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Decreto rinnovabili 2011 : cause effetti e conseguenze (2)

Ultimo aggiornamento: 16-03-2011
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La campagna mediatica ha fatto la sua parte: sono state diffuse informazioni imprecise e confuse sugli oneri in bolletta dovuti agli incentivi per le rinnovabili. Infatti, se è pur vero che dal ’92 ad oggi abbiamo pagato in bolletta anche i costi per le rinnovabili, è pur vero anche che queste risorse sono state quasi totalmente usate (per mezzo dell’inganno informativo del famigerato Cip6) per finanziare le fonti fossili e lo smantellamento del vecchio nucleare (abolito nell”87). In definitiva in Italia si è pagato impropriamente dal ’92 ad oggi più di 50 miliardi di euro per le fonti fossili, che dovevano essere destinati totalmente alle fonti rinnovabili. Questi fondi, che in teoria dovevano essere utilizzati per promuovere le energie rinnovabili, sono stati usati anche per finanziare termovalorizzatori.

Il costo effettivamente sostenuto dalla collettività nel 2010 per incentivare le rinnovabili è stato pari a 2,7 miliardi di euro ; nello stesso anno, però, gli utenti hanno dovuto sostenere costi ulteriori e impropri in bolletta per oltre 3 miliardi di euro. Gli oneri generali di sistema incidono per circa il 7 – 9,5 per cento sul costo totale lordo di un utente domestico tipo e includono costi associati a diverse voci tra cui la componente A3, che è pari al 68 per cento degli oneri generali. All’interno della componente A3, con un peso di circa il 20 per cento sul totale, rientrano anche gli incentivi per il fotovoltaico – complessivamente 800 milioni di euro per il 2010 – che rappresentano l’1,6 per cento della bolletta, e si traducono in 0,60 euro al mese per il contribuente (in Germania, ad es., arriva a quasi 2 euro al mese).

Ragionando su base annua: il costo della bolletta elettrica standard è circa 450 euro l’anno, sui quali il fotovoltaico nel 2010 ha inciso per appena 7,2 euro l’anno.

Due parole “d’obbligo” sulla virtuosa Germania: essa produce già oltre 40 terawatt/ora di energia elettrica da eolico contro poco più di 6 terawatt/ora in Italia e prevede di produrne 100 terawatt ora nel 2020, mentre ha già installato oltre 16.000 megawatt di fotovoltaico e prevede di arrivare a 52.000 megawatt nel 2020.

La politica incentivante tedesca ha portato il paese ad una leadership europea e mondiale nelle rinnovabili e ha determinato un forte sviluppo delle imprese del settore; nessuno in Germania mette in discussione il sostegno in bolletta alle rinnovabili che, nel solo 2010, è stato di 9 miliardi di euro.

Il nuovo decreto rinnovabili, nella sua attuale versione, di fatto ostacola molto il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020 per l’Italia: il 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili sul consumo energetico finale.

Nel nobile intento di sopprimere abusi, speculazioni e infiltrazioni criminali, si colpisce di fatto l’intera filiera delle rinnovabili, senza considerare che gli abusi trovano terreno fertile proprio nell’incertezza normativa e nella discrezionalità delle norme.

Tale quadro di incertezza e discrezionalità normativa è lo stesso che contribuisce inoltre a creare terreno sterile per gli investimenti esteri: la decisione del governo di bloccare gli incentivi del conto energia il 31 maggio 2011, senza prevedere alcun periodo di transizione (almeno 14 mesi come precedentemente previsto) mette a rischio gli investimenti già avviati e prospetta possibili blocchi dei finanziamenti bancari.
La “lesione della certezza del diritto” rappresenta forse l’aspetto più grave di questa manovra, oltre alla drastica e improvvisa riduzione degli incentivi. Il decreto legislativo, infatti, cambia le regole “a gioco avviato”, sia per quanto riguarda i certificati verdi sia per quanto concerne il conto energia. Questo cambio di regole avviene con scadenze temporali incompatibili con l’installazione di impianti già autorizzati, o in fase di autorizzazione.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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