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Rinnovabili: cosa sono i certificati verdi ?

Ultimo aggiornamento: 18-03-2012
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Cosa è incentivato dai certificati verdi ?

I certificati verdi sono stati introdotti nell’ordinamento italiano nel 99 dal così detto decreto Bersani e costituiscono una forma di incentivo alla produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare: l’eolico, il geotermico, le biomasse, il biogas, moto ondoso, ecc.. Il solare fotovoltaico è per ora ancora escluso dal meccanismo dei certificati verdi in quanto ha un regime incentivate, per così dire, “dedicato”: il conto energia.

In sostanza si corrisponde un certificato verde all’azienda che nel suo processo produttivo si caratterizza per l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Così facendo realizza un risparmio in termini di emissioni di CO2 nell’ambiente rispetto allo stesso procedimento produttivo alimentato da fonti di energia convenzionali e in particolare dai combustibili fossili.

Il certificato verde è un titolo negoziabile tra…

Quel “risparmio” si traduce in un certificato verde, che è un titolo negoziabile. Il produttore da fonti rinnovabili che immette energia pulita in rete ha diritto ad ottenere dei certificati verdi in relazione alla quantità di energia pulita prodotta. Questi certificati, questi “titoli”, possono essere venduti sul mercato alle aziende produttrici (o importatrici) di energia prodotta con emissioni di Co2, aziende energetiche che sono obbligate per legge a produrre/utilizzare specifiche quote di energia prodotta da fonti rinnovabili. Queste aziende energetiche “inquinanti” sono obbligate quindi all’acquisto dei certificati verdi per raggiungere le quote minime a loro assegnate di produzione “pulita”.

Il meccanismo ha l’effetto di internalizzare presso le aziende inquinanti i costi delle esternalità ambientali negative prodotte dalle aziende stesse,  ed allo stesso tempo ha l’effetto di  incentivare metodi di produzione virtuosi.

Da chi e come è regolato il mercato dei certificati verdi

Il mercato dei certificati verdi in Italia è regolato dal G.S.E. (Gestore Servizi Energetici). E’ a questo ente infatti che il produttore da fonti rinnovabili si rivolge per ottenere i certificati i quali vengono emessi per otto anni alle aziende con impianti realizzati dopo il 99 e per 15 anni nel caso di impianti realizzati a partire dal 2008 (novità introdotta in Finanziaria 2008). I certificati vengono quantificati moltiplicando la così detta “energia netta” per un coefficiente correttivo che dipende dalla tecnologia produttiva utilizzata.

Le imprese, obbligate dal decreto a utilizzare il 2% di energia rinnovabile (cui si somma uno 0,35% per ogni anno successivo al 2004 e uno 0,75% per ogni anno successivo al 2007), per rientrare nei parametri sono costrette a rivolgersi alla borsa gestita dal G.M.E. (Gestore dei Mercati Energetici) per l’acquisto dei certificati detenuti dai “produttori verdi”.

Il decreto del 99 rappresenta un superamento della legislazione precedente che pure aveva avuto il merito di generare consapevolezza sull’importanza delle energie alternative ma, caso unico in Europa, la vecchia normativa assimilava alle fonti rinnovabili altre fonti (così detti CIP 6) che pure rinnovabili non erano essendo costituite da combustioni di scarti industriali e rifiuti. Quest’errore del legislatore ha distorto il mercato andando a incentivare fonti non rinnovabili e contribuendo a ritardare lo sviluppo del settore. Il decreto Bersani ha posto rimedio cancellando ogni riferimento alle “assimilate”.

Il futuro dei certificati verdi

La finanziaria 2008 e il collegato alla finanziaria hanno apportato modifiche alla materia ma gli sviluppi normativi più recenti sono rappresentati dal decreto legislativo 28/2011 che prevede che “la quota di obbligo per i produttori e importatori da fonti convenzionali di immettere in rete una percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili debba essere pari al 7,55% per il 2012“. La quota si riduce linearmente a partire dal 2013 fino ad azzerarsi per l’anno2015. Gli impianti costruiti dal 2013 verranno incentivati sulla base di criteri generali che dovranno tenere conto della remuneratività dell’investimento.

Si va quindi verso un progressivo superamento del sistema di incentivazione dei “certificati verdi”.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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