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Bozza decreto rinnovabili : proposta miope, anacronistica e fuori da ogni parametro europeo

Ultimo aggiornamento: 28-02-2011
Voto:4/5 (7695 voti)

AGGIORNAMENTO 03/03/11: nuovo decreto rinnovabili approvato in CdM
AGGIORNAMENTO 02/03/11: chiarimenti e rassicurazioni dal Ministro Prestigiacomo: nessuno stop definitivo agli incentivi al fotovoltaico

In questo articolo avevamo visto alcuni primi elementi di cambiamento introdotti dalla bozza di decreto legislativo sulle rinnovabili dopo l’approvazione del senato. Figuravano alcune novità ancora non ben definitive e oggetto di intenso dibattito tra i vari stakeholder del settore.

Il tam tam attraverso la rete sta portando a galla la vera natura ed i rischi che l’ultima bozza di decreto sulle fonti energetiche rinnovabili, decreto Romani , porterà con sè se non adeguatamente rivisto e corretto.

Stiamo parlando del decreto che regolerà la politica italiana sulle fonti energetiche rinnovabili dopo l’attuale e neonato conto energia.

Quali i principali punti incriminati?

In linea generale, motivo per il quale il provvedimento sarebbe profondamente miope e profondamente anacronistico è l’enorme contraddizione con le politiche europee tese ad incrementare e incentivare la produzione da fonti rinnovabili, oltre che l’enorme contraddizione con lo spirito del protocollo di Kyoto.

A pochi mesi dall’approvazione del nuovo conto energia, in vigore dal 1 gennaio 2011, il 31 gennaio la Commissione Europea ha diffuso una raccomandazione con cui “sprona” i Paesi Europei ad incoraggiare le politiche di sviluppo e promozione della produzione energetica da fonti rinnovabili, scoraggiando esplicitamente normative retroattive, che avrebbero l’effetto di paralizzare gli investimenti e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Cosa poteva fare il Governo Italiano di fronte a queste “linee di indirizzo”?

Ecco due, solo due, dei punti incriminati:

  • l’articolo 23 comma 11 lettera d) della bozza di decreto recita così:
    nel caso di raggiungimento anticipato dell’obiettivo specifico per il solare fotovoltaico, fissato a 8.000 MW per il 2020 nell’ambito del Piano di azione […], è sospesa l’assegnazione di incentivi per ulteriori produzioni da solare fotovoltaico fino alla determinazione, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del mare, sentita la Conferenza unificata, di nuovi obiettivi programmatici e delle modalità di perseguimento, anche in relazione a quanto previsto dall’articolo 33, comma 5-bis”.
    L’Italia raggiungerà questa soglia nel 2011. E dal 2011 al 2020? Questa prospettiva creerebbe un vuoto ed un paralisi delle rinnovabili per gli anni a venire, almeno fino al 2020 .
    La motivazione sarebbe il “l’elevato costo sulla collettività” (che paga gli incentivi attraverso le bollette). Un’analisi di Asso Energie Future mostra invece come il costo in bolletta per lo sviluppo del fotovoltaico sia stato nel 2010 solo 0,6 € a famiglia al mese, mentre costerà, per il 2011, 1,7 € al mese per famiglia.
  • taglio retroattivo del 30% agli incentivi per l’eolico.
    Questa disposizione sarebbe fortemente in contraddizione con le direttive comunitarie. L’unione europea si è infatti recentemente espressa in maniera esplicita contro ogni tipo di norma retroattiva nel campo delle rinnovabili in quanto avrebbe l’effetto di paralizzare gli investimenti nel settore. Chi potrebbe essere disposto a finanziare o investire in progetti se non ci fosse una garanzia più che certa e condizioni di investimento stabili?
    Diventa una questione di credibilità: di fronte ai cittadini e di fronte agli altri paesi europei.

Per quanto riguarda il primo punto l’obiettivo iniziale era di far decrescere gradualmente gli incentivi nel tempo fino al raggiungimento della grid parity, ovvero fino al superamento di un “punto di equilibrio” tra il costo effettivo di acquisto/produzione dell’energia tradizionale e quello di acquisto/produzione dell’energia fotovoltaica. Fino al raggiungimento della grid parity le rinnovabili avrebbero dovuto avere il sostegno degli incentivi per poter “decollare”.

Quali gli effetti di un simile decreto?

Gli effetti sull’occupazione: un decreto che bloccasse di colpo gli incentivi (stabiliti in seguito all’individuazione di obiettivi fortemente sottostimati) ha l’effetto di mettere in ginocchio un settore nascente e già in forte crescita, settore oggi nettamente in controtendenza rispetto alla crisi “sistemica” in corso. Un simile decreto potrebbe causare la perdita occupazionale per 15 mila famiglie, e per altre 100 mila persone di tutto l’indotto.

Gli effetti sull’ambiente: quali conseguenze avrebbe un simile decreto sull’ambiente? Ricominciamo a pensare alle centrali a carbone? Ri-cominciamo a costruire centrali nucleari? (Già abolite con referendum del 1987 in seguito al disastro di Cernobyl ?) In bolletta stiamo ancora pagando i loro costi di smaltimento.

L’iter legislativo di approvazione del decreto Romani sulle rinnovabili

L’iter di approvazione del decreto prevede che, dopo le approvazioni della bozza da parte delle Commissioni competenti di Camera e Senato, già avvenute chiedendo però una serie di modifiche, il testo tornerà al Consiglio dei Ministri per l’approvazione finale. Data: 1 marzo

Le proposte di Asso Energie Future

Qui di seguito riporto le proposte dell’Associazione di settore in risposta all’anacronistico decreto:

  • Obiettivo di 20 mila Mw di potenza installata al 2020
  • Supportare lo sviluppo di una filiera italiana del settore
  • Tempi certi per le autorizzazioni (180 giorni “reali”)
  • Tariffa incentivante stabile ma decrescente in linea con i miglioramenti tecnologici fino al raggiungimento della Grid Parity
  • Maggior controllo per la legalità



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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