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Fotovoltaico galleggiante, in Giappone presto il più grande al mondo

Ultimo aggiornamento: 03-02-2016

fotovoltaico galleggiante

Sfruttare gli specchi d’acqua per produrre energia pulita. Si tratta del fotovoltaico galleggiante: pannelli solari che, poggiando su piattaforme galleggianti, possono costituire anche vere e proprie centrali fotovoltaiche per l’energia pulita.

La soluzione “su acqua” si è dimostrata particolarmente interessante per tutti quei paesi che hanno scarsità di territorio utilizzabile per il fotovoltaico, come il Giappone, che contiene circa 126 milioni di abitanti in “soli” 370 mila Km quadrati di superficie. Con una densità abitativa di circa 337 abitati per chilometro quadrato, il Giappone si è affidato per molto tempo al nucleare come principale fonte energetica. Ricordiamolo, il Paese è stato tristemente noto nel 2011 per il disastro della centrale nucleare di Fukushima. Oggi il Giappone investe ingenti quantità di risorse sulle rinnovabili.

Dal Giappone arriva il progetto di un nuovo mega impianto fotovoltaico galleggiante.La multinazionale giapponese dell’elettronica Kyocerca ha iniziato da poco i lavori per la realizzazione di quello che sarà il parco fotovoltaico galleggiante più grande al mondo.

La centrale solare sorgerà nella prefettura di Chiba, situata lungo la costa est del Giappone e, una volta completata, sarà composta da ben 50 mila moduli fotovoltaici per una superficie totale occupata di 180 mila metri quadrati.

La potenza totale dell’impianto, di circa 12 Megawatt di potenza, sarà in grado di generare, a regime, circa 16 Gigawattora l’anno di energia totalmente “carbon free”. Per avere un’idea, l’energia pulita prodotta in un anno è quella sufficiente a soddisfare il fabbisogno di quasi 5 mila abitazioni. Il tutto, ovviamente, senza emissione alcuna e senza nessun tipo di reazione nucleare.

Per approfondire potenzialità e limiti del fotovoltaico galleggiante leggi questo articolo.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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