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Sistemi d’accumulo fotovoltaico: come funzionano gli incentivi in Germania?

Ultimo aggiornamento: 24-10-2013
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La Germania, da sempre avanguardia tecnologica del solare, ha già pensato di incentivare i sistemi di accumulo di energia da fotovoltaico. I sistemi di accumulo, come sono incentivati in Germania?

Ecco un breve schema di funzionamento degli incentivi allo storage fotovoltaico.

Il programma tedesco, chiamato programma 275, si propone di supportare finanziariamente i sistemi d’accumulo fotovoltaico residenziali. Il budget stanziato è di 50 mln di euro in 2 anni (fondi reperiti attraverso il meccanismo ETS) e gli incentivi sono attivi dal 1° maggio 2013.

 

In cosa consistono gli incentivi?

Viene erogato un finanziamento fino al 100% del costo di investimento totale ad un tasso agevolato ed un rimborso massimo del 30% del costo complessivo dei costi di realizzazione.
Il finanziamento è fornito dalla principale banca tedesca, la Banca di Stato KfW, e dal ministero dell’ambiente tedesco.

 

Quali sono i requisiti per accedere agli incentivi?

Gli impianti fotovoltaici devono avere una taglia massima di non oltre i 30 Kw di potenza e devono limitare la potenza in immissione in rete  a non oltre il 60% di quella erogata. Gli impianti devono inoltre essere dotati di inverter monitorabili attraverso il web ed attivabili per i servizi di rete.

sistemi accumulo fotovoltaico e incentivi in germania

 

Chi può accedere agli incentivi?

Possono accedere agli incentivi i privati cittadini, le società nazionali e straniere, gli agricoltori ed i singoli professionisti, ma non la pubblica amministrazione.

 

Come funziona l’ incentivo?

Lo schema incentivante propone, dicevamo, un finanziamento a tasso agevolato erogato dalla banca di Stato tedesca (KfW) ed un rimborso del costo del sistema di accumulo, strutturato come copertura di una quota del prestito. Se si volessero utilizzare risorse proprie per realizzare il progetto, il titolare deve comunque richiedere un finanziamento pari almeno all’ammontare del rimborso previsto dall’incentivo (cioè massimo il 30% dei costi del solo sistema di accumulo).

La quota complessiva destinata agli incentivi è di 25 mln di euro per il 2013 e di altri 25 per il 2014.

La richiesta di finanziamento può essere fatta in qualsiasi banca prima dell’avvio del progetto e copre l’intera quota dei costi di realizzazione spalmabili sui 5, 10 o 20 anni. Il tasso di interesse può variare dall’1,5% al 7% a seconda di alcuni parametri relativi al debitore.

Il rimborso del progetto è pari al 30% del costo del sistema di accumulo, fino ad un massimo di 600 euro al kw di potenza fotovoltaica installata. Ad esempio: con un impianto fotovoltaico da 5 Kw di potenza il rimborso massimo ottenibile è di 3.000 euro.

Per essere ammessi agli incentivi, gli impianti fotovoltaici devono limitare la potenza immessa in rete al massimo al 60% di quella nominale ed il sistema di accumulo deve avere una garanzia di almeno 7 anni. Un ulteriore requisito tecnico: l’inverter, infine, deve poter essere controllato da remoto per poter riaggiustare eventualmente “il valore di potenza attiva e reattiva in funzione della tensione e della frequenza di rete”.

Secondo i promotori tedeschi dell’incentivazione, la diffusione dei sistemi d’accumulo in Germania sarà significativa nel medio-lungo periodo per salvaguardare e garantire la sicurezza e l’affidabilità della fornitura di elettricità e, secondo un rapporto del Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems, accumulare in batterie l’energia fotovoltaica prodotta in eccesso permetterebbe a livello nazionale di ridurre i picchi di immissione di energia in rete del 40% e di ridurre la capacità richiesta alla rete del 66%.

Ecco perchè la Germania ha già iniziato a muoversi per sostenere una decisa diffusione dei sistemi di accumulo fotovoltaico.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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