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Bloomberg, 2040 energia fotovoltaica costerà il 48% in meno

Ultimo aggiornamento: 24-08-2015

Nel 2040 il fotovoltaico mondiale costerà il 48% in meno, l’eolico sarà invece più economico del 32%. Queste le previsioni secondo la multinazionale Statunitense dell’informazione Bloomberg new energy finance. Tra 25 anni, dunque, il mix energetico per la produzione di energia sarà molto diverso da quello che conosciamo oggi: le tecnologie pulite, che già oggi stanno facendo passi da gigante, continueranno il loro percorso di crescita per arrivare a coprire il 50% del fabbisogno energetico mondiale. Prima fra tutte: il fotovoltaico che, con numerosi nuovi impianti installati sui tetti degli edifici, arriverà a coprire da solo il 22% della domanda europea ed il 13% del fabbisogno elettrico globale.

Il motore di questa imponente crescita sarà non tanto la spinta di incentivi e pubblici sussidi, ma il sensibile calo dei costi che renderanno gli impianti fotovoltaici e le fonti rinnovabili “naturalmente” più convenienti rispetto alle fonti fossili. Fonti fossili che, ad oggi, coprono ancora il 75% della produzione energetica mondiale. Nei paesi ricchi la transizione energetica, però, non passerà, come è stato fino ad oggi, dalla costruzione di ulteriori grandi centrali fotovoltaiche o grandi parchi eolici. Le nuove installazioni saranno per lo più installazioni di media e piccola taglia: piccolo e medio fotovoltaico sui tetti degli edifici, piccoli e medi impianti eolici che non impatteranno eccessivamente sul territorio.

trend rinnovabili 2040

Tra 25 anni, dunque, l’energia pulita coprirà oltre il 50 per cento della domanda energetica mondiale e verrà prodotta dal 60 per cento delle nuove installazioni. Nonostante ciò, secondo il rapporto New Energy Outlook, il peso delle fonti fossili rimarrà ancora influente per alcuni anni perchè, almeno per ora, c’è ancora abbastanza disponibilità di fonti fossili a basso costo. Nonostante ciò, si evidenzia nel rapporto, il sole e il vento saranno sempre più le fonti più economiche che andranno gradualmente a sostituire gas, petrolio e carbone. Questo, ovviamente, a partire della zone del globo maggiormente fornite di queste risorse pulite.

Nei soli paesi OCSE (i paesi ricchi del mondo) attualmente le rinnovabili incidono per circa un terzo della produzione elettrica totale. Nel 2040 l’incidenza sarà di oltre il 50% per una nuova potenza installata che supererà gli 800 gigawatt di energia green. Molti di questi Gigawatt saranno installati sotto forma di impianti di piccola taglia.

Nel resto del mondo, invece, si avranno cambiamenti molto più marcati: verranno realizzati oltre 7 mila Gigawatt di nuovi impianti energetici di cui oltre la metà da fonti rinnovabili. Saranno dedicati a questi oltre l’80 per cento degli investimenti mondiali, ma, soprattutto in questi paesi, le fonti inquinanti avranno ancora il ruolo preminente nello scenario energetico. Al loro fianco, tuttavia, emergerà il fotovoltaico di grossa taglia realizzato dalle grandi Utility energetiche. Questo tipo di fotovoltaico, nei paesi non OCSE, comincerà a competere seriamente con le tradizionali centrali inquinanti.

Quello che emerge, in definitiva, è un mondo “spaccato in due”: nei paesi OCSE (i paesi ricchi del globo) la domanda elettrica diminuirà e sarà in parte soppiantata dalle fonti rinnovabili che saranno in forte aumento. Nei paesi non-OCSE (i paesi poveri del Pianeta) la domanda elettrica avrà una decisa impennata: una parte di questa sarà soddisfatta dalle fonti fossili, un’altra parte della fonti rinnovabili con impianti di grandi dimensioni. In entrambi i casi il ruolo del fotovoltaico e dell’eolico sarà significativo e le nuove installazioni di questo tipo costituiranno gran parte degli investimenti mondiali.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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