo che associa gli operatori del vecchio continente, chiamato Entso-E, ma lo scopo di “Best Paths” è di perfezionare lo sviluppo delle rete elettriche: ma adesso, con i bisogni sempre in crescita dell’energia elettrica dei diversi paesi, è necessario sostituire le linee di corrente alternata con quelle a corrente continua, in genere usata anche per l’alta tensione.

Ovviamente, prima di partire con un progetto così innovativo, è necessario fare dei test, e quello italiano riguarderà il modificare il collegamento  Sacoi tra Italia, Sardegna e Corsica: ci saranno tentativi e sperimentazioni che dovranno, entro il 2030 a modificare il maniera totale il modo di veicolare l’energia elettrica.

E sapete chi sostiene l’idea? Si tratta di Greenpeace che dopo aver spesso spietatamente, ma giustamente, criticato le politiche europee, ora plaude al progetto.
Alle linee classiche saranno integrate sia la produzione di energia eolica che di energia solare, aiutando nell’insieme a risparmiare sulla produzione di oltre 25 mila chilometri di linee nuove.

Quando si si risparmierà sul consumo di energie fossili? Si parla di un miliardo di euro all’anno, e portafoglio e salute degli europei ringrazieranno sentitamente.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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