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Gas serra, mai così alti in 800 mila anni

Ultimo aggiornamento: 20-02-2015

E’ arrivato il quarto rapporto dell’IPCC, il Gruppo di esperti sul clima dell’Onu: abbiamo poco tempo prima che a causa dell’inquinamento derivante dalle attività umane, questo pianeta cambi per sempre.

Le concentrazioni di gas serra sono le più alte da 800 mila anni a questa parte. La temperatura nel volgere di pochi anni aumenterà di 2 gradi. L’impatto di tutto questo è in parte irreversibile e in parte può invece essere recuperato, se i governi decidessero di lanciarsi immediatamente in un’inversione di rotta immediata di emissioni e sprechi. In ogni caso i  costi economici sarebbero molto elevati.

Se quindi ce n’era bisogno, gli esperti dell’IPCC hanno affermato che il cambiamento climatico esiste davvero e che è quasi tutta colpa dell’uomo. Di nuovo, verrebbe da dire, perché questo non è il primo e sicuramente non sarà l’ultimo studio che chiederà all’umanità di battersi il petto e cambiare le proprie abitudini. Sono forse le dimensioni del fenomeno a togliere letteralmente il fiato: abbiamo meno di 100 anni modificare il nostro impatto, ma anche per abituarci a ciò che è cambiato e non è più reversibile.

inquinamento e benessere

Nonostante le affermazioni che tracciano un quadro decisamente drammatico, l’ IPCC mostra anche flebili segnali di speranza, comunque legati a filo doppio all’impegno di cambiare rotta. È necessario senza dubbio abbandonare la dipendenza dal petrolio, dal carbone e dal gas: e questo non sembra più un miraggio. Infatti bisogna tenere conto che in alcune parti del mondo, le energie rinnovabili si stanno dimostrando sempre più convenienti rispetto a quelle non rinnovabili, facendo cadere l’obiezione che sia troppo oneroso utilizzarle. I mezzi ci sono, si ripete fino allo sfinimento, e di nuovo si punta il dito contro la volontà di chi governa.

Ma il vero dilemma, anzi la vera sfida, sarà arrivare all’appuntamento di Parigi con le idee chiare sul metodo per rendere efficaci (vogliamo dire obbligatori?) gli impegni che ogni Stato dovrà prendersi. Infatti uno dei nodi del contendere, che ci sta facendo perdere tempo prezioso, è senza dubbio la contrapposizione tra paesi in via di sviluppo e paesi ricchi. I primi infatti pretendono che i paesi più sviluppati si facciano carico economicamente degli sforzi del cambiamento, mentre i secondi chiedono a tutti di fare la propria parte.

Ma cosa dicono dall’ IPCC? Loro non si schierano, perché il lavoro che portano avanti è solo quello di fare statistiche…e le statistiche dicono in maniera chiara come alla fine, a pagare lo scotto maggiore per le apocalissi causate dai cambiamenti climatici, sono sempre le comunità più povere. Ma tra tante chiacchiere, quando si comincerà a fare qualcosa?

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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