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Il vero prezzo delle energie non rinnovabili

Ultimo aggiornamento: 24-03-2015

Parlando di energie non rinnovabili, si dà per scontato che esse nascondano dei costi non sostenibili per l’ambiente. Questa affermazione, vera per molti motivi, ha trovato un’ulteriore conferma in una ricerca condotta dall’americana Duke University, che ha voluto stimare il vero prezzo dell’energia, includendo oltre al prezzo di produzione e distribuzione, anche quello dei danni causati all’ambiente ed alle persone.

La ricerca, pubblicata su Climatic Change dal professor Drew T. Shindell, è arrivata alla conclusione che i costi effettivi delle non rinnovabili siano di gran lunga superiori a quelli di mercato.

Ad esempio se si considerasse il suo impatto ambientale, un gallone di benzina dovrebbe costare circa 3,80 dollari in più del prezzo attuale, che tradotti in euro sono circa un euro in più per ogni litro. Discorso simile per il gasolio, che arriverebbe a costare circa 1,20 euro al litro in più del prezzo attuale. Non migliore il panorama dell’energia elettrica, che nel caso si utilizzi il carbone come fonte di produzione, dovrebbe costare almeno 0,42 dollari al kWh, cioè quattro volte rispetto al prezzo attuale di 0,10 $. In aumento anche il prezzo reale del gas, che dagli 0,07 $ passerebbe a 0,17 al kWh.

biossido di carbonio

Se i prezzi di mercato venissero adeguati a questi calcoli, l’energia prodotta da fotovoltaico e dall’eolico supererebbe a breve la concorrenza delle fonti rinnovabili; secondo le stime del mercato USA infatti queste due fonti costano rispettivamente 0,08 e 0,13 dollari/kWh, con un impatto ambientale decisamente inferiore.

Interessante anche il calcolo effettuato sui costi effettivi delle auto a benzina. Secondo la ricerca americana, ogni auto produce ogni anno 2.000 dollari di danni all’ambiente ed alla salute (pari a quasi 1.900 euro). Il danno si riduce alla metà se l’auto è invece alimentata con energia elettrica derivante da carbone e scende a 300 dollari annui per l’energia prodotta tramite gas. L’impatto arriva invece praticamente a zero se l’energia deriva da fonti rinnovabili.

Chiaramente i dati della ricerca costituiscono una stima in quanto è piuttosto complesso monetizzare tutti i danni prodotti dall’inquinamento, dalla produzione e dalla distribuzione delle fonti di energia non rinnovabili. La metodologia utilizzata è stata quella del calcolo della SCC, cioè del Social Cost of Carbon, utilizzata per calcolare l’effettivo impatto della CO2.

Tuttavia ciò che si può dedurre dalla ricerca è piuttosto semplice, a prescindere dalle specifiche numeriche: l’apparente risparmio derivante dall’uso di fonti non rinnovabili, nasconde costi elevati che vengono pagati dall’ambiente e dalla salute dei cittadini. Un motivo più che sufficiente per puntare in maniera sempre più decisa sulle fonti rinnovabili, come fotovoltaico ed eolico.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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3 Commenti

  1. Pier Luigi Caffese, il 24 Marzo 2015 ore 12:52

    La Duke University è nota come la Fossil University al pari di Bologna in Italia.I calcoli della Duke sono completamente sballati ed imposti dai fossili per far vedere che stano meno le fossili.I dati DUKE sono in contrasto con quelli del DOE e di ASU University.Sono sicuro che Assoelettrica in italia riprenderà i dati Duke perchè per gli incopetenti e legati ai lobbisti fossili c’è posto la’ e al di qua dell’atlantico.Le Resilient Smart Communities sono fatte apposta per dire che la Duke non fa ricerche serie ma fossili.

  2. miriam, il 27 Marzo 2015 ore 11:40

    Gentile Pier Luigi, forse ha interpretato male l’articolo? I dati riportati dimostrano ancora una volta come le energie fossili siano dannose e costose per l’ambiente e le persone. Non danno certo un’immagine positiva dei “fossili”!

  3. Pier Luigi Caffese, il 27 Marzo 2015 ore 13:28

    Queste ricerche dove dici che alle fossili devono essere addebitate i costi socilali in Italia hanno l’effetto opposto perchè i petrolieri dicono ci levate le tasse,i costi sociali e siamo ancora piu’ competitivi,cosa non vera partendo dai costi reali.Difatti i fossili che hanno PR con ricchi budget hanno fatto levare la carbon tax dalla Corte Costituzionale e Amato giudice è il loro profeta.Al senato Usa dove si decidono i budget cìè una sola tabella di costo MWh:
    -acqua phs 20 euro
    -solare ft flottante 50 euro
    -vento flottante 70 euro
    -nucleare 110 euro
    -carbone pulito 100 euro
    -gas non pulito 70 euro
    -plasma waste 110 euro
    -biomasse III-IV-V gen 70-150 euro MWh
    -deep drilling 150-200 euro Mwh
    -biofuel 0,50 cent euro al litro(ingrosso)
    In Italia il MISE non usa mai le tabelle del Senato US e decide i contributi che oggi sono 5 miliardi rinnovabili e 30 miliardi fossili.Levando la carbon tax con cosa finanziamo le Rinnovabili

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