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Cina, smog a livelli mai registrati prima

Ultimo aggiornamento: 23-11-2015

Le immagini che in questi giorni arrivano dalla Cina, e in particolare da Shenyang, sono davvero allarmanti: c’è una fitta coltre di smog, talmente impenetrabile da coprire la vista degli edifici ed impedire agli aerei di decollare.

Quantitativi di smog che superano di 50 volte (cinquanta) i livelli che secondo l’OMS sono la soglia massima di rischio per l’uomo.

quanto costa l inquinamento

Che le città cinesi non siano un posto salubre lo sappiamo già: ma queste quantità sono una vera e propria apocalisse, peggio di quanto accaduto fino ad ora. Parliamo infatti di livelli di PM2,5 di 860 microgrammi per metro cubo, mentre il massimo raccomandato è di 25 microorganismi in 24 ore.

Le autorità non hanno esitato ad invitare le persone a restare a casa, perché andare per le strade sarebbe stato troppo pericoloso. Tutto quello che sta succedendo è senza dubbio legato all’ accensione degli impianti di riscaldamento domestici della provincia nordorientale del Liaoning, che sono ancora tutti a carbone.

Si tratta dei livelli più alti dal 2013: da quando cioè la Cina ha iniziato a monitorare tutto. L’ordine quindi è stato perentorio: fermare le fabbriche e restare tutti chiusi dentro. E si tratta di un passo indietro rispetto ai miglioramenti degli ultimi tempi: perché finalmente anche la Cina ha capito che continuare a inquinare a rotta di collo, non è solo costoso, ma anche molto pericoloso. Erano state quindi emesse norme anti-smog, con pene severe (che qui vengono applicate davvero) a chi inquina oltre il consentito.

Il presidente presidente Xi Jinping, esattamente un anno fa, nel novembre 2014 nel corso dell’Apec summit, aveva affermato davanti agli altri leader mondiali, di controllare in maniera costante i livelli di inquinamento di Pechino.

Ma forse è ora di iniziare a prestare la stessa attenzione anche al resto della Cina: prima che una soffocante nuvola di smog cancelli tutto e tutti.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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