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Progetto fotovoltaico, quando il solare diventa un circolo virtuoso

Ultimo aggiornamento: 10-02-2014

Ecco un interessante progetto fotovoltaico che viene dall’america (California).
Diffondere la cultura del fotovoltaico attraverso un circolo virtuoso: raccogliere fondi attraverso il crowfunding etico per realizzare impianti fotovoltaici. I proventi della costruzione dei nuovi impianti, vengono di volta in volta reinvestiti per creare a loro volta nuovi progetti fotovoltaici.

Andreas Karelas, fondatore e direttore esecutivo di Re-volv non ha dubbi, si può fare…nonostante non si creino utili privati, ma solo altre fonti di finanziamento per la costruzione di nuovi impianti fotovoltaici. Egli, attraverso il lavoro della sua no-profit, ha come scopo spingere la comunità a investire in questo settore, migliorando la vivibilità ambientale con tutti ritorni ecologici legati al fotovoltaico ma senza un immediato profitto economico: solo il rientro dai costi e nuovi investimenti con i guadagni provenienti dai nuovi impianti. Un circolo virtuoso, dunque, per un progetto fotovoltaico in cui il capitale iniziale è messo da molti investitori privati (etici) che decidono di finanziare l’energia pulita senza pretendere profitti, ma solo il rientro dai costi (perlomeno agli inizi).

 

Ma come funziona questo progetto fotovoltaico?

Ovviamente servono fondi, e per raccogliere la cifra necessaria Karelas e la sua organizzazione stanno utilizzando diverse piattaforme di crowfunding, che permettono di accedere a fonti di finanziamento da parte di numerosi investitori privati.

progetto fotovoltaico virtuoso

Con i soldi raccolti si dovrebbe avviare questo progetto fotovoltaico: la costruzione di una serie di impianti, i cui guadagni verrebbero di nuovo reinvestiti nel progetto, fino a che (si stima al 14° impianto) i proventi di tutti quelli precedentemente realizzati sarebbero sufficienti per crearne di nuovi senza più bisogno d’interventi esterni. A differenza però dei progetti classici delle piattaforme di crowfunding, che in cambio del contributo offrono una partecipazione agli utili, Re-volv offre la soddisfazione morale di aver dato il via ad un progetto virtuoso, in grado di ampliare in maniera esponenziale la portata e il numero degli impianti fotovoltaici e capace di migliorare quindi l’ambiente in cui si vive. Ovviamente tutti, in questo ambizioso progetto fotovoltaico, hanno la loro parte di convenienza: che siano sponsorizzazioni o introiti futuri.

In realtà, anche se non rivolte ai diretti interessati, ci sarebbero delle importanti ricadute economiche, se il progetto fotovoltaico dovesse evolversi in maniera ottimale. Innanzitutto Re-volv si offre come partner per chi ha lo spazio e l’intenzione di installare un impianto fotovoltaico ma non ha ancora trovato la soluzione efficace, come ad esempio cooperative o gruppi di persone che abitano in un condominio. In secondo luogo si andrebbero a rafforzare e aumentare il lavoro di quanti progettano, creano, fanno manutenzione etc nel settore del fotovoltaico: si instaurerebbe un effetto domino che porterebbe benefici diretti a tutti gli operatori del comparto.

La no profit Re-volv ha già avuto circa 56.000 dollari per un progetto fotovoltaico su una Sinagoga in California e sta cercando altri luoghi dove effettuare ulteriori installazioni.

Andrea Karelas è sicuro che il progetto fotovoltaico di Re-volv si prepara a diventare un modello, con una comunità che può cambiare il proprio modo di pensare, e vedere oltre l’immediato guadagno economico per proiettarsi in un futuro più rispettoso dell’ambiente. La sfida è quella di vedere fino a che punto questo processo sia in grado di innescare un circolo virtuoso in grado di auto-alimentare in maniera esponenziale i finanziamenti per realizzare nuovi impianti fotovoltaici.

Si tratta di un innovativo esperimento che passa dall’autofinanziamento “etico” per una diffusione globale, dal basso, del fotovoltaico e del rivoluzionario modello energetico che lo accompagna. Consci del fatto che, per ogni grammo di Co2 risparmiata, ne trae beneficio l’intera comunità.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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