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Europa archivia procedura di infrazione su rinnovabili in Italia

Ultimo aggiornamento: 07-05-2014

Buone notizie per l’Italia, o meglio: per la politica energetica italina,  che deve recepire ed applicare le direttive europee sul clima.

La Commissione Europea ha deciso di archiviare la procedura di infrazione contro l’Italia relativa alla mancata applicazione della Direttiva 2009/28/CE. Lo ha reso noto nei giorni scorsi il MiSE, il Ministero dello Sviluppo Economico, che ha comunicato che Bruxelles ha scelto di non proseguire nella procedura che era stata aperta nel settembre dello scorso anno nei confronti del nostro Paese, ritenuto colpevole di non avere recepito in maniera adeguata la direttiva relativa alla promozione dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Stando a quel che è stato riferito dal ministero, la Comunità Europea ha accolto le controdeduzioni che sono state presentate dal Ministero dello Sviluppo Economico, e di conseguenza ha rilevato che le disposizioni della direttiva sono state recepite integralmente dal nostro Paese.

Infrazione sventata, dunque, per il Ministero dell Sviluppo Economico.

La procedura, come detto, risale al mese di settembre del 2013, quando la Comunità Europea aveva reso noto che la Spagna e l’Italia erano a rischio di deferimento alla Corte di Giustizia Europea: la loro colpa era quella di non rispettare le normative europee riguardanti le energie rinnovabili. Nel caso in cui i due Paesi non si fossero adeguati entro due mesi alle regole continentali, sarebbero scattate punizioni e sanzioni. In precedenza, per altro, la Comunità Europea aveva già aperto procedure simili nei confronti di molte altre nazioni, e cioè di Cipro, dell’Austria, della Bulgaria, del Belgio, della Repubblica Ceca, della Finlandia, dell’Estonia, della Francia, dei Paesi Bassi, dell’Ungheria, della Lituania, della Slovenia, della Polonia, del Lussemburgo, di Malta, dell’Irlanda e della Grecia.

infrazione sventata sulle rinnovabili da CE

La direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo del 23 aprile del 2009 è relativa alla promozione dell’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili, e abroga la direttiva 2003/30/CE e la direttiva 2001/77/CE. Essa prevede, tra l’altro, che gli Stati che fanno parte della Ce destinino una quantità ingente di risorse finanziarie allo sviluppo e alla ricerca dedicata alle tecnologie relative alle energie rinnovabili e incoraggino le autorità regionali e locali a stabilire obiettivi prioritari e le coinvolgano nella realizzazione di piani di azione.

Ora, comunque, per l’Italia la situazione è tornata alla normalità, con l’archiviazione della procedura di infrazione da parte della Commissione Europea. Il paese, però, ancora deve rendere applicabili molte norme relative alle rinnovabili e riempire diversi “vuoti normativi” che creano non poche incertezze non solo tra gli operatori del settore ed investitori, ma anche tra i comuni cittadini.

Quello di cui l’Italia ha bisogno oggi nel campo energetico delle fonti rinnovabili è, e rimane, una politica lungimirante, fatta di investimenti pubblici  e “regole del gioco” certe e chiare, ma soprattutto stabili nel tempo. Solo così il settore può ripartire con un ingente programma di investimenti che siano in grado di trainare il paese verso la ripresa.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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