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Fotovoltaico italiano costo o risorsa? Un appello al ministro

Ultimo aggiornamento: 03-02-2014

Parliamoci chiaro: il fotovoltaico italiano è un costo o una risorsa?
Nel mondo pare sia una risorsa, tant’è che molti paesi stanno velocemente compiendo passi da gigante verso la sua implementazione. In Italia, invece, il fotovoltaico costo o risorsa?

Una lettera dai toni pacati, ma forti, quella inviata al Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, da Gifi, dall’Assorinnovabili e dal Comitato Ifi, con un invito esplicito a continuare ad investire sul fotovoltaico italiano, perché le fonti di energia rinnovabili non sono solo un costo, bensì un’opportunità. Una grande risorsa di investimento per il futuro.

Tutto nasce dalla chiusura del rubinetto incentivi  destinati ai nuovi impianti fotovoltaici, ma soprattutto dalle pesanti parole espresse dal Ministro in dichiarazioni di qualche tempo fa, quando ha affermato che il fotovoltaico italiano ha pesato molto sulle bollette degli italiani, frasi che le associazioni del settore definiscono semplicistiche e capaci solo di stroncare il lavoro di sostegno fatto fino ad ora.

Ed è stato un lavoro importante, che ha dato ottimi risultati, perché grazie alle incentivazioni il settore si è sviluppato in maniera esponenziale e come conseguenza il costo della tecnologia fotovoltaica è sceso del 72%. I benefici hanno inoltre largamente superato i costi, di oltre 50 miliardi di euro, e hanno fatto sì che l’Italia raggiungesse in breve tempo il primato incontrastato della Germania sull’utilizzo delle fonti rinnovabili.

 

Fotovoltaico italiano, ecco i benefici fino ad oggi

fotovoltaico italiano costo risorsaAd oggi, ricordano le associazioni, sono ben 130.000 gli addetti del settore delle energie rinnovabili e, grazie anche a questi incentivi, 130.000 persone hanno potuto creare un reddito per le proprie famiglie.

Sempre grazie al lavoro svolto, e ai 550.000 impianti installati, sia le aziende che le famiglie hanno potuto limitare sia l’impatto ambientale che i costi energetici, e grazie ai 45 miliardi di investimenti legati all’edilizia e al fotovoltaico  italiano, c’è stato un gettito fiscale (stimato ) di circa 12 miliardi di euro. Benefici, dunque, non solo per famiglie e imprese, ma anche per le stesse casse dello Stato che non vivono periodi di grandi splendori.

Il settore ha avuto una crescita di produzione importante: +18,9% per il fotovoltaico, 21,4% per la produzione idroelettrica, +11,6% per l’eolica e +1,0% per la geotermica, con un risparmio di 9 miliardi di euro all’interno del bilancio energetico del paese. Un ulteriore diminuzione potrebbe verificarsi sul consuntivo 2013, stavolta sull’ordine di 1,7 miliardi di euro.

In risposta alle affermazioni del Ministro sul costo degli incentivi in bolletta per gli italiani, si parla di una contribuzione pro capite di 112 euro, definita non eccessiva, soprattutto se paragonata ad altri costi sostenuti dalla comunità, come quelli , ad esempio, per curare chi soffre di patologie legate al gioco d’azzardo.

La lettera si conclude con un’affermazione importante sul fotovoltaico italiano, cioè: assicurare al paese l’indipendenza energetica significa porre le basi per una ripresa che manca da troppo tempo. Il fotovoltaico italiano può essere uno dei motori per la ripresa.

Le richieste del settore del fotovoltaico al governo sono molto chiare: come si vuole garantire un percorso di crescita per spronare la ripresa economica del Paese? Quali obbiettivi porre fino al 2030 per aumentare la produzione di energie rinnovabili? Quali programmi si faranno per espandere in maniera efficiente le infrastrutture necessarie?

È importante che il Governo dia la giusta dignità alla causa, è importante non commettere errori, perchè ne va del futuro economico ed energetico del paese. Tutti i protagonisti del settore delle rinnovabili sono pronti a fare la loro parte per dare la giusta importanza alla questione energetica e ambientale, per il futuro del paese e delle generazioni a venire.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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