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Fotovoltaico, firmare contro lo spalmaincentivi del decreto Renzi

Ultimo aggiornamento: 02-07-2014

L’associazione Azione Energia Solare , associazione da alcuni anni impegnata nel sostenere il fotovoltaico e le fonti rinnovabili, ha lanciato una interessante iniziativa “dal basso”: una raccolta firme, una petizione, per ricordare al presidente Renzi di continuare a sostenere il fotovoltaico e le fonti di energia pulite. Queste, infatti, come ormai molti sanno, non sono “costi” per la collettività, ma “investimenti”. Investimenti che hanno portato finora importanti benefici economici per il paese: occupazione, tasse e lavoro.

Il comparto del fotovoltaico e delle fonti rinnovabili ha portato fino ad oggi enormi benefici: in termini di “bilancia energetica” ed in termini economici grazie agli ingenti investimenti nazionali ed esteri fatti per creare numerosi impianti ad energia pulita. I numerosi impianti fotovoltaici in funzione, oggi, coprono a regime circa il 10% della potenza elettrica nazionale. Energia pulita che nelle lunghe e soleggiate giornate estive raggiunge livelli molto superiori.

Cosa sta facendo il governo Renzi? Ecco perchè l’associazione di settore ha lanciato la petizione online.

Il primo ministro, con l’intento dichiarato di abbassare i costi energetici alle imprese, ha varato una norma retroattiva per chi ha già un impianto fotovoltaico e riceve gli incentivi dal Gse. Si tratta del decreto “spalma-incentivi” con il quale si prevede di rimodulare gli incentivi spalmandoli, anzichè sui 20 anni (come previsto dai contratti firmati col gse), sui 25 anni, senza interessi.

amici della terra

Ci sono altri modi per abbassare le bollette elettriche delle piccole e medie imprese? La domanda è mal posta. Infatti uno dei meriti del fotovoltaico in Italia è proprio quello di aver abbassato i prezzi medi dell’energia sul mercato elettrico.

Secondo l’associazione, e secondo gli operatori del settore, non è necessario andare a colpire chi concretamente produce energia, con investimenti propri, e la utilizza anche per l’autoconsumo. Per abbassare le bollette basterebbe far ricadere sui cittadini queste ricadute di prezzo generate dagli impianti fotovoltaici. Si tratterebbe di ripartire i benefici già ottenuti.

Uno dei benefici dei molti impianti fotovoltaici installati in Italia, infatti, è stato proprio l’abbattimento dei prezzi dell’energia sulla borsa elettrica. Cioè: sul mercato generale dell’energia i prezzi medi sono oggi molto più bassi rispetto a solo qualche anno fa. Se le bollette sono rimaste alte non è certo colpa degli incentivi alle rinnovabili, ma di una errata gestione di questi benefici.

Secondo l’associazione il governo preferisce lasciar lucrare gli speculatori del mercato energetico penalizzando invece chi l’energia pulita la produce veramente, aggiungiamo noi, a proprio “rischio e pericolo”.

Oggi in Italia sono stati realizzati oltre 450 mila impianti e molti altri se ne potrebbero realizzare se si togliessero i vincoli burocratici e normativi che frenano il settore e lo sviluppo dell’energia pulita. Non solo: con questo decreto retroattivo il paese rischia di perdere definitivamente quel poco di affidabilità che gli è rimasta.

 

L’associazione ha lanciato una campagna firme per ricordare al primo ministro che il fotovoltaico e le fonti rinnovabili, se ben gestiti, possono essere settori strategici per l’economica dell’intero paese. La campagna firme è lanciata attraverso la piattaforma sul sito di Avaaz.org.

Secondo l’associazione il governo deve modificare o ritirare il provvedimento per

salvare un settore industriale già pesantemente penalizzato e cercare di restituire un minimo di credibilità nazionale ed internazionale al nostro disastrato paese.

Il Parlamento ha a disposizione 60 giorni a partire dallo 25 giugno, data di pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, per introdurre eventuali modifiche al provvedimento, come auspicato dallo stesso ministro dello sviluppo economico Federica Guidi.

 

Clicca qui per firmare la petizione (sul sito Avaaz.org)

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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